Secondo giorno di NBA, restano ancora 6 squadre che non han giocato. La nottata ha regalato un record negativissimo da parte dei Phoenix Suns e una splendida gara di Marco Belinelli, fondamentale nella W in trasferta e inaspettata degli Atlanta Hawks a Dallas.
VERIZON CENTER, WASHINGTON DC. PHILADELPHIA 76ERS 115 – WASHINGTON WIZARDS 120.
Debutto NBA per i giovani leoni dei Sixers, Simmons e Fultz, anche se in quintetto ci va solo Ben l’Australiano. Coach Brown infatti tiene in quintetto l’esperta pg da campetto Bayless (13-3-3), tanto il vero playmaker è proprio Simmons (18-10-5 con una sola persa e ha anche infilato i liberi). Stranamente fuori dai primi 5 Dario Saric, ma forse questo dipende dalla gestione anti-affaticamento e dalla paranoia (giustificata..) da infortuni in vigore al momento per il Croato, che da Luglio 2016 ha giocato sempre: ne ha bisogno, 3-3-2 con 1 stoppata e 1/5 dal campo. Benissimo Simmons, bene Embiid (18+13 ma 4 perse, solo 27 mins per i motivi di cui sopra), positivo Fultz anche se nulla di particolare (10 con 5/9 in 18 mins). I 76ers sono sempre rimasti a contatto, e sul 103-100 hanno avuto la tripla per pareggiare: l’hanno fallita, ma era stata sparata giustamente, nemmeno troppo marcato, dallo specialista JJ Redick (12 con 4/8 da 3); a tirare dovevano essere lui o Robert Covington, che lo scorso anno iniziò con 0/18 da 3 nelle prime gare, mentre stanotte è stato il migliore in campo (29+7 con 15 tiri di cui 7/11 da 3, ma 5 perse) insieme a John Wall. I Wizards hanno avuto un buon Gortat (15+17, utile anche il relativo minutaggio dell’avversario Embiid), e un trio di esterni capace di infilar schiacciate in doppia cifra nei ferri di Phila: Wall (28-5-8), Beal (25-6-4 con 3 rec e 1 stoppata) e Kelly Oubre. Proprio Kelly-O, giocatore tra i più in pista di lancio nella NBA, è il titolare occulto di Washington: parte Smith ma gioca solo 7’, nessun panchinaro sfora i 20 mins, a parte lui che gioca 32 per 14-8-2 con 2 rec, 2 stoppate e nessuna persa.
LITTLE CEASARS ARENA, DETROIT. CHARLOTTE HORNETS 90 – DETROIT PISTONS 102.
Debutto stagionale per Pistons e Hornets e debutto assoluto per il nuovo palazzo dei Pistons, la Little Ceasars Arena, che rimpiazza il glorioso The Palace di Auburn Hills….Auburn Hills, appunto, una specie di migrazione andarci: questo, stessa proprietà del padrone dei RedWings dell’hockey ghiaccio, almeno è in città. Ad inaugurare era presente uno dei simboli della povera Detroit che sta faticosamente provando a rialzarsi dalla crisi che ha annullato letteralmente la città (il sindaco è un ex guardia dei Pistons, Dave Bing): Eminem. Eminem non ha incitato, ha letteralmente aizzato la folla, e forse anche i giocatori, che non hanno faticato molto a sbarazzarsi degli Hornets. Il migliore Tobias Harris (27-10-3): non è il nuovo LBJ , come dissero alcuni folli ad inizio carriera, ma ormai è un signor giocatore, uno di quelli appena un cm al di sotto del Primo Livello. Ottimi anche Avery Bradley (15-2-1 con 7/10) e Langston Galloway (16+4 con 3 rec): i due nuovi arrivati sono cagnacci di talento, abbinano tecnica, difesa e impegno maniacale, piaceranno molto ai fans. Bene anche il giovane fake-5 Ellenson (13+4 in 16 mins), tranquilli sia Reggie Jackson (13-5-8) che Bimbone (8-13-4 con 2 stoppate), con la novità di un 2/2 dalla lunetta di quest’ultimo. Charlotte, come sempre, disciplinata ma stitica: segna solo Kemba (24-6-4), a parte Dwight Howard a 10 (con 15 rimbalzi) nessuno degli altri in doppia cifra. Anzi stanotte Charlotte nemmeno disciplinata: 17 perse e 73 tiri dal campo contro i 96 dei Pistons. Era assente negli Hornets Kidd-Gilchrist, motivi personali recita il referto.
