Nelle otto partite della notte NBA si sono registrate 5 vittorie fuoricasa, ecco il resoconto delle gare.

TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE: WASHINGTON WIZARDS 95 – CHARLOTTE HORNETS 69
Dopo una bella vittoria domenica, lunedì note terribile per gli Hornets. Partiti male, subendo 36 pti nel primo quarto, sono finiti peggio, segnandone 23 nell’intero secondo tempo, meno di uno al minuto. Semplicemente, lights out. Washington torna al successo in coincidenza col ritorno di Bradley Beal (14-5-3): il primo a trarne vantaggio è il suo compagno di centrocampo, Wall (15-5-9, e dopo parecchio tempo buone percentuali di tiro). Migliore in campo Gortat (20+7, con 9/11), che è quinto della NBA per percentuale di tiro, ma in un certo senso potrebbe essere primo, dal momento che nessuno dei quattro che lo precedono tira da più di mezzo cm, abitualmente, mentre lui è un esperto del pick’n’pop.

PHILIPS ARENA, ATLANTA: SACRAMENTO KINGS 105 – ATLANTA HAKS 130
Atlanta: 60% al tiro dal campo, 55% da 3, 53 canestri di cui 42 (!! Parliamo del 79% del totale….irreale) assistiti. Nella nottata in cui DMC è solo il quarto per numero di tiri nei Kings, il grande protagonista è il gioco degli Hawks. La sconfitta contro Phila ha reso furenti e chirurgici gli uomini di Budenholzer, che hanno infilato 76 punti nel canestro di Sacramento nei primi 24 minuti. La media era di 152, ma nel secondo tempo hanno un po’ rallentato fermandosi a 130..Si sono divertiti soprattutto Carroll e Korver con 20 per uno, e il bianco capace di 6/8 da 3, mentre nei poveri Kings, che non assomigliano ancora ad una squadra di Karl e probabilmente saranno molto attivi sul mercato in estate, il migliore è stato Gay (23 con 10/15), pur protagonista di un paio di difese davvero imbarazzanti, talmente incantato dal movimento di tiro di Millsap da girarsi e guardare il ferro mentre l’avversario andava a segnare in lay up.

AA ARENA, MIAMI: BOSTON CELTICS 100 – MIAMI 90
Sempre rugginose le gare tra Celtics ed Heat. Stavolta sul libro della faida finisce Whiteside, espulso per un flagrant 2 contro Olynyk a rimbalzo. Boston sempre in testa o quasi, e nel momento migliore degli Heat, quando Miami si era portata avanti di uno col punto numero 58, hanno piazzato un 9-0 diventato 12-2 dopo il tecnico e la rimessa conseguenti all’espulsione. In origine l’idea era scrivere questo commento ripetendo per una dozzina di righe il nome di Gigi Datome (13+3): mi astengo, ma il nostro caro Gigi è stato eccezionale. Fatelo giocare: he got game. E’ stato tenuto a lungo in campo anche nel quarto finale, quando i Celtics hanno gestito l’ultimo tentativo di rientro di Miami portato da Wade (34-4-2). La gara vinta riporta Boston in lotta playoffs, ed è forse doppiamente importante in quanto portata a casa dall’arena di una diretta concorrente. Di Miami, oltre il nervosismo, sottolineo la capacità di pescare nel retro dei magazzini NBA: Whiteside, Tyler Johnson e Henry “once he was Bill” Walker sono belle e non convenzionali prese, indipendentemente dal rendimento della partita di stanotte, e vanno ascritte a merito dello staff di South Beach. Walker in particolare è allo scadere del suo secondo decadale, in arrivo definitiva conferma o verrà rilasciato? E’ tornato a bordo campo Bosh, che continua le terapie per l’eccessiva coagulazione del suo sangue. Al contrario, dopo essere stato abbattuto da Wade e precedentemente da Chalmers, Isaiah Thomas è uscito malconcio dalla AA Arena, e potrebbe saltare la prossima gara.

UNITED CENTER, CHICAGO: MEMPHIS GRIZZLIES 101 – CHICAGO BULLS 91
La Gasol-reunion trova i Bulls in maglia…Celtics. Ad una settimana dal St. Patrick’s Day, per celebrare la comunità irlandese di Chicago i ragazzi di Thibodeau indossano questa strana uniforme. E non li aiuta a vincere. E Pau (13+11) perde contro Marc (23-4-4), forse per la prima volta da quando sono entrambi nella Associazione. E le sconfitte in fila per i Bulls sono 3. Lo scarto non inganni: a 40 secondi dal termine era ancora di 4 punti, poi dopo un timeout i Bulls sono usciti in campo in 6, hanno preso un tecnico invece di godere della rimessa che gli spettava, e hanno perso un paio di palloni di puro scoramento fino al -10 finale. Un altro confronto diretto vedeva coinvolto Pau: quello tra i due migliori doppia-doppisti con Randolph..questo lo ha vinto, perché Zach si è fermato a 9 rimbalzi, con 19 punti.

