Gare a loro modo divertenti, quelle di questo finale NBA pieno di riposini per le Stelle.A volte lasciano vedere giocare chi non vedremmo quasi mai, e sono dunque interessanti, altre volte ci lasciano con un guto amarissimo per come vanno contro alle regole dello Sport.

 

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. INDIANA PACERS 120 – PHILADELPHIA 76ERS 111

Due considerazioni su tutte. Uno. Anche se i Pacers faranno I PO, in giocatore come Paul George merita altro palcoscenico che quello dove attualmente evoluisce. Lo sa il suo GM Larry Bird, lo sanno i compagni, lo sa lui, che è sempre un po’ più aggressivo del normale. Come stanotte, notte in cui si è fatto espellere per doppio tecnico dopo un doppio alterco vs Gerald Henderson. Gerald figlio di Gerald è sempre stato il responsabile della scintilla, e la seconda volta si è beccato un Flagrant-2 diretto per aver approfittato di un movimento in penetrazione epr mollare una gomitata alla gola di PG13; in entrambe le occazioni, però, la reazione di The Revenant è stata eccessiva, tipica del nervosismo latente del leone in gabbia. Due. Non ancora certi di accedere alla post-season, i Pacers dovranno fare in ogni casa una bella tabula rasa, eliminando i pezzi che non vanno e cercando di trattenere George, cosa per nulla semplice: una delle cose che farebbero felice PG13 sarebbe cacciare l’allenatore. Nate McMillian è inadeguato, e solo una post-season stellare potrebbe rinsaldare la sua panchina. Visto che Indiana non può perdere se vuole i PO, nessun riposino per i titolari, a parte una specie di sciopero bianco di Monta Ellis, solo 3 tiri in 26 mins. Doppia-doppia per Myles Turner (18+13) e segnali di vita da parte di Jeff Teague (15-2-6), che finora è forse il giocatore che più ha deluso rispetto alle aspettative di inizio stagione. Nei Sixers ottimo Luwawu (24-5-3 con 4/5 da 3) e saldi di fine anno per il rookie Poythress, sf da Kentucky, undrafted, alla sua quinta gara nella NBA: 15 con 8 tiri.

 

TD GARDEN, BOSTON. BROOKLYN NETS 105 – BOSTON CELTICS 114

DI una cosa potete esser certi: riposini a Boston ne fanno e ne faranno pochi. La tradizione non pende solo dai soffitti, ma è nello spirito di ogni membro dei Celtics e di ogni spettatore. La cultura vincente in BeanTown non si spegne mai, nemmeno nelle stagioni da 25 W, figurarsi ora. Grazie a questo, ora, i Celtics a una gara dal termine della RS sono primi ad Est, e per rimanerlo dovranno battere i Bucks mercoledì. Stanotte consueta recita di IT4 (The Real MVP?) che nonostante un orrendo 2/10 da 3 ne infila lo stesso 27 sfiorando il 50% globale al tiro grazie a un 8/11 da 2 messo a referto quasi tutto nel pitturato. Per BKN invece notte importante per Gemello Brook che ha passato, segnandone 25, il mitico Buck Williams come miglior realizzatore ogni tempo della franchigia. Altre due prestazioni singole da notare per i Nets: le doppie-doppie di RHJ (Rondae Hollis-Jefferson: secondo noi meglio vi abituate al suo acronimo) con 17+11 e di J-Lin, ma ai rimbalzi invece che agli assists: 26+12; Lin ha avuto 17 viaggi in lunetta, facendo domandare una volta di più cosa osservino i refs quando giudicano IT4.

 

AA ARENA, MIAMI. CLEVELAND CAVS 121 – MIAMI HEAT 124 (OT)

Ecco che iniziano le note sgradevoli dei riposini. Cuccia supplementare per James ed Irving, che avevano giocato 47 e 45 mins nel supplementare perso vs gli Hawks la notte prima. Love ne aveva giocati 42, però ha giocato. I Cavs sono 0-7 senza LBJ, e sono entrati, col ko di stanotte, in record perdente anche nelle sfide terminate in OT: 3-4. Ah già, poi c’è il fatto che hanno perso la leadership (e potenzialmente il Titolo, e il fattore campo e tante altre piccole cose) della Eastern Conference. Come puoi fare riposare (se sei coach Lue) o chiedere di riposare (se sei LeBron) quando in palio ci sono titoli e accoppiamenti per i PO? Soprattutto quando la squadra non ha mai vinto in stagione priva del Prescelto? Lo sanno solo a Cleveland e nel Cerchio Magico di LBJ, dove lo Sport conta, ma fino a un certo punto. Chi ha dato prova di amore per il Gioco, rinunciando a un facile tanking quando erano 11-30, senza Bosh per i problemi al sangue e senza Wade finito ai Bulls, sono stati i Miami Heat, che stanotte come tutte le volte dall’ASG in poi hanno lottato, rimontato, e infine vinto al supplentare. I Cavs sono stati guidati da Love (25+10) e Deron Williams, che però, oltre ai numeri belli (35-7-9), ha messo insieme anche ben 10 palle perse, un paio delle quali davvero determinanti per la sconfitta della propria squadra. Nonostante si debbano considerare 53 mins invece di 48, il dito va puntato di nuovo contro la difesa dei Cavs, perché concedere 124 punti agli Heat non è davvero facile. Hassan Whiteside (23+18) ha segnato 6 pti fondamentali nell’OT, Tyler Johnson (24-5-4) ha segnato 4 liberi con ghiaccio nel cuore per guadagnare i 5 mins in più, Josh Richardson è stato l’anima della rimonta (19-6-4 e ben 5 rec). Ora i Cavs devono sperare che Boston perda per avere lo stesso un immeritato primo posto ad Est, e gli Heat devono vincere, sperando che Pacers o Bulls perdano, per arrivare a dei PO che sarebbero strameritati.

