Dopo la nottata precedente, che aveva visto i Cavs distruggere i Pistons, tirando col 60% dal campo, gli Warriors faticare tanto contro i Sixers e Westbrook trovare la trentatreesima tripla doppia stagionale, ci avviciniamo alle gare della notte, tante e importanti.

VERIZON CENTER, WASHINGTON DC. DALLAS MAVERICKS 112 – WASHINGTON WIZARDS 107

Con altri 10 degli oltre 30’000 di Dirkone, nel quarto periodo i Mavericks espugnano il Verizon Center di Washington. Gli Wizards sembrano avere il controllo dall’inizio, salvo poi addormentarsi totalmente durante l’atto finale, in cui Seth Curry e Nowitzki si accendono, nessuno tra Morris e Gortat riesce a difendere in maniera credibile sul tedesco, ed il risultato è il quarto più prolifico della stagione dei Mavs: 39 punti segnati. Seconda sconfitta consecutiva per gli uomini della capitale, ora equidistanti con due gare di differenza dai Celtics che li precedono e dai Raptors che li seguono. 20 di Nowitzki, 19 di Curry e 22-9 di un grande Harrison Barnes per i Mavs; 26 e 11 assist di Wall, 24 di Beal e 19 di un sempre più chirurgico Bogdanovic per gli sconfitti Wizards.

BANKER’S LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. CHARLOTTE HORNETS 77 – INDIANA PACERS 98

Quando ad Indianapolis il ritmo rimane basso e Paul George è in serata difficilmente si vince. Escono battuti infatti gli Hornets, dominati da un PG13 da 39 punti frutto di un impressionante 15/21 dal campo e 6/10 da 3. George e compagni devastanti su entrambi i lati del campo, tengono a mezzo servizio Kemba, che chiuderà con soli 7 punti ed un solo viaggio in lunetta. Nella confusione è Kaminsky a prendere il grosso dei tiri e a trovare il ventello, benché troppo costoso in una partita dai possessi limitati. 11 con 10 tiri di Belinelli e 16 di Monta Ellis in uscita dalla panchina, coach McMillan parte infatti con CJ Miles da guardia, schierando un quintetto gigantesco, dalla ottima solidità difensiva e comunque capace di aprire il campo coi tiratori.

TD GARDEN, BOSTON. MINNESOTA TIMBERWOLVES 104 – BOSTON CELTICS 117

Di questa gara potremmo avere migliori notizie da qualcuno che era presente nei prossimi giorni. intanto possiamo parlare di  una gara costantemente controllata dai Celtics, che pur non trovando mai lo strappo per raggiungere la grande differenza numerica insegnano parecchio ai lupacchiotti. 27 di IT4, accompagnato da un Horford finalmente lucido e d’impatto, che si accaparra qualcosa di simile a una tripla doppia da 20-9-8 con 2 stoppate. Con Wiggins e Towns costantemente condizionati dalla difesa di Boston e dunque imprecisi, ci pensa inspiegabilmente Rubio a dare qualche certezza all’attacco di Minnie. Lo spagnolo trova 23 punti con 3/5 da 3, prestazione abbordabile per ogni discreto realizzatore NBA, cosa che però Ricky non è.

AMERICAN AIRLINES ARENA, MIAMI. NEW ORLEANS PELICANS 112 – MIAMI HEAT 120

Vittoria importante per Miami, che pareggia il record dei Pistons all’ottavo posto e si porta a mezza gara dai Bucks settimi. La gara seppur di un livello non altissimo è di quelle che si lascia guardare. A indurre qualche perplessità per NOLA è ancora l’equilibrio tra Davis e Cousins, che nelle ultime uscite sembra essersi stabilizzato sulla base di: “stanotte faccio 30 io, domani tu”. Heat trascinati da quelli che sono ormai i due big dogs, Dragic ne infila 33 con 5 triple, arrivati tutti in momenti in cui smebrava mancare ossigeno e continuità ai suoi, Hassan ne trova invece 20 col tempo di tirare giù anche 17 limoni dall’albero. Per Nola 27-8 di Davis e 19-9 di DMC, accompagnati dagli 11 di Holiday e dai 18 di Moore, che praticamente prende ogni tiro possibile quando c’è in campo la second unit, se così si può chiamare, di coach Gentry.

THE PALACE OF AUBURN HILLS, DETROIT. UTAH JAZZ 97 – DETROIT PISTONS 83

Back to back fatale per i Pistons, che annichiliti da LBJ e respinti con perdite dai Jazz, vedono sgretolarsi quelle già labili certezze di post-season che speravano di avere. Gran prova di squadra come sempre dei mormoni, che approfittano della stanchezza e della confusione dei Pistons, che in queste condizioni contro i Jazz non hanno la minima possibilità. In cinque in doppia cifra per gli ospiti, tra cui spiccano i 25 di Hayward ed i 17 di Hill; dall’altra parte 16 di Ish Smith e davvero poco altro da segnalare.

