Notte di back to back e di incroci interessanti mentre si avvicina l’All Star Game di Toronto, spunti importanti per le votazioni nelle gare di stanotte.
BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. PHOENIX SUNS 97 – INDIANA PACERS 116
Altra sconfitta per i Suns ed altra pessima figura per l’arena di Indianapolis, il blackout con conseguente pausa di 20 minuti si ripete. Lunga fase di studio per le due squadre, i Suns arrivano anche ad un vantaggio quando improvvisamente si fa buio. Non che avessero fatto molto per ingraziarseli, ma dèi del basket decisamente avversi. Riprendono le ostilità e subito Indiana si rimette in carreggiata, fino ad allungare nel quarto periodo con una big run condotta da George Hill e Paul “The Revenant” George. 21 punti e 7 rimbalzi per il miracolato che non forza mai troppo e gioca d’astuzia, guadagnando vari viaggi in lunetta letali per i Suns. Hill chiude a 20 con 4 bombe. Dall’altra parte Phoenix prova a tenersi a galla con degli ottimi Booker e Teletovic da 19 ciascuno.
THE PALACE OF AUBURN HILLS, DETROIT. SAN ANTONIO SPURS 109 – DETROIT PISTONS 99
Dopo aver risparmiato tanto a Brooklyn in vista del back to back, Pop sguinzaglia tutti contro Detroit ed il risultato è una W per niente scontata. Giocare a Detroit non è mai la cosa più semplice del mondo, i veterani lo sanno e per stanotte tocca a Tony Parker portarla a casa. 31 punti del professore mentre Kawhi, fermo a 7, per una notte prende appunti e ripassa. Il francese da ulteriore dimostrazione di come sia ancora capace di dominare, forse non più ogni sera, ma aspettiamo la tarda primavera per dirlo. Aldridge sempre più coinvolto ed inserito ne infila 23 e, dopo Brook Lopez, si fa rispettare anche dal bimbone catturando 13 rimbalzi. Gara sostanzialmente ben giocata da Detroit ma persa per manifesta superiorità dei texani. 17-10 di Drummond che da parecchio da fare agli Spurs, 25 invece per un inestimabile e spesso sottovalutato Caldwell-Pope. KCP tira soltanto 14 volte con grande efficacia e riaccende per qualche minuto le speranze di motor city insieme a Brandon Jennings (9) nel finale.
MADISON SQUARE GARDEN, NEW YORK. BOSTON CELTICS 114 – NEW YORK KNICKS 120
Superclassica della costa atlantica, a leggere il risultato si potrebbe pensare ad uno show di Carmelo, non stanotte. Melo esce per un problema alla caviglia poco prima dell’intervallo, avendo avuto il tempo di metterne soltanto 17. Dunque lo spettacolo lo avrà fatto Porzingis? In parte si, 26 punti ma in poco meno di 27 minuti per “The Zinger”, costretto a sedersi per lungo tempo a causa dei falli, arriverà anche ad essere esperto quindi mettetevi il casco. Il grande show al Madison lo offre una squadra intera che ultimamente si sta dimostrando tale. Dominio e controllo con percentuali assurde nei primi 2 quarti (36-27 il primo), in cui il lettone segna anche da centrocampo, per i Knicks che sembrano scappare. Nella ripresa, con Melo fuori e Kristaps condizionato, i Celtics risalgono grazie ad Isaiah Thomas che di grande orgoglio mette tutto quello che c’è da mettere. Ecco che nel finale si apre il sipario, New York torna in partita con Afflalo che inchioda 20 dei suoi 24 nella ripresa, e dopo una gran giocata di Sullinger che fa sperare i suoi, la chiude con quelli che non ti aspetti, Derrick Williams (15-10) che schiaccia anche l’ultimo pallone, ed un assurdo Jerian Grant da 16 punti e 8 assist. IT fuori dal tunnel frustrato per aver perso un’altra gara assolutamente vincibile, dopo averne fatti 34 ci può anche stare. Ad accompagnarlo Jae Crowder che segna 21 sul tabellone in quella che diventa la quarta sconfitta in fila per i Celtics. Quinta W tra le ultime 6 invece per i Knicks, potrebbe essere un’interessantissima svolta, staremo a vedere.
FEDEX FORUM, MEMPHIS. HOUSTON ROCKETS 107 – MEMPHIS GRIZZLIES 91
Gara non proprio da Grind House e vittoria abbastanza facile per i Rockets. Autentica perla la prestazione di James Harden, non esagera con i punti (25 comunque non pochi), ma gioca tutta la gara con un’eleganza che stupisce anche per i suoi standard. Nonostante un ritrovato Courtney Lee, i Grizzlies non riescono a trovare l’equilibrio, la panchina continua a dare poco ossigeno a parte il buon vecchio Vince, e Chalmers fa rimpiangere decisamente Mike Conley. Durante ll’atto finale ci sarebbe da alzare la pressione e riuscire a contenere un minimo quel barbuto, ma bravissimo lui e meno bravi gli orsi, non ci si riesce. Non bastano i 20 di Marc Gasol e nemmeno i 33 di Lee+Allen, per Houston seguono il capo: Dwight (17-14) stranamente concreto ed un preziosissimo Terrence Jones che cala un ventello.
