Recap Royale, sulla passata notte NBA, per un valido motivo: mai nome fu più meritato.
Alla palla a due delle tre gare che prenderemo in esame, stavamo per assistere a confronti diretti tra 6 delle prime 8 squadre della NBA. Nessuna di loro, nemmeno quelle sconfitte, ha tradito le attese, per una notte davvero perfetta. La NBA è il placido, sacro fiume in cui ristorarsi dopo una settimana di Champions League FIBA seguita ad una settimana di qualificazioni europee. Brrrrrrrrrr…..
BANKERS LIFEHOUSE ARENA, INDIANAPOLIS. CLEVELAND CAVS 102 – INDIANA PACERS 106
From Pacers to Pacers. Il 1 Nov scorso i Cavs perdevano (male) in casa vs Indiana, subendo 124 pti e il gioco di squadra dei Pacers, capaci di 35 canestri assistiti su 44 (72% circa, max stagionale per i ragazzi di coach McMillan): da quel momento, solo W per LBJ&Co, 13 in fila fino a stanotte. La cosa più mutata da quella gara è stata, per Cleveland, la difesa, e immediatamente dopo l’introduzione di Josè Calderon nelle rotazioni, a volte in quintetto come stasera. Calderon, vecchio-poco atletico-pallido-lento, è fondamentale perché è un vero point-man, cosa che nei Cavs manca drammaticamente. Migliorare la difesa era l’altro passo necessario per diventare squadra. Il grande assemblaggio dei Cavs può riuscire e sta riuscendo, ma ci sono ancora difetti da limare. Difesa in transizione: tuttora ridicola perché spesso i Cavs tornano in tre soltanto e, dei tre, due su un avversario solo e LBJ torna solo se vede chances di stoppatona da social network. Playmaking: LBJ da pg è la fine dei Cavs, e prima qualcuno farà capire la cosa a James, meglio sarà. Da questa considerazione partiamo per dire della gara di stanotte: sempre a punteggio stretto (max vantaggio un + 8), ha avuto il punto di svolta tra fine terzo e inizio quarto periodo, quando Calderon è stato panchinato, e per un po’ James ha giocato da pg, venendo fatto poi riposare lasciando minuti a un quintetto sciagurato. Wade-Korver-Jeff Green insieme a Frye ed Osman. La Unit con i primi 3 contemporaneamente in campo è, stats alla mano, una delle meno efficaci per Cleveland, una specie di Bacio della Morte autoinflitto; insieme all’assenza di Calderon (appena uscito lui, due infrazioni di 24 secs quasi consecutive) ha dato luogo a un complessivo -12 (da +6 a -6) da cui i Cavs non sono riemersi. Indiana ora: gara sulle spalle essenzialmente di 3 giocatori, Oladipo-Turner-Sabonis, cui va aggiunto il grande lavoro difensivo di Bogdanovic il Croato su LBJ. BB ha sì incassato il solito fatturato dal Prescelto (29-10-8), ma, appunto, ha concesso a James nulla più di quel che di solito viene messo in conto, e questo, da parte di un bianchetto poco considerato per la difesa, è di certo uno dei pilastri della W. Myles Turner (15-7-3 con 3 stoppate, regno del quale attualmente è il Signore della NBA a 2.7 di media) ha dato prova di sempre maggiore maturità, alternando fiondi dal perimetro e giocate in area (uno coi suoi mezzi fisici non può+non deve evitare il pitturato). Oladipo (33-8-5) conferma di aver trovato la casa ideale ad Indianapolis, dopo i bagliori inutili di Orlando e la brutta parentesi ad OKC: è nei primi 3 per incremento punti segnati rispetto la scorsa stagione (+7.6), è uno dei soli quattro giocatori (con James, Cousins e lo Pterodattilo Greco) ad annotare di media almeno 20-5-4 con almeno 1 stoppata ed 1 rec, ed è un credibile pretendente per il Most Improved Player. Non è solo la sua capacità di segnare, ma anche il momento: ha respinto lui ogni tentativo di allungo dei Cavs, e ha riportato lui, con 8 in fila sul morir del terzo quarto, avanti i Pacers durante l’allungo ricordato sopra (82-81). Compagno di Oladipo ad OKC, anche Domantas Sabonis ha giocato 20 mins di qualità stellare: 9+9 con inizio da 3/3 dal campo. E’ un gran peccato che Larry Bird (auguri per i 61 anni), che ha partecipato parecchio alla costruzione di questa squadra cominciando dalla scelta di McMillan per il pino, abbia dato le dimissioni.
