Giorni strani nella NBA, nel basket in generale a dire la verità, ma ci concentreremo sui pro USA.

Lasciando dunque da parte gli intrecci di sapore nostrano ed europeo, oltreoceano vediamo accadere una cosa e subito dopo il suo contrario. Steph interrompe un record: la clamorosa, meritata, larghissima sconfitta di GS vs i Lakers (partita dell’ex per coach Luke Walton) ha visto terminare la sua striscia di partite con almeno una tripla; subito dopo Steph stablisce un record: ovvero, comincia la nuova striscia ritoccando il record di triple in una sola gara, portandolo a 13. Nella cifra che, sullo score della gara, viene immediatamente dopo il 13, notiamo, con un certo disgusto per noi stessi e quel che eravamo quando giocavamo, che ha avuto bisogno di 17 tiri per fare il record, cioè che il Fratello Splash ha tenuto il 76.47% da 3 nella gara. Il record, finito l’attimo dello scintillìo e dell’ammirazione, ci dice però anche altro. E’ stato ottenuto nel corso di una gara combattuta, in cui gli avversari di GS, i Pelicans del fenomenale Monociglio Davis, sono stati anche avanti nel punteggio e sempre a contatto. Gara vera dunque, e indicazioni probanti sul gioco degli Warriors. La più importante è questa: dei 13 canesstri, solo uno è stato segnato da Steph con la minuziosa arroganza del suo palleggio. A parte due che sono nati da recuperi di fumbles (sempre commessi da Dray-G e salvati da Steph), nelle altre 10 occasioni Curry ha sempre ricevuto uscendo da un blocco o da un taglio, quindi in assenza della palla dalle sue mani fino al momento decisivo. Una delle assolute necessità di quest’anno per coach Kerr, nata dagli eventi delle scorse Finals, è trovare il modo di non far picchiare troppo Steph; quindi meno palleggi, meno avversari sdraiati, più ricezioni e meno botte. Ovviamente a questo cambiamento non è estraneo l’arrivo della terza punta di diamante, Kevin Durant. Tra i commentatori italiani forse siamo stati i più severi nell’evidenziare i difetti degli Warriors ‘16/’17, ma bisogna anche rilevare che, una volta ancora, alla Oracle stanno elaborando una strada, una possibilità di basket finora mai percorsa. Il laboratorio cestistico della Bay Area sta tentando una versione estremissima dei big-3, una di quelle su cui noi benpensanti incapaci di sognare ci poniamo le domande figlie del dubbio e forse della cecità: e chi difende, io?..oppure: e con quanti palloni pensano di giocare? Pierce-Allen-Garnett…James-Wade-Bosh, per citare i più recenti esempi, erano terzetti in cui le rispettive capacità/propensioni offensive e difensive erano meglio distribuite, secondo quella che fino a quel momento era stata la storia dei giocatori. Questo terzetto di GS invece, e nonostante Fratello Splash Klay sia un signor difensore, è sbilanciato verso il lato offensivo del campo. Trovare il calibro tra Curry-Thompson-Durant aprirebbe le porte a spazi, centimetri, soluzioni cui pochi hanno pensato sinora, e quindi ingoiamo le nostre cecità e i nostri dubbi e staremo attenti a studiare questo fenomeno. Prima di parlare del resto della nottata NBA, restiamo alla Oracle per dare uno sguardo ai poveri Pelicans, respinti ancora nel loro tentativo di trovare la prima W stagionale. Dopo la gara persa in OT (e anche parecchio buttata via) contro Phoenix, Nola ha subìto un’altra sconfitta difficilmente replicabile: ha giocato un’ottima aprtita, solo che si è scontrata contro l’orgoglio degli Warriors (dopo la schifezza recitata vs LAL) e di Steph (dopo il record interrotto). Per loro citiamo i 33+13 di Monociglio e i 13-4-10 del nostro amato e sfortunato Tim Frazier.

E gli altri? Hanno il volto soprattutto di Steve Clifford, coach degli Hornets. Un allenatore molto sottovalutato, secondo noi. Un allenatore che oltre all’evidenza del suo lavoro ha un altro innegabile pregio: piace a MJ. Uno di quelli che parte da tre concetti: difendiamo prima, perdiamo pochi palloni poi, e nascondiamo i nostri difetti come mezzo per esaltare i nostri pregi e migliorare. Migliorare: non so se avete in mente la meccanica di tiro di Michael Kidd-Gilchrist, tiri liberi compresi..se la risposta è no son contento per voi. Una sf di chiara impronta difensiva cui è meglio non chiedere tiro da fuori, sia perché non lo mette mai sia perché è orrendo da guardare. Sotto Clifford MKG ha posto fisso in quintetto e licenza di tirare quando vuole: alla lunga questa cura produce effetti positivi, grazie anche all’autocontrollo del giocatore; quando ne sbaglia un paio di troppo da fuori, rimette sotto la testa e recupera palloni, ma ci sono serate come quella appena passata, contro i Pacers (PG13 irriconoscibile: 10 con 4/12) in cui mette lui tutti i primi 10 punti dei suoi, nei primi 4’ di partita, e termina con 13 pti e il 100% al tiro. Una squadra che di solito segna pochissimo, con atavici problemi di % di tiro, stanotte ne ha mandati 8 in doppia cifra e ha segnato 122, quindi 27 in più di quelli che Papa John’s Pizza richiede per offrire il 50% di sconto a tutti i possessori del biglietto della gara. Il Beli 12-3-4 con 3 rec in27’ di parquet. Restiamo a Charlotte. La città ha perso l’organizzazione dell’ASG 2017 a causa di una legge dello Stato (a guida repubblicana, Pat McCrory) chiaramente vessatoria nei confronti di LGTB sull’uso delle toilettes nei locali pubblici, incluse le Arene sportive. Ora, in coincidenza delle Elezioni Generali per la Presidenza, anche alcuni Stati dell’Unione voteranno per il nuovo Governatore: se venisse eletto un Democratico, e ritirasse la legge, la NBA ha già informalmente fatto sapere di rivalutare la posizione del North Carolina e dunque di Charlotte in vista dell’ASG 2018.

Gli altri risultati della nottata.
Utah quasi al completo continua a guadagnare posizioni e batte i Sixers a Phila (104-86, ma Covington è guarito: 3/4 da tre per 12+8); altra W in trasferta quella di Houston a Washington (114-106, Harden 32-6-15); trentello dei Bulls ai Magic (112-80, Taj Gibson 16+11, 89 tiri per Chicago, solo 19 da 3); OKC fa fuori Miami con la prima doppia-doppia di Domantas Sabonis (15+10) e Clippertown rifila 32 ai Pistons con una quasi tripla-doppia di Blake Griffin (13-10-9).