GOLDEN 1 ARENA, SACRAMENTO. HOUSTON ROCKETS 105 – SACRAMENTO KINGS 100
Par condicio Hardeniana: 27 alla Oracle, 27 alla Golden 1 Arena, nel viaggio californiano che apre la stagione dei Rockets lasciando che visitino 2 tra le 5 più belle arene della NBA. Sempre avanti nel complesso i Rockets, ma mai capaci di staccarsi da dosso i Kings, già in piena sintonia col loro coach Joerger. In piena paranoia da infortuni, la sfortuna di Hayward ha segnato parecchi, D’Antoni prende molto seriamente un risentimento al ginocchio di CP3 e lo lascia a riposo. In quintetto il meraviglioso Eric Gordon di questo inizio stagionale: quasi par condicio anche per lui che ai Kings segna 1 pto più che a Golden State (25-4-3). Serata decisamente migliore dell’esordio per Clint Capela (22+17 con 3 rec), anche se il suo dirimpettaio, Willie Cauley-Stein, ha messo in fila probabilmente la migliore in carriera. Non crediamo si tratti di casualità: WCS è in rampa di lancio. Sembra svegliatosi anche Skal Labissière, precipitato nel limbo degli sconosciuti dopo che il suo rookie year è stato silente: per lui 12+10, e quintetto base per 33 mins di tavole. De’Aaron Fox ha impressionato (14-4-5), anche se Joerger lo ha tenuto fuori dagli starters; Buddy Hield pare dimagrito e tonicissimo: ne aveva bisogno e ha scritto 19-5-4. Molto del merito per la partita dura cui i Kings hanno costretto Houston deve andare al magico collante della squadra: Garrett Temple, di cui non dovete mai guardare le cifre, se non, per esempio, i 30 mins partendo dal pino o le 4 palle recuperate senza perderne. Immenso, l’ex Casalpusterlengo.
PEPSI CENTER, DENVER. DENVER NUGGETS 96 – UTAH JAZZ 106
Chissà che avrà pensato Paul Millsap (neo Nugget, 19+6 ma 5 perse) dopo la gara: lui ha perso, mentre entrambe le sue ex squadre (Hawks e appunto Jazz) hanno vinto, ed erano entrambe sfavorite. I Nuggets sono stati a lungo in controllo della gara, anche in doppia cifra, poi nell’ultimo quarto si sono bloccati, esattamente mentre cresceva la difesa dei Jazz, squadra che coach Snyder fa giocare come una formazione di Eurolega: difesadifesadifesa, l’importante è non naufragare, poi quando sei stanco ti azzanno nell’ultimo periodo. Fondamentale, anche in attacco, l’apporto di Rudy Gobert (18+10), il centro francese di 2.21 che si muove leggero e dolce come una ninfea su un laghetto quando soffia un po’ di vento. Ha nettamente vinto il duello di centro contro il Serbo Jokic (7-12-8, 3/10 al tiro, col ferro oscurato da RG). Utah è una delle pochissime formazioni al mondo, non solo nella NBA, che schiera in quintetto due veri giocatori interni: oltre a Gobert, Derrick Favors (14-4-4) il cui principale problema sono gli immancabili infortuni. Non il migliore, ma uomo-chiave dal pino mormone: Alec Burks, ritornato davvero finalmente dopo un infortunio dal recupero difficile, 16 con 7/10 per lui. Male le due pg dei Nuggets, confermando le perplessità sul reparto: Murray e Mudyai combinano per 5/14 al tiro, solo 4 assists, e 3 perse, che non sono poche messe di fianco ai piatti serviti.
TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. PORTLAND TRAILBLAZERS 124 – PHOENIX SUNS 76
I Suns subiscono, in casa, la peggior sconfitta in un season opener della storia della NBA: 48 punti di passive non sono esattamente un bel buondì ai loro tifosi. Poco da dire della gara, se non che alla fine Portland ha avuto un po’ di pietà (Lillard 30 mins, minutaggio non basso ma nemmeno integrale: 27-5-5), ma aveva extra-motivazione per vincere a Phoenix perché proprio contro i Suns era avvenuta la rissa per la quale CJ McCollum ha preso la giornata di sospensione scontata stanotte.
GLI ALTRI RISULTATI
BOSTON CELTICS 100 – MILWAUKEE BUCKS 108 (Antetokounmpo 37-13-3 con 3 rec)
BROOKLYN NETS 131 – INDIANA PACERS 140 (Myles Turner 21+14)
MIAMI HEAT 109 – ORLANDO MAGIC 116 (Hassan Whiteside 26+22)
N.O. PELICANS 91 – MEMPHIS GRIZZLIES 113 (Cousins 28+10 con 7 stoppate)
ATLANTA HAWKS 117 – DALLAS MAVS 111 (Belinelli 20-3-3 con 3 rec, 7/14 di cui4/6 da 3)
MINNESOTA T’WOLVES 99 – S.A. SPURS 107 (LaMarcus Aldridge 25-10-4)