In una nottata da 7 gare che ha visto protagonisti Harden e Westbrook, ancora autori di triple doppie di diversa fattura, a fare notizia sono le dichiarazioni di Carmelo Anthony.Quello che dovrebbe essere l’uomo franchigia dei Knicks si è esposto sugli ultimi rumours, che pare provengano se non da Phil Jackson, da qualcuno molto vicino al Maestro Zen. Melo, rispondendo ai giornalisti, ha dichiarato che se veramente l’idea di cederlo per costruire diversamente a NY esiste, bisognerà sedersi e parlarne. Non siamo lontani dalla trade deadline, e il contratto di Anthony prevede una clausola “antiscambio” a cui il giocatore potrebbe decidere di rinunciare qualora gli venisse proposta una destinazione a lui gradita. In questo senso si ipotizzano trade con Clippers o Cavaliers, squadre in cui oltre a poter competere per un anello,Melo raggiungerebbe CP3 o LBJ, entrambi membri della famosa fratellanza. Sfociando nel fantabasket, in questo ragionamento indichiamo LA come idea maggiormente realizzabile, in quanto il payroll dei campioni è già più che intasato. L’unico verosimilmente scambiabile sarebbe Kevin Love, che però sembra aver trovato finalmente il suo equilibrio tra LeBron eKyrie. A Los Angeles invece alloggia un certo Blake Griffin, la cui permanenza non è ancora cosa certa dopo gli incidenti della scorsa stagione. Per motivi extracestistici è però difficile allontanare Griffin da Los Angeles, città vissuta a pieno anche nelle zone di Hollywood; inoltre una convivenza tra Griffin, Porzingis e Noah a New York non appare affatto semplice. Pensare a trade a tre squadre, o che possano coinvolgere più di due o tre giocatori sarebbe davvero sprecare inchiostro, rimaniamo dunque alla finestra in attesa di vedere come evolverà la situazione, complicata ora come mai.

Passiamo ora alle gare della notte.

AA CENTER, DALLAS. MINNESOTA TIMBERWOLVES 87 – DALLAS MAVERICKS 98

Dallas è tutt’altro che un campo difficile in questa stagione, ma i lupacchiotti continuano a sprecare occasioni. Gara a ritmo basso, nessuna delle due squadre supera gli 80 tentativi, le percentuali sono abbastanza mediocri per entrambe le squadre. La differenza l’ha fatta la difesa di Dallas, facilitata dalla miriade di tentativi di pick&roll giocati sulla prima intenzione dagli Wolves, che come facilmente si intuisce sono andati spasmodicamente ad aggrovigliarsi con gli avversari vicini all’area non aprendo quasi mai il campo. Contro questi attacchi ed a questi ritmi i Mavericks di Dirkone tornano ad essere una squadra di altissimo livello. Senza sforzarsi troppo infatti, i Mavs vanno in doppia cifra in 6, trascinati da Nowitzki (17) e Wes figlio di Wes Matthews (19). Dall’altra parte ventelli o quasi per Wiggins, Towns e Dieng, supportati da soli 10 punti provenienti dal pino, appartenenti tutti al solo Bjelica.

AIR CANADA CENTRE, TORONTO. NEW YORK KNICKS 101 – TORONTO RAPTORS 116

Risultato che avrebbe potuto essere molto più roboante, ma i Raptors si sono potuti permettere di tirare i remi in barca molto presto. L’ultimo quarto, dedicato quasi interamente al garbage time, va nettamente a favore degli ospiti, che però hanno dimostrato di non poter quasi mai competere finché si è giocato per davvero. L’attacco spesso statico di New York di stanotte è simile a quello di Toronto per le scelte, con la sottilissima differenza che da una parte c’era quello che è probabilmente il miglior giocatore da middle range al momento, mentre dall’altra un incerto Carmelo ed un disattento Rose. DeRozan chiude a 23 in 28 minuti, meritando riposo e lasciando spazio a Norman Powell, che si unisce a DMDR e Valanciunas nel club dei ventellisti della serata. Dall’altra parte i Knicks senza Porzingis vengono guidati da Melo (18) e D-Rose (16).

PHILIPS ARENA, ATLANTA. MILWAUKEE BUCKS 98 – ATLANTA HAWKS 111

Partenza lanciata per entrambe le squadre, con Atlanta che trova il primo strappo nel secondo quarto, dalle dimensioni contenute ma decisive, che Milwaukee non riuscirà mai a ricucire del tutto. A fare molto più che provarci è stato il nostro Grande Grosso Pterodattilo Greco, che coi suoi 33-8-6 +3 stoppate tiene praticamente da solo i Bucks in linea di galleggiamento. Solo sì, perché nessuno a parte Brogdon e Monroe riesce ad andare in doppia cifra e farsi trascinare a dovere da Giannis. Tra gli Hawks invece spiccano le prestazioni di Dwight Howard (16-14) che come al solito domina quando non si trova di fronte ad avversari degni, di Bazemore che chiude a 24 e di Dunleavy, che nel sostituire parzialmente Korver si comporta piuttosto bene: 20 punti e 4/5 da 3.