 

UNITED CENTER, CHICAGO. ORLANDO MAGIC 75 – CHICAGO BULLS 122

I cugini della Florida non han pensato nemmeno per un attimo di aiutare gli Heat. Orlando Magic al di là persino della parola imbarazzante, nella visita a Chicago. Hanno rimediato quasi 50 pti di distacco con una prestazione indecente. Altro, da dire, non c’è. I Bulls, se vincono, sono ai PO, se perdono sono fuori: li aspettano i Nets..

MODA CENTER, PORTLAND. SA SPURS 98 – PORTLAND TRAILBLAZERS 99

Riposini meno gravi, ma pur sempre riposini. Popovich ha tenuto in panchina tutto il quarto periodo i propri uomini migliori, equiparandosi all’atteggiamento dei Blazers, che avevano rinunciato fin dall’inizio da Lillard (che però ha fatto sapere di voler giocare l’ultima) e Harkless, facendo uscire Aminu dal pino e poi tenendo fuori anche McCollum e Crabbe, per due leggeri guai fisici. Ottenuti i PO a scapito dei Nuggets, i Blazers hanno in pratica rinuciato a 4/5 dei partenti e al sesto uomo, lasciando sulle tavole solo il giovane, e in netto miglioramento, Vonleh (12+11 e canestro della W). Per il resto spazio a Shabazz Napier (32-6-5, migliore in campo e titolare del merito della W: è la seconda volta che gli capita in stagione, l’altra era stata a metà stagione vs Orlando), e al trio di bianchetti che chiameremo Il Bello (Leonard), Il Duro (Connaughton), Il Surfista (Layman). Questa improbabile formazione si è dovuta scontrare per poco tempo vs i migliori degli Spurs (esempi: LMA 18 mins, Kawhi 20), e nell’ultimo quarto nessuno è sceso in campo all’infuori di questo quintetto: Forbes-Simmons-Anderson-Bertans-Dedmon, con l’unico inserimento di Lee nello spot di centro. In 12 mins pieni di errori e palle perse gli SPurs stavano uscendo vincitori nonostante tante nefandezze, ma sull’ultimo possesso Blazers, oltre che sciagurata SA è stata anche sfortunata. Penetrazione centrale di Napier, la palla sbatte sulla gamba di Meyers Leonard (e non si sa che ci facesse in mezzo alla pista del compagno), viene quasi afferrata ma persa sia da Kyle Anderson che Lee, e così, complice anche un tocco di nuovo di Napier, la palla, scivolata via ai due Speroni, arriva in mano a Vonleh che converte: 99-98, Pop che ride, Blazers in festa, e ci vediamo ai PO.

 

ORACLE ARENA, OAKLAND. UTAH JAZZ 105 – GS WARRIORS 99

Riposini again: fuori Klay a GS. Fuori anche, ma loro avevano problemi fisici reali, Hayward e Hood per i Jazz, in corsa vs ClipperTown per lo spot 4 dell’Ovest, e dunque non inclini a fare favori. Riposino ulteriore: Steph in panchina tutto il quarto periodo, e KD in campo, nello stesso parziale, solo i primi 4 mins. Facile che si perda, così. Utah ne approfitta, traendo vantaggio dal quintetto “insolito” con cui coach Kerr ha affrontato gli ultimi 5 minuti di gara: in campo c’era lo sciagurato “head-band trio” (Miller-McAdoo-Javalone) più McCaw e West: zero tiro, zero fosforo, ovvio zero risultato. Così tutto rimandato all’ultima partita, perché i Clippers, vedremo, han vinto, e hanno il tiebreaker favorevole, in caso di arrivo in parità. Ma sia Utah che Velieri sono obbligate a vincere.

 

STAPLES CENTER, LA. HOUSTON ROCKETS 96 – LA CLIPPERS 125

Riposino attivo per James Harden: era in campo, ma in forma smodatamente svogliata, e ha contagiato tutti i compagni. Il terzo quarto ha visto il crollo di Houston, in coincidenza di difese penose della Barba e di un suo precocissimo quinto fallo ancor prima che la metà del terzo fosse raggiunta. 36-12 il parziale a favore di ClipperTown, e c’era pure il tempo di concedere a Paul Pierce di segnare 10 pti in 7 mins per superare John Havlicek come realizzatore numero 15 della storia della NBA.

 

Le altre gare? Wizards di 4 sui Pistons con 33 di Beal e Gortat a 21 minuti, confermando il teorema che lo riguarda; Bucks su Charlotte con tripla-doppie “economica” dello Pterodattilo (10-11-10) e Belinelli ancora non cambiato.