Mancano tra 19 e 23 partite alla fine della regular-season NBA.

La Playoff-Picture si sta componendo e, pur essendo ogni notte un po’ differente, sta evolvendo in direzione contraria a chi insegue le prime 8 di Est e Ovest. Detroit, Clippers, Utah sono oltre o poco sotto il 50% W-L, ma chi sta davanti non sembra rallentare a sufficienza per far loro posto.

 

Cominciando dalla Eastern Conference, troviamo subito uno scontro cruciale, a Detroit, tra Pistons (9 Est) e Bucks (7 Est), vinto dalla nuova città di Blake Griffin (110-87). Pistons aiutati dalla saggia idea avuta su come fermare lo Pterodattilo Greco: accecarlo. In uno scontro di gioco l’occhio destro di Antetokounmpo ha avuto la peggio, e infatti si è fermato qualche mins sotto (30) al minutaggio medio, e parecchia ciccia in meno (11-3-2, 4 perse). Per Detroit cero acceso al pino, che ha segnato due terzi dei punti mettendo 4 componenti in doppia cifra: tra gli starters salvi solo Bimbone Drummond (15+16) e Reggie Bullock (16-2-3), prodotto di UNC che pare aver trovato il ritmo adatto a mostrare il proprio talento dopo 5 anni pro difficili (figlio della violentissima Baltimora, la sorella è stata uccisa a revolverate, mai trovato il colpevole o un plausibile movente). A MIL torna a calpestar le tavole Sean Kilpatrick, uno di quei mirtilli che ogni tanto scoviamo nel sottobosco NBA. Erano in campo anche le reginette dell’Est, Toronto e Boston sempre divise da mezza partita. I Canadesi hanno vinto (117-104) ad Orlando, tirando quasi il 55% dal campo e trovando il Subcomandante Lowry capace di 17-7-11 quasi senza sforzo; i Magic, dopo aver lasciato andar via Payton, stan offrendo molti mins ad Hezonja, e il Croato sta ripagando, imitando in parte quel che Satoransky sta facendo a WAS: per Marione 17 con 3/3 da 3 in 19 mins. Boston, al TD Garden, si è sbarazzata degli Hornets. Dal ritorno di Smart la difesa Celtics è tornata a lavorare bene: sembra ironia sottolinearlo al termine di una gara finita 134-106, ma vanno guardati i parziali: 67-59 Celtics il primo half, 67-47 il secondo. Il giro di vite nel secondo tempo è cosa classica per i Celtics, mentre non sempre riescono ad essere così regolari in attacco: stanotte è stata una delle pochissime gare (diciamo da 3 anni compreso questo) che non hanno fatto registrare minuti eterni di siccità: 63% dal campo compreso il 60% da 3; era questo quel che il progetto biancoverde prevedeva senza l’infortunio a Hayward. Kyrie 34 in 25 mins, Baynes (bel duello vs Howard) 12+10 in 22’, Kemba fino a che ha potuto ha tenuto a galla CHA terminando con 23 in 25 mins. Qualche nota su altri due Calabroni: forse sta ritornando sul pianeta Michael Carter-Williams, talento fuori epoca (pg altissima e con poco tiro da fuori: tempismo zero ma stanotte 14-2-2 con 2 rec e 3 stoppate, oltra a 5/5 dal campo), mentre sta evidenziando grandi limiti di ego e intelligenza uno che prevedevamo avesse grande impatto: Malik Monk gioca poco e tira sempre, letteralmente: ha toccato il pallone 10 volte tirando 7, mettendo 1; sia Baynes che Kemba (5/5 e 8/8) hanno sbagliato il loro primo tiro solo nel secondo tempo. Dopo esser stata una delle migliori tra metà Genn e la pausa per lo ASG, Indiana (5 Est) ha perso 3 delle ultime 4, compresa quella di stanotte vs gli Hawks: orribile per i Pacers Oladipo (22 ma 25 tiri, mentre ATL ha dato prova di grande distribuzione (6 in doppia cifra, tutti a segno gli 11 impiegati). Cominciamo ad abbandonare l’Est con la W corsara di Golden State (2 Ovest) a Washington (4 Est), in una gara quasi sempre condotta dai Californiani. WAS ha creato 20 tiri in più, ma ha messo 1 canestro in meno: molto facile a volte spiegare un gioco che, dopotutto, ha uno scopo preciso e stanotte dimenticato dagli Wizards; Beal+Oubre 7/31, per es.  KD 32 pti, Iggy 7 rimbalzi, Dray-G 11 ass i massimi per GS, a testimoniare che solo loro possono battersi, al netto di nefandezze arbitrali. Non è casuale infatti che le due formazioni che più si stanno lanciando in commenti e crociate su presunti soprusi da aprte dei refs siano i Rockets (1 Ovest) e OKC (7 Ovest), le due franchigie che “ci credono di più” nella battibilità di Golden State. Houston ha vinto (105-92) a ClipperTown (9 Ovest) con 22+14 dello Svizzero e 22 alla panchina di Gordon; per i Clippers sempre infortunato Gallinari: anche quest’anno ha giocato meno di un terzo delle gare (19 su 60) e in tutta la sua carriera NBA (ormai 10 anni) è stato in campo solo il 58% delle volte disponibili……In una gara tra derelitti i Suns hanno battuto Memphis (110-102) con 19-4-10 dell’ex Magic di cui sopra, Payton. Restano OKC e Spurs. Gli Speroni (4 Ovest) hanno perso in casa vs Nola (5 Ovest), acuendo la propria crisi che parla di 3-7 nelle ultime 10. Pop anche sfortunato nel perdere, già assente Gasol, anche Aldridge (caviglia, nulla di serio, ma lui è l’architrave dell’attacco) dopo 13 mins. I quintetti di SA sono assai precari quando si va alla panchina: stanotte, ancora sopra di 5 a 3’ dalla fine, è stato fatale aver tenuto troppo in campo Parker e Manu; parziale di 9-3 negli ultimi 120 secs per Nola e W. Il solo canestro degli Spurs nel finale è stata una tripla di Dejounte Murray (18-9-5, il nostro vaticinio di steal of the Draft 2016 e top10 SOTD Ever si sta avverando). Per i Pelicans 26+15 di Monociglio, ma soprattutto un Rajon Rondo dei bei tempi: quando lo scontro è prestigioso lui si accende sempre, 13-8-12 con 1 rec. Infine  OKC, che si salva in OT a Dallas (111-110). Numeri: in 18 mins i Thunder vanno +15, poi però hanno una pg da 9 perse (7.2 di media nelle ultime 4 gare) non ideale per gestire i vantaggi, e in 21 mins finiscono sotto di 5 (-23 parziale). Le riserve restituiscono il campo ai titolari sopra di 2, La pg di OKC perde un pallone, sbaglia 3 tiri poi finalmente al primo passaggio trova Felton per la tripla. Insomma, quel che vogliamo disperatamente farvi capire è che Russell Westbrook non è affatto la pg dei vostri sogni, se il sogno è vincere l’Anello. Stanotte ancora una volta secondo tempo perso (57-46) e supplementare vinto grazie alle difese di PG13m contro una squadra con poco interesse a vincere (migliore Mavs, Harrison Barnes, messo in campo per meno di 6 mins nel quarto periodo, Nowitzky solo pino in OT).