Sei le partite NBA in programma, tutte ad orario anticipato.
C’era da finire presto e andare a guardare il Superbowl52, ed è stato buffo notare come le interviste post-partita sian state particolarmente stringate, da parte di giocatori ed allenatori, ma anche da parte dei media.
La gara di alta classifica era in programma a Boston, con la visita dei Blazers. La prima metà, come spesso capita ai Celtics, è stata favorevole ai loro avversari, andati al riposo lungo sopra di 16. Boston è però esperta di rimonte, e anche stanotte, nonostante le molte assenze (Irving-Smart-Larkin-Morris), ha fatto valere la propria legge. Protagonista Mr.Everything, come ormai viene chiamato Al Horford. Sul libretto di lavoro è scritto “Centro”, ma il figlio di Tito, date le assenze di 3 point-men su 4, è di fatto ora anche la seconda pg della squadra: 22-10-5 lo score per lui, compreso il buzzer-beater della W (97-96). Nei Celtics ancora una volta sorprendente la consistenza del rookie Tatum (17+5) e del secondo anno Brown (16-6-4): a dispetto di qualche difficoltà al tiro da 2 Jay+Jay hanno combinato per 8/12 da 3. Portland è vissuta sulla grande efficacia del proprio pick-and-pop (Harkless 5/5 da 3, ma dimenticato nel quarto periodo), poi, appena le % dall’arco sono calate, non ha saputo trovare alternative se non nel solito inarrivabile D-Lill (21-6-9): suoi gli ultimi 4 cesti dei Blazers, compreso l’And1 che con 7 secs da giocare avrebbe potuto regalare la W. Da ieri a Sabato prossimo la settimana dei Celtics prosegue difficilotta: Washington+Pacers+Cavs, e dopo la gara vs LBJ la cerimonia per il ritiro della maglia del grande Paul Pierce.
Nelle 7 gare allenate dopo aver sostituito Jason Kidd, Joe Puntry ha perso solo una volta, quindi forse il management di Milwaukee non ha visto male nel liberarsi di JK; a onor del vero solo due gare sono state vs squadre dal record vincente (MIN e PHI): record 1-1. Stanotte vs i Nets (109-94) lo Pterodattilo si è un po’ risparmiato (un po’: 28 mins in campo) per non affaticare la caviglia dx che ha subìto leggere distorsioni nelle 3 precedenti gare. Sono saliti alla ribalta John Henson (19+18) e Bledsoe (28-4-6) e Jabari Parker ha proseguito il ritorno al Gioco con 11-1-2, 1 rec e 1 stoppata in 17 mins; per Brooklyn 15 di LeVert, 9+10 ass Dinwiddie, 14+7 per il nascente talento di Jarrett Allen. Talento consolidato è quello di Kristaps Porzingis (20+8 con 4 rec e 5 stoppate), ma l’Unicorno non evita ai Knicks una brutta sconfitta interna vs Atlanta (99-96): una coppia di ex Spurs ha dato agli Hawks la spinta decisiva, Beli dalla panchina come al solito e Dedmon trasportato in quintetto hanno messo insieme 20-17-2. Per rimanere in scia ai Celtics hanno dovuto faticare i Raptors in casa vs Memphis: 101-86 grazie a un ultimo periodo da 25-12, perché i Grizzlies hanno venduto cara la pelle, pagando con una specie di ko tecnico le energie spese in precedenza; Marc Gasol 20-6-5 ma con 16 tiri, per i Raptors grande iniezione dal pino: VanVleet 13-7-8 con 2 rec, Wright 15 con 6/9 al tiro, Siakam 10-3-3 con 1 rec e 3 stoppate, Poeltl 9+5 con 4/4 al tiro. Charlotte registra una miniserie positiva di 3, ma l’avversario di stanotte erano i Phoenix Suns (115-110), che hanno avuto un grande Josh Jackson (23+5 con 10/14) mentre negli Hornets potrebbe essersi acceso Treveon Graham, che nelle ultime 3 partite ha viaggiato a 11-3-2 di media, in pratica lo stesso bottino che aveva messo insieme in tutte le precedenti 63 giocate in NBA dopo essere andato undrafted nel 2015. Ed ora le note dolenti provenienti come spesso capita dall’Oklahoma. I Thunder non riescono a vincere da 4 gare, e non ci sono riusciti nemmeno contro i debolissimi Lakers 2018: 108-104 il ko casalingo. Le 7 perse di Westbrook, il 3/13 di Melo (pur compensato da 10 rebs): sono segnali ormai usuali di una squadra che non ha alcuna affidabilità nei finali (e in generale è una delle peggiori nel quarto periodo). Il quintetto ideale nelle ultime 10 partite di OKC vedrebbe fuori Melo e il sostituto di Roberson (sempre diverso dal giorno dell’infortunio) e dentro Felton e Jerami Grant. Il cicciottello ex NY garantirebbe a RW di giocare off the ball e limitare le boiate, mentre il figlio di Harvey e nipote di Horace è di certo più efficace ed utile di Anthony al momento. Per i Lakers ottimo Ingram (16-5-5), Randle (19-6-4) ha chiuso la gara con i liberi decisivi, e in assenza di Lonzo Ball sta giocando ottimamente Josh Grant (14-11-2 con 2 rec), pg di notevole stazza ed atletismo, scelta da Utah (al numero 30 2017 da Villanova U), ma poi finita sulla WestCoast.