Sarebbe esagerato dire che la geografia NBA è cambiata in modo netto negli ultimi 2 giorni, ma..
..l’infortunio a KD e alcuni risultati o sequenze di risultati, insieme al radicale cambiamento (in meglio, anche perché peggiorare era difficile) della panchina dei Cavs, hanno aperto molti spiragli in quelli che parevano equilibri granitici.
Nella Eastern Conference, ora la situazione ora è la seguente.
Fate voi le differenze esaminando questi uomini nel roster dei Cleveland Cavs. Primo piatto della bilancia: Kahlil Felder, Jordan McRae, DeAndre Liggins, Chris Andersen, Toney Douglas. Secondo piatto: Deron Williams, Andrew Bogut, Derrick Williams, Kyle Korver. Ecco quanto è migliorato il pino dei Cavs. Da quella panchina non si alzeranno quasi mai gambe freschissime, perché l’età media è di 32 anni e 3 mesi, ma il dodicesimo, al ritorno di JR Smith e Kevin Love dai rispettivi infortuni, sarà Derrick Williams. Ovvero una ex Seconda Scelta Assoluta, che, a causa di una capacità di concentrazione inferiore a quella di un cardellino, ha in gran parte deluso le aspettative, ma rimane uno capace di 13+3 col 50% al tiro come stanotte, nella sconfitta dei Cavs a Boston. E qui si inserisce il secondo motivo: i Cavs, pur nettamente migliorati, non sono più soli. Anzi, la compagnia (relativa) che potevano far loro i Raptors è stata soppiantata da quella (ben più pericolosa) che faranno loro i Celtics e che potrebbero far loro i Wizards.
Infatti stanotte al TD Garden di Boston i Celtics hanno vinto una vera battaglia vs i Cavs: partita di assaggio a quella che secondo molti sarà, in anticipo sui tempi della ricostruzione biancoverde, la prossima Finale di Conference ad Est. Una delle chiavi della gara sono stati i rimbalzi. Stranamente, rispetto alle loro cattive abitudini, i Celtics hanno vinto il confronto sotto le plance, abbastanza nettamente (49-41), e questo perché, nonostante LBJ e TTT (che ne han presi 13 ciascuno), tutti gli altri Cavaliers ne han messi insieme 15, e il dato sui reboff è chiarificatore: 6 Thompson (un vero mostro tentacolare), 5 James, 1 Jefferson…e STOP. Non che Bogut sia un drago dei reboff, ma il suo innesto tappa un buco che, con l’infortunio a Love, è diventato addirittura clamoroso. Tanto che coach Lue, un po’ perché costretto un po’ perché ama i quintetti minuscoli, ha per molto tempo giocato con delle units siffatte: Irving/Williams-Korver-Williams/Shumpert-Jefferson-James, trovando problemi, in questi casi, soprattutto in difesa, dove né Irving né il vecchio D-Will offrono protezione adeguata nell’uno vs uno delle guardie, mentre coprono molto bene le linee di passaggio, rendendo difficile la vita sul perimetro alle squadre che, come i Celtics, confidano molto nel tiro da 3 (il 39% dei tiri di Boston viene da oltre l’arco: nemmeno gli Warriors fanno lo stesso quest’anno, anzi solo Cleveland col 39.5 e Houston col 46.5 hanno fiducia maggiore nel tripleggiare). Il punteggio finale è stato 103-99, la gara è stata decisa solo negli ultimi 105 secs, da una tripla di IT4 e da una difesa che merita la parola “perfetta” di Bradley (finalmente tornato in campo) su Kyrie. LBJ ha messo in opera la tripla-doppia numero 49 in carriera (28-13-10), 28 anche per Kyrie con 11/19 al tiro, mentre, per i Celtics, Thomas ha avuto la sua diciottesima gara tra i 30 e i 39 pti, aggiungendoci anche una stoppata su TTT; Smart ha preso 2 sfondamenti cruciali di Derrick Williams negli ultimi 2 mins di gara, e Crowder ha messo 17+10 con 3/5 da 3.
A proposito di gerarchie che cambiano, altro capitolo della notte è stata la W corsara di Washington in Canada, con la quale Capitol City ha superato (105-96) Toronto issandosi al terzo posto della Eastern. E il bello è che la superiorità Wizards non è quasi mai stata in discussione: dopo un primo quarto interlocutorio, nei due periodi successivi John Wall e compagni hanno rifilato 58-34 ai Raptors, gestendone il ritorno nel quarto periodo. Coach Scott Brooks è un altro che non ha paura dei quintetti piccoli, e nel suo caso lo smallball estremo con Gemello Markieff da 5 ha anche il risultato di migliorare la difesa. I soli 18 minuti di Gortat, centro vero, grande attaccante ma difensore da far accapponare la pelle, sono infatti la chiave per la grande stagione che, dall’inizio dell’anno in poi, Washington sta avendo: Oubre jr, il neo arrivato Bogdanovic e anche il giovane Ceco, Satoransky, che agisce da cambio di Wall con compiti difensivi, sono il nerbo della second unit degli Wizards. Se contate che W-All-Star ripete ogni notte quel che ha detto ai Raptors, e anche meglio, (12-4-13 con 2 rec e 1 stoppata) e che anche Beal fa lo stesso (23 con 17 tiri)..beh il quadro che sta dipingendo Washington ha orizzonti non del tutto definiti, ma colori bellissimi. Discorso opposto per Toronto: aver perso il ruolo di vice-Cavs pare aver causato un contraccolpo psicologico alla squadra, che nelle ultime 20 gare ha perso 11 volte. La confusione in Canada si trova anche nella gestione del tutto malaccorta dell’infortunio di Lowry, il cui polso è stato mal trattato: era rotto ma la diagnosi non era stata precisa, e il Subcomandante ha giocato l’AllStarGame col polso rotto prima di venire fermato. Sottoposto a intervento, tornerà alla fine di Marzo.