TOYOTA CENTER, HOUSTON. LOS ANGELES LAKERS 100 – HOUSTON ROCKETS 139

Ennesima rivalsa di D’Antoni sui Lakers e prima per Sweet Lou Williams, che rifila il trentello dell’ex ai gialloviola, contribuendo alla terribile imbarcata subita dai ragazzi di Walton. Harden trova la sua sedicesima tripla doppia stagionale, sfiorando la quadrupla con 9 palle perse (18-12-13), fa girare al meglio i suoi e porta a casa un’altra vittoria dopo aver fatto girare la testa ai Cavs. Gara di fatto già terminata dopo il primo quarto, in cui la prima ondata dei Rockets produce un vantaggio di 11 lunghezze che non verrà mai più scalfito dai Lakers. La seconda ondata, termine col quale in genere definiamo le folate degli Warriors, e che si addice sempre di più a quelle di Beard e compagnia, arriva nel quarto periodo. In un misto di garbage time e momenti in cui nessuno sembra poter mancare un colpo, i Rockets ne infilano 46 in 12 minuti. Unica nota positiva per gli sconfitti il trentello di Randle, completamente abbandonato in difesa dai suoi compagni.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. PORTLAND TRAIL BLAZERS 110 – SAN ANTONIO SPURS 106

Probabilmente la gara più bella della notte, due modi di giocare contrapposti, stavolta la spunta quello che fa perno maggiormente sull’attacco. Partita che gli esploits ad alto ritmo dei Blazers tengono sempre viva,fatta di tantissimi cambi di vantaggio e nessuna delle due compagini che riesce a controllare per davvero. Tutto si decide nel quarto periodo, in cui i Blazers appaiono leggermente più lucidi e più in grado di stringere l’imbuto di SAS che fa mangiare palloni a Kawhi e Aldridge. Dopo un piccolo ma decisivo parziale a favore Lillard mette la vittoria in ghiaccio, l’unica speranza per gli Spurs sta nello sbagliare un tiro libero, prendere il rimbalzo e cercare di pareggiare. Ginobili si presenta in lunetta e tira una cannonata sul ferro lungo, che sfortunatamente entra comunque in fondo alla retina e fa abbandonare ogni speranza. 34-9-6 di Kawhi in un’altra prestazione da MVP, bilanciata e superata però dai 62 punti in combinata di Dame e CJ.

UNITED CENTER, CHICAGO. MEMPHIS GRIZZLIES 98 – CHICAGO BULLS 91

Ottima prova in trasferta dei cattivissimi Grizzlies, che non hanno pietà delle difficoltà dei Bulls e sbaragliano lo United Center. Ormai quasi al completo in attesa di Parsons, i ragazzi di coach Fizdale si fanno guidare da Conley e Marc Gasol, che chiudono entrambi con 27 punti, banchettando della spesso pigra difesa di Hoiberg. Discrete prove per RR e Mirotic, i grandi esclusi degli ultimi tempi, ma comunque spesso fuori ritmo nel rispondere agli avversari. 17-6-8 di Rondo e 14 per Mirotic, stesso score per Jimmy Butler.

TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. SACRAMENTO KINGS 107 – PHOENIX SUNS 101

Due squadre in piena rifondazione, forse leggermente più avanti Phoenix nel processo, ma stanotte i Kings hanno avuto la meglio. La chiave della partita va ricercata nel pitturato, dove un troppo molle Len ed un poco impiegato Chandler non riescono ad arginare un ragazzino al suo vero debutto NBA. Skal Labissiere, tra i più chiacchierati durante l’ultimo scouting, dato inizialmente con top ten e successivamente meno quotato dagli osservatori, scelto alla ventottesima fondamentalmente per limiti fisici. Limiti fisici e d’intensità sì, perché il talento dell’haitiano da Kentucky è indiscutibile. Stanotte ha mostrato ciò di cui è capace trovando 32 punti, di cui 21 nell’ultimo quarto con un tocco incredibilmente morbido per 211 cm d’altezza. Sono proprio i 21 nell’ultimo periodo a consegnare la W ai Kings del post DMC, che senza dilungarsi ancora sulla scelta societaria, sicuramente lascia spazio a Skal e Cauley-Stein.

STAPLES CENTER, LOS ANGELES. MILWAUKEE BUCKS 97 – LOS ANGELES CLIPPERS 96

Con Chris Paul ancora a mezzo servizio, i Clippers non riescono a dare alla gara l’intensità che potenzialmente avrebbero, concedendo la rimonta sul finale ai Bucks. I ragazzi del Wisconsin rispondono colpo su colpo a Blake e DeAndre, senza trovare nessuna incredibile prestazione individuale, a parte quella difensiva del nostro Pterodattilo Giannis. 6 punti e 7 assist per CP3, 22-17 di DAJ e 18 di Griffin per gli sconfitti; 16-5-5 di Antetokoumpo e 16 di un Middleton non ancora al 100% per i Bucks.