4 W fuoricasa nelle 7 gare disputate stanotte nella NBA.
QUICKEN LOANS ARENA, CLEVLAND. UTAH JAZZ 114 – CLEVELAND CAVS 118
Vita durissima per i Cavs stanotte contro i giovani ma già temibili Jazz, che anche in trasferta e nel mezzo di un giro ad Est hanno saputo imporre il loro basket. Cavs sotto di 9 ad inizio quarto periodo, e la prima scintilla della scossa che frutterà loro la vittoria è fornita da Kevin Love (22-8-3 con 2 rec), con una tripla angolare. Il match-up tra il Californiano e Favors ((17-9-4 con 2 rec) è stato splendido, un duello tra due pf che più diverse non potrebbero essere: Love perimetrale, Favors che la riga dei 3 punti nemmeno la guarda, entrambi grandi rimbalzisti, più realizzatore il bianco, più stoppatore il prodotto di Georgia Tech (e nativo proprio di Atlanta: dovremo ricordare questi dati quando verrà il momento della sua FA). Il colpo finale ai Jazz lo ha mollato invece LBJ (31-7-8, facendosi perdonare le 5 perse), che nel finale di gara non ha usato le mezze misure, è sempre andato al ferro, sempre segnando e/o subendo fallo, dando l’impressione di non aver la minima intenzione di giocherellare oltre l’arco e rischiare di perdere questa gara. I Cavs non hanno più conosciuto la sconfitta dopo la opening night, e sono a 7 W in fila, seconda miglior striscia vincente dopo i profeti della Oracle Arena, ancora imbattuti.
VERIZION CENTER, WASHINGTON DC. OKC THUNDER 125 – WASHINGTON WIZARDS 101
KD che torna nella sua hometown è l’occasione per il pubblico del District of Columbia di applaudire il loro figlio e di ricordargli che, essendo il suo contratto in Oklahoma in scadenza, loro lo riaccoglierebbero a casa molto volentieri. Purtroppo il nemo propheta in patria si realizza nel modo epggiore: Durant cade male dopo un fallo e si procura un guaio muscolare alla aprte posteriore della coscia sinistra. Non dovrebbe essere nulla di grave, lo avrebbe dichiarato a fine gara anche coach Donovan, ma di certo ogni minima incrinatura della salute fisica di questo campione tanto fragile desta preoccupazione. L’incidente è avvenuto a 54 sec dalla fine del secondo quarto: fatturato di KD fino a quel momento 14-10-4…cisiamocapiti su che genere di partituccia stesse giocando. Uscito lui, ovviamente Russell Westbrook è salito pienamente in cattedra, terminando con 22-11-11 (e le solite 5 perse..): RW è a quota 20 triple doppie in carriera, terzo nella NBA tra quelli in attività dopo le 39 di LBJ e le 23 di RR. Il ragazzo da UCLA ha Rondo ampiamente nel mirino, e dati il ritmo di Westbrook e la differenza di età tra lui e James, anche il dato di The Chosen One sarà superato in 3, massimo 4 anni. I Wizars sono come le previsioni del tempo di Viterbo: non pervenuti, anche se a loro aprziale discolpa va il non aver potuto schierare, per riposi prudenziali causa lievi infortuni, Beal e Hilario.
AA ARENA, MIAMI. LA LAKERS 86 – MIAMI HEAT 101
Kobe riposa…blablabla…i compagni senza di lui durano mezza partita…blablabla. Se tutto questo suona già sentito, avete tristemente ragione. La stagione dei Lakers (penultima di Kobe..o forse ultima) si avvia mesta a ripercorrere le orme di quella passata, tra fiammate e riposi per Bryant e tanti volenterosi ma spesso inutili sforzi dei suoi compagni di squadra. Compagni che sono migliori di quelli dell’anno passato, ma, se lasciati in mano a Huertas (15 min di puro imbarazzo) e Nick Young (che è un ottimo giocatore, ma conosce solo i capitoli relativi al tiro..17 con 6/13), non vanno da nessuna parte. Una gara tranquilla per gli Heat, in cui Wade si è abbastanza riposato (25 min) e Bosh (30+11) ha starreggiato, rimettendo a posto anche le sue stats alla voce scoring.
BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. BOSTON CELTICS 99 – MILWAUKEE BUCKS 83
Quando una squadra comincia ad essere prima della NBA in qualche positiva categoria statistica, è un segno di buon lavoro, e di buone speranze di crescita. I Celtics sono primi in punti da palle recuperate: quasi 26 a notte. “3 and D” è la definizione per una sf con particolari attitudini al tiro da 3 e alla difesa, ma è anche applicabile ai Celtics. Senza dimenticare che il loro gioco, sia off che def, è assai più variegato e complesso. La velocità, in generale, e la capacità di mollare parzialoni in relativamente poco tempo di gioco, li accomunano ai GS Warriors, di cui non hanno nè il talento complessivo nè la micidiale regolarità nell’essere insieme poetici e pratici, bellissimi e vincenti. I Celtics, però, sono in via di costruzione, e il loro gioco, presto analizzato sul nostro NBA Lab, è persino più audace di quello di GS, lascia molto più spazio alle letture singole rispetto a quello dei Californiani. Stasera Boston ha sostanzialmente pareggiato il primo tempo contro i Bucks e poi li ha schiacciati nel secondo. Le buone notizie arrivano, oltre che dal gioco di squadra, dai progressi di Olynyk (11 in 22 min, ormai profeta del fade-away su un piede solo, à la Dirk) e di Sullinger, molto più concreto e meno falloso (11+10). Cattive news invece da un reparto guardie che, già privo di Smart, ha perso anche Bradley; dovrebbero tornare entrambi presto, ma intanto ha avuto spazio RJ Hunter (7+7 e una stoppata in 19 min), che ha ben sfruttato la chance. Le fortune dei Bucks, abbastanza anonimi e sorpresi dalla difesa di Boston, son durate fino a che è durato Monroe, partito con 5/5, ma svanito progressivamente (17 punti, solo 3 nel secondo tempo). Mezza partita soltanto anche per Jabari Parker, problemi al ginocchio. I Bucks sono assai colpiti dagli infortuni: MCW è ancora fuori, e così pure OJ Mayo. Infine, nessuna buona nuova su John Henson: questa grande speranza ha ormai 27 anni, e anche stanotte ha calcato le tavole per soli 10 minuti, di piena deconcentrazione…è riuscito a farsi fischiare contro un 3 secondi, roba che ormai nessun arbitro, NBA o FIBA che sia, chiama più se non in casi di letargo palese, reiterato, imbarazzante.
AIR CANADA CENTER, TORONTO. NY KNICKS 111 – TORONTO RAPTROS 109.
Dovevano essere assenti sia DeRozan che Ross per i Raptors, invece, alla fine il numero 10 ha giocato, eccome (29-5-2, con 11/23). Non è stato sufficiente ad evitare la terza sonfitta in fila ai Canadesi (tutte vs squadre dell’Est: Miami, Orlando, NY). Pur con percentuali non brillanti e con un Porzingis forse alla sua peggiore in stagione, i Kincks hanno giocato meglio dei Raptors gli ultimi 6 minuti di gara, in cui han lasciato perplessi anche le rotazioni e/o gli eccessivi riposi dati da coach Casey ai titlari (soprattutto Valenciunas). Melo 25-4-3 con 3 insoliti recuperi.
TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. CHARLOTTE HORNETS 104 – MINNESOTA T’WOLVES 95
Che ne dite di una squadra giovanissima, talentuosissima, in piena costruzione che ha momentaneo record vincente a 4-3? OK. E ora che ne dite, della medesima squadra, se vi dico che ha sempre vinto fuori e sempre perso in casa? Di certo qualcosa cambia nella vostra opinione, e in ogni caso ad approfittare della follia dei Lupacchiotti son stati gli Hornets, i quali, una volta tanto, han tirato globalmente con % prossime al 50 (48.7%), dando a coach Clifford una notte felice. I 9 pti di vantaggio Charlotte son frutto di quattro quarti tiratissimi, tutti vinti con scarti minimi dagli Hornets. La sfida tra Kaminsky (vincente alle finali NCAA) e Towns (Prima Scelta Assoluta, perdente alle finali NCAA) non c’è stata, perchè finora la NBA non è pane per Frank, mentre Towns sta facendo mirabilie. Parlando di eprcentuali di tiro, l’8/10 di Jeremy Lamb, il 6/11 di J-Lin e Batum son stati la pietra angolare del successo degli Hornets, mentre tra le fila dei T’Wolves (privi di Wiggins, Rubio, Pekovic e KG) han brillato Towns (19+13) LaVine (20-5-8, ma ben 8 perse per Zach il Selvaggio) e Nemanja Bielica (13-7-4): finora, anche per colpa nostra, è passata abbastanza sotto silenzio l’autorevolezza, e la naturalezza, con cui il serbo si è inserito nella NBA. Facciamo ammenda, e ne parleremo ancora.
SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. DALLA MAVS 105 – NO PELICANS 120.
Se il migliore è Chralie Villanueva (15+9), difficilmente troverete la W accanto al nome di Dallas. Infatti contro i Mavs, Nola infila la prima W della stagione, ma non trova pace dalla serie di infortuni che la stanno affliggendo. A forza di ricevere marcature intimidatorie si è (ri)fatto male Anthony Davis, seria contusione al fianco destro: solo 19 min in campo, ma 17+7. Continua il recupero guidato di Asik e Holiday (16+15 min rispettivamente) e nel frattempo pare che Ish Smith stia capendo cosa vuole coach Gentry da lui: questa pg ha finora reso in maniera non eccelsa nella sua carriera NBA, ma siamo certi valga più di quanto mostrato..stanotte 17 con 12 assits. Gli infortuni dei Pelicans hanno avuto anche un ulteriore risvolto negativo per il basket USA, e positivo per il Campionato Italiano: Jimmer Fredette è riuscito tornare in un roster NBA, il che, però, almeno, impedisce l’arrivo del giocatore in Italia (si era parlato insistentemente di Virtus Bologna).