AT&T CENTER, SAN ANTONIO. BOSTON CELTICS 102 – SA SPURS 105
Perdere come ha perso Boston fa male, ma non tanto se si guarda alla realtà tecnica della sconfitta. Maturata per due distrazioni e due contemporanei capolavori dello stesso giocatore nella stessa situazione: il buzzer-beater con tripla. Manu Ginobili, infatti, ha prima segnato allo scadere del primo half facendo diventare -1 quello che era un +2 Boston (che aveva condotto anche in doppia cifra e non aveva mai lasciato la testa della gara fino alla lama dell’Argentino); poi ha imbucato la tripla del successo, complice una fatale distrazione, davvero un paio di decimi di secondo di ritardo, di Al Sapienza Horford nella chiusura sulla difesa del p’n’roll. Per il resto, gara pari tra eccellenze assolute e anche sfortunate, ricordando le assenze di Hayward e Kawhi (Leonard potrebbe tornare a cavallo del nuovo anno, Gordon dovrebbe rimuovere lo scarpone facente funzione di gesso in settimana). Riassumendo il destino della gara in una differenza rispetto al solito rendimento, diciamo che Aldridge ha ampiamente dominato Horford (2-9-3). Aldridge (27+11) sta giocando un inizio di stagione da potenziale MVP, e altrettanto sta facendo Kyrie Irving (36 con solo 21 tiri..). LMA è stato supportato da Gasol (14+11) e Rudy Gay (15+8), lasciando intendere che gli Spurs hanno vinto il confronto tra front-men; Kyrie ha avuto al suo fianco Jay&Jay, la giovane ditta (io ho 7 anni più di loro due messi insieme…) Tatum (20+8 con 2 rec e soli 11 tiri) Brown (15-5-2 col 70% dal campo e look profondi anni ’80: oltre ai soliti braghini small-size, anche un paio di occhiali da secchione, quale davvero è, causa un problema alla cornea) facendo intuire che il centrocampo è stato proprietà Celtics. Partita immensamente bella, e con geni del calibro di Pop e Brad Stevens sulle panchine non era difficile immaginarlo.
NEW CEASARS ARENA, DETROIT. GOLDEN STATE WARRIORS 102 – DETROIT PISTONS 98
Limitandoci alla presente stagione, su 27 partite solo 4 volte Golden State ha segnato meno dei 102 inflitti alla ottima difesa dei Pistons. Detroit resta una delle 3 squadre meglio allenate dell’anno, anche se un paio di sconfitte dettate più dal calendario che da reali demeriti le han fatto perdere, dopo la L di stanotte, 3 posti nella classifica della Eastern Conference: da quarti a settimi. In assenza di Steph (ma tornava Dray-G), di nuovo immenso protagonista Durant, alle cui rinunce (tiri, soldi, visibilità) per amor della squadra dovrebbero guardare altre Stelle come Westbrook o James, rivedendo loro comportamenti spesso discutibili. Dopo la tripla doppia per battere Charlotte, ecco 36-10-7 con 5 stoppate stanotte. Detroit non ha mai mollato, si è riportata sotto con una tripla di Bradley (25+4 con 4/7 da 3) per il -2 con 40 secs da giocare, ma il sangue freddo di GS nel gestire i possessi offensivi è davvero di altro pianeta. I momenti di maggior vantaggio per i Pistons sono giunti durante gli sprazzi positivi di Reggie Jackson (16-3-2 ma con 16 tiri), che, purtroppo per lui e la sua squadra, al capitolo “sangue freddo/acute gestioni” deve ancora arrivare, da cui altrettanti sprazzi negativi che il suo back-up Ish Smith (6-1-3, incolore stavolta) non sempre riesce a risanare. Non è giovanissimo, 27 anni, ma per i primi 3 di carriera è andato a scuola da Russell Westbrook, non un buon maestro di queste cose: Reggie ha tempo per imparare ancora. La vera brutta notizia per Detroit arriva dalla prova di Bimbone Drummond (8-17-4), l’ennesima pigra e subendo l’avversario diretto, tanto che VanGundy, durante l’ultima rimonta, ha giocato con Bobanone Marianovic (10-4-1 in 14 mins): la crisi di Bimbone è iniziata dopo il ko dei Pistons vs Phila, con annessa polemica in campo e su Twitter tra Drummond ed Embiid; aver perso quella disfida pare abbia fatto andar via di testa il centro Pistons. Sulla Bay Area, intanto, in assenza di Steph, sta fiorendo, timidamente, il germoglio chiamato Quinn Cook. Uno dei pochissimi che a Duke son rimasti 4 anni, undrafted 2015, tanta Cina, un po’ di Dallas e New Orleans fino alla G-League con la gemellata di GS, i Santa Cruz Warriors, e ora la chiamata tra i grandi, ben sfruttata (7 con 3/4 in 16 mins stanotte).