BARCLAYS CENTER, BROOKLYN NY. HOUSTON ROCKETS 137 – BROOKLYN NETS 112

Passeggiata a Brooklyn per i Rockets, che giocando contro una difesa del genere possono tranquillamente arrivare ai 150. Harden raggiunge un’altra tripla doppia da 22-11-11 senza nemmeno accennare allo “hero ball”, in una splendida esibizione da allenamento del sistema di D’Antoni. Houston corre e tira come recita il mantra del suo coach. Impossibile contrastare i Rockets quando giocano così, impossibile giocare così per 48 minuti se l’avversario è degno… Ma stanotte la gara in calendario era questa. Dunque 23 per Ariza e 24 per Gordon, accompagnati da un Beverley indemoniato su ogni possesso avversario, unica traccia numerica della sua prova è nel +36 di valutazione. Miglior realizzatore dei Nets, orfani di Lopez, è stato Trevor Booker con 18 punti.

GOLDEN1 CENTER, SACRAMENTO. OKLAHOMA CITY THUNDER 122 – SACRAMENTO KINGS 118

Gara tirata, dominata da due delle menti più complicate della lega. Se LaBarba nella notte ha trovato l’ennesima tripla doppia senza monopolizzare il gioco, Westbrook ha fatto esattamente il contrario, ricorrendo ancora alla sua personalissima versione del gioco: il Russ-ball. Partita fatta di parziali e risposte colpo su colpo, ma alla fine se non è RW a prendersi tanta libertà, ma è l’avversario a concedergliele, la vince o la perde lui. Sulle due difese è preferibile evitare di esprimersi, mentre sugli attacchi arrivano note positive da entrambi i lati. I Kings si giostrano molto bene in una sottospecie di triangolo, formato da Boogie, Gay e Collison, che si rivela efficace: i due più “piccoli” combinano per 43 punti, mentre Cousins arriva a 31 tirando male dal campo, ma guadagnandosi l’enormità di 17 tiri liberi. Tra i Thunder invece osserviamo buone prestazioni da gregari di Russ-ball da parte di Kanter e Oladipo. Il turco segna 29 punti mostrando anche dell’intensità (novità assoluta), mentre l’ex Orlando continua sulla scia delle ultime buone gare al servizio di RW  chiudendo a 23. Con le grandi giocate “in the clutch” ed il dominio sulla partita, il pioniere del nuovo sport chiude con 36-11-1o e 7 palle perse.

FEDEX FORUM, MEMPHIS. CHICAGO BULLS 108 – MEMPHIS GRIZZLIES 104

Sul campo che aveva visto cadere i giganti, non delude invece Chicago, che senza Mirotic malato e Wade ancora a riposo nel back2back la spunta a Memphis riuscendo a mettersi sullo stesso piano dei Grizzlies. Fino a metà terzo quarto il copione sembrava ripetersi: inizio in vantaggio per gli ospiti, apparente fine della partita e rimonta finale. La rimonta stava effettivamente arrivando, benché il vantaggio dei Bulls non fosse stato largo come quello di Rockets o Warriors, ma i Bulls grazie all’energia di Butler (18) e McDermott. Dougie McBucket segna il suo massimo in carriera (31 punti), su quello che probabilmente è il terreno più difficile per i grandi scorers al momento; lo stesso Steph ne aveva lasciati 40 a costo però della sconfitta. I canestri di McDermott invece sono quelli che valgono la vittoria per i Bulls, sempre alle prese con la delicata gestione di Rondo, ma finalmente dentro alla PO picture.

STAPLES CENTER, LOS ANGELES. DETROIT PISTONS 102 – LOS ANGELES LAKERS 97

Vittoria risicata per i Pistons, che fanno valere la loro superiorità fisica sull’ormai classica rotazione sociale dei Lakers. I gialloviola partono forte, trascinati dagli attivissimi Russell e Williams, le cui fiamme vanno totalmente a spegnersi nelle ultime battute. Detroit col suo Bimbone domina in vernice, consentendo a Randle e Mozgov solo rimbalzi difensivi e 10 punti in combinata. Nel finale è la coppia Harris-Morris a decidere la partita, i due segnano con grande continuità nell’ultimo periodo e insieme a Johnson e Drummond arginano le incursioni dei padroni di casa. Per i gialloviola 20 di D’Angelo e 26 di Sweet Lou; per i Pistons 46 per la già citata coppia Tobias-gemello Marcus, 15-17 con 3 punti dalla sua metà campo per Drummond e 16 con 16 tiri per Reggie Jackson.