BMO HARRIS BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. CHICAGO BULLS 101 – MILWAUKEE BUCKS 106
Di solito tendiamo a non giustificare troppo le squadre che perdono in back to back, ma stavolta mi sento di dare qualche attenuante ai Bulls. Stanotte Rose in particolare ma tutti i Bulls, eccezion fatta per Butler, sembravano proprio non averne più dopo i primi 20 minuti. Senza Rose, che litiga pericolosamente col ginocchio, e che sembra lontano parente di quello visto solo 24 ore prima, è Jimmy Butler a tenere a galla i suoi con un fondamentale 30-8-6. Dall’altra parte i Bucks hanno decisamente una marcia in più, anche se non riescono mai a fuggire controllano quasi ininterrottamente la gara. Per un Butler da 30 c’è un grande grosso pterodattilo greco da 29-10-5, Antetokoumpo mette in campo tutta l’energia che ha contro chi sembra proprio non averne ed il risultato è facilmente intuibile. Solito fattore Middleton (16 e 9 assist) e solita macchina da doppia doppia Monroe (17-12), per Chicago Gasol fa 10-14 ma è proprio uno dei primi a mostrare stanchezza, 17 per Snell e Mirotic che nel dubbio tira tutto quello che può.
TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. OKLAHOMA CITY THUNDER 101 – MINNESOTA TIMBERWOLVES 96
Da chi la controlla più o meno facilmente, a chi lo fa anche meglio ma rischia di buttarla via. I giovani talentuosissimi orfani di Flip Saunders si fanno travolgere dal tuono fino al quarto periodo, quando guidati da LaVine che allarga il ferro del Target Center, e da Wiggins che viaggia ai soliti ritmi, approfittano di un totale svenimento degli ospiti. Con i lupetti che si rifanno sotto,ci pensa KD a scongiurare ogni equivoco infilandone 12 consecutivi (30 in totale) nei soli ultimi 3 minuti. 22-7-11 per Westbrook che si contiene ma non troppo e 18 d’oro di Enes Kanter visto che Ibaka non ingrana. Per i padroni di casa 22 di Wiggins, 21 di LaVine e 20 di un sempre meno sorprendente Shabazz Muhammad, candidatissimo al ROY Towns che fa 14-10 non esattamente gli ultimi arrivati.
AMERICAN AIRLINES CENTER, DALLAS. CLEVELAND CAVALIERS 110 – DALLAS MAVERICKS 107
Serve l’overtime ai Cavs per battere WunderDirk e compagnia, onore ai texani che fanno scomodare il re e i suoi gioielli. Gara tiratissima fin dall’inizio in cui nessuna delle due sembra davvero poterla perdere. LeBron imita Karl Malone e la schiacciata del postino, ma glie ne servirà un’altra, senza mano dietro la testa, a pochi secondi dalla fine per guadagnarsi i supplementari ed uscire vivo da Dallas. Overtime sul 95 pari in cui i Mavericks si portano avanti con una gran tripla aperta di Nowitzki, seguono giocate importanti di James per Irving che mette le triple più pesanti che si possano mettere a Gennaio, compresa quella da centrocampo al limite dei 24 a pochi secondi dalla fine che chiude la partita. 27-10-7 di LeBron e 22 per Irving, il terzo dei Big 3 arriva ad una doppia doppia di grande impatto (15-11). Double double anche per Dirkone (17-11), Pachulia (14 -12) ed un sempre più ritrovato Deron Williams da 16 punti e 10 pizze sfornate.
STAPLES CENTER, LOS ANGELES. NEW ORLEANS PELICANS 91- LOS ANGELES LAKERS 95
Incrocio in coda alla Western Conference vinto dagli ultimi, i Pelicans ancora senza Anthony Davis non la spuntano allo Staples. L’ unico vero vantaggio dei Lakers è stato avere un vero giocatore da ultimo quarto: Lou Williams. L’ex Atlanta segna 9 dei suoi 19 solo nell’ultimo quarto compreso il layup dell’ultimo strappo vincente. Difesa pessima di NOLA, se non fosse stato per delle percentuali scarse dei Lakers al tiro nei primi 2 quarti probabilmente il discorso si sarebbe chiuso molto prima, ed aver questa possibilità ad una squadra non proprio brillante come quella gialloviola rende benissimo l’idea di cosa siano i Pelicans al momento. Kobe non ha saluti da fare e stanotte si risparmia, soltanto 15 minuti in campo per lui, a vantaggio di Clarkson (18 pti) e Russel (13) che con 2 bombe verso la fine aggiusta quel tanto che basta la shot chart. Per gli ospiti 21 di prof. Evans che però nessuno segue. New Orleans torna a casa a mani vuote dopo il viaggio a Los Angeles, avendo già perso coi velieri ci si aspettava qualcosa di più stanotte.