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: NO PELICANS 114 – MILWAUKEE BUCKS 103
Questa era una gara che molti avveduti scommettitori avrebbero dato con tranquillità ai Pelicans furiosi di questo periodo. E’ stata in ogni caso una partita bellissima e aperta, di molto tiro e poca tattica. I Pelicans hanno tirato col 59% totale, il 60 da tre; i Bucks col 52% totale e il 26 da 3, fase tecnica in cui di fatto han perso la gara. E’ stato bellissimo il confronto tra tre dei prossimi grandi protagonisti della NBA: Antetokounmpo (29-5-4, 3 recuperi e 3 stoppate) e MCW (25-1-7) per Milwaukee, Davis (43-10-) per NO. Una di quelle gare che riconciliano col basket e ci ricordano che sarebbe lo sport dei canestri, nel senso di indirizzarla verso il cesto possibilmente infilandola.

PEPSI ARENA, DENVER: NY KNICKS 78 – DENVER NUGGETS 106
Meno conciliante col basket il confronto tra Knicks e Nuggets, con W per Denver. 66-34 per Denver il parziale dei due quarti centrali. Nemmeno il confronto tra Il Mago (12+7, ma 4/14) e Il Gallo (9+2) è stato particolarmente eccitante, anche se Bargnani è andato a rimbalzo con insolita, per lui, prolificità. E’ stata la gara del ritorno a buoni livelli di Faried (19+11), mentre per NY segnaliamo Early (10-7-5), pochi minuti ma sostanziosi.

US AIRWAYS CENTER, PHOENIX: GS WARRIORS 98 – PHOENIX SUNS 80
Primo tempo pari, poi all’inizio del terzo quarto Golden State inizia la sua solita danza frenetica e i Suns abdicano, incamerando la sesta sconfitta nelle ultime 10, dalla lotta ai Playoffs. Sono a due gare e mezzo di distanza dai Thunder e a due dai Pelicans: per la matematica sono ancora in corsa, ma il loro rendimento paragonato a quello delle due avversarie è nettamente inferiore, e in continuo calo. Stanotte Steph si è concesso 36-6-5, e comincia a riscaldarsi la contesa per il titolo di MVP stagionale. Al momento i tre più papabili sono Curry-Harden-Westbrook, ma io non trascurerei nemmeno LBJ: i Cavs sono la miglior squadra della NBA partendo dalla metà di Gennaio, e la loro rincorsa al secondo posto nella Eastern si è conclusa felicemente, quindi James potrebbe venire menzionato sulle ali dei successi di squadra. James….successi di squadra…..parole che suonano minacciose per gli Warriors e la loro corsa al Titolo NBA. Le cose cui a Phoenix possono guardare positivamente sono: la marea di prime scelte a disposizione nei prossimi tre anni, la positiva evoluzione di Alex Len (10+11), che sta diventando giocatore serio, mentre resta problematica la convivenza tra Bledsoe e Knight: stanotte 11 tiri a 9 rispettivamente, quasi pari, ma 36 minuti a 13, il che dice della istericità della coppia al momento. Entrambi in Arizona la prossima stagione? Dubbi al proposito.

STAPLES CENTER, LA: MINNESOTA T’WOLVES 76 – LA CLIPPERS 89
Serata Alley-Hoop allo Staples Center, dress code obbligatorio: l’uniforme di DeAndre Jordan (20+17). Il centro dei Clippers termina con un campionario completo di schiacciate al volo: di fronte, rovesciata, di destro, mancina. Si è svegliato, nelle ultime due/tre aprtite anche JJ Redick, che termina la gara con 26 punti. Tranquillo CP3, che amministra il fisico molto più vecchio dell’età anagrafica, ma consegna comunque 15 chiamate al canestro per i compagni. I T’Wolves non collassano nonostante i soli 76 punti a referto: merito di una certa migliorata solidità, ma anche della notte al risparmio dei Clippers, che non avevano nemmeno Jamal Crawford e restano ansiosi e trepidanti nell’attendere il ritorno di Griffin. Potrebbe avvenire Domenica contro Houston; Jamal dovrebbe rimettere piede sulle tavole la partita seguente. Come Paul, ance Rubio segna solo 2 ma concede tanti assists: 12 per lui.