Venendo alla Western Conference, l’evento che potrebbe aver cambiato la storia di questa stagione è ovviamente l’infortunio a KD, ma non solo. E’ una tegola senza fine, quella che è finita addosso a Golden State, ma il fatto di esser tornati quelli di due anni orsono (GS ha firmato Matt Barnes, ma cambia poco) però senza Bogut e con Iguodala due anni più vecchio, è anche peggiorato da altri due fattori: la costanza dei SA Spurs e l’esplosione dei Rockets. Houston stanotte ha fatto a fette i Clippers: ha tutto il tempo di migliorare, ma Clippertown in questa gara è sembrata una squadra del 1970 vs una del 2040. Giocatori lenti e spaesati sul campo, allenatore lento e spaesato sul pino; del tutto impreparati ad affrontare la creatura di Mike D’Antoni, che, come ricordato, prende da oltre l’arco, mediamente, il 46.5% dei suoi tiri. Stanotte sono stati molti di più, 52 triple su 87 tentativi dal campo. Infilate: 20. E che tutto si sia svolto sì in fretta ma con selezione e precisione chirurgiche sta nell’osservare che i Rockets hanno vinto di 19, tirando meno volte (87 vs 94), pur prendendo quasi il doppio dei rimbalzi degli avversari: 62 vs 36. Il fatto che la squadra che vince largo e tira meglio catturi anche 26 rimbalzi in più (dato parzialmente intaccato dalle 16 perse vs le 7 dei Clippers: altrimenti il passivo non sarebbe stato “solo” di 19pti) è sintomatico di un ingranaggio che sta diventando molto di più che una mina vagante ad Ovest; ormai è una presenza ingombrante e minacciosa sia per Warriors che per Spurs. I quali sono tornati a casa dopo il solito RodeoTrip di Febbraio. Infatti, dopo la metà di Febbraio, a San Antonio arriva il Rodeo. E il Rodeo è più importante di tutto: siano guerra, santi o gli Spurs. Così Pop e i suoi stanno in giro per un paio di settimane, e di solito la gara del ritorno ad Alamo è come un vaticinio: se va bene, si prospetta una stagione con delle soddisfazioni in fondo. Vaticinio positivo: gli Spurs sono sopravvissuti (100-99) ad un serio attacco degli Indiana Pacers e di PG13: 22+6 per The Revenant, e anche 16+6 di Myles Turner, che ha consacrato la propria maturazione infilando il tiro che aveva dato ai suoi il vantaggio a 99, poi cancellato dal game-winner di Kawhi: 31-10-2 con 3 rec per The Hidden MVP.
Siamo stati molto lunghi per illustrare le nuove dinamiche di ognuna Conference, ora andiamo in rapid fire per le altre gare. SUPER GALLO (22 con 11 tiri) e tripla-doppia per Jokic (13-14-10, ricordatevi che è un centro e che Stefano Michelini alle Olimpiadi diceva che non poteva giocare a basket….molto meglio Tessitori, vero coach?) nella W di Denver su Milwaukee: i Nuggets di Danilo rafforzano il loro PO spot. Vince dopo un secolo Brooklyn, che supera i Kings con 24+8 di Gemello Brook; Utah si prende un giorno di vacanza e viene subissata 107-80 dai Lupacchiotti, con KAT a 21-15-3; i Pelicans vincono vs i Pistons (Monociglio 33-14-3, Boogie scontava un turno di sospensione), e, pur amando i nostri mirtilli, se a Detroit il migliore è Jon Leuer (22+7) le speranze di W sono nulle; ufficialmente privi del loro futuro per il resto della stagione (Embiid e Simmons hanno finito l’avventura per quest’anno per cercare di tutelare i loro fragilissimi fisici), i Sixers hanno preso solo sberle dai Miami Heat (Whiteside 15-11-3 con 4 stoppate) che ormai hanno i Pistons nel mirino per l’ottavo posto ad Est; vincono faticando gli Hawks (Millsap 18-8-10) in casa vs i Mavs (HB 25-4-4 con 2 rec, Ferrell 9 con 11 ass); infine, brodino per nulla consolatorio per i Knicks che battono i Magic ad Orlando avendo 20+9 da Porzingis.