Ecco le gare della notte, in una presentazione che privilegia le squadre e i temi più caldi e le partite più belle.

UNITED CENTER, CHICAGO. CLEVELAND CAVS 105 – CHICAGO BULLS 111

L3 non è l’indice di una improvvisa voglia di battaglia navale. E’ qualcosa che negli ultimi 3 anni non era mai accaduta in stagione regolare. E’ quel che si trova nella riga dei Cleveland Cavs alla colonna “streak”, striscia. Loss 3, i Cavs sono in striscia perdente da 3 partite. Una poteva essere un inciampo (Bucks) la seconda è stata bruta (Clippers), questa terza, pur meno sonora, è la più grave proprio perché sentenzia che una piccola crisi esiste, e le altre due non sono state episodi. Certo, se dovessimo scommettere un euro, lo faremmo su una W nella prossima gara per i Cavs, ma le parole pronunciate durante la gara vs i Clippers da Austin Carr, commentatore di Cleveland per NBAtv, non sono da sottovalutare. This pace is not Cleveland. This team is not the team it was ten days ago. I problemi sono sia nella metà campo offensiva che in quella difensiva, e arrivano dopo che, proprio 10 giorni addietro, ci eravamo sorpresi di trovare che i Cavs, squadra a volte spettacolare ma sempre attenta alla difesa prima che all’attacco, avessero invece un potenziale offensivo da 111+ di media stagionale, e un ottimo differenziale punti fatti/subiti: senza però impedire che quelli subiti superassero i 100 di media. Il pacepacepace voluto da coach Lue aveva e ha un prezzo: che i BigThree dei Cavs giochino non meno di 33 minuti (LBJ sfiora i 37), quando il riposo in regular season era stato sbandierato come una delle mission di questa stagione. I BigThree degli Warriors giocano leggermente meno, ma sempre tantissimo: differente però la situazione. A parte Durant e in generale a parte lo scoring, nessuno dei 3 della Bay Area è primo in una qualche categoria, perché rimbalzi/assists/recuperi/stoppate sono tutti comandati da Dray-G, e inoltre il minutaggio è forzato da due fattori: necessità di inserire bene e rapidamente Durant nei meccanismi di squadra e in relazione agli altri due campioni (i Cavs al contrario sono insieme da quasi 130 partite ormai), e poi la panchina di Golden State è miserella, quella dei Cavs, pur anziana, no. Da cosa dipenda non è ben definibile, perché i Cavs hanno subìto in ogni parte del gioco. Nelle 3 sconfitte hanno un differenziale perse/recuperate di -38 (gli avversari -5), un passivo a rimbalzo di -35 e hanno tirato globalmente 44 volte meno di chi avevano di fronte. Unite una difesa spesso puramente verbale di James, un atteggiamento pigro e irritante di Irving, e JR Smith che subisce due punti contro Milwaukee perché mentre il suo avversario segnava lui parlava con Jason Terry nella panchina dei Bucks. Stanotte, contro i Bulls, unica volta nei 3 ko, hanno tirato meglio degli avversari (54% vs 49), e Lue ha messo il quintetto ai lavori forzati (James 45 mins, Love 42, Irving 38), utilizzando solo 3 giocatori dalla panchina. In ogni caso, tutto lo starting5 di Chicago in doppia cifra, con Gibson 23+11 e Rajon ROndo in tripla doppia: 15-11-12 e persino 1/1 da 3.

TD GARDEN, BOSTON. SACRAMENTO KINGS 92 – BOSTON CELTICS 97

Parliamo di IT4 (20-3-7): nel mese di novembre ha realizzato 394 punti, è il massimo per un Celtic dal Nov 1971, quando John Havlicek ne imbucò 407. In questi 45 anni sono passati parecchi discreti giocatori nei novembre bostoniani, ma Isaiah sta davvero entrando nei libri della franchigia con più pagine scritte nella NBA. Parliamo di Rudy Gay, che nel terzo quarto ha avuto un momento terribile fatto di 5 perse quasi consecutive, e ha contagiato con la sua distrazione anche il suo marcatore, Jae Crowder (16-3-3), responsabile nello stesso frangente di 2 perse e un altro paio di sciocchezze, anche se corredate da una tripla. Parliamo di Matt Barnes, che in un’intervista pre-partita si è presentato come il “vigile” della rabbia di DeMarcus Cousins (28-9-3 con 4 stoppate), “I am passionate, I play passionate as he plays, but I did learn to keep my head well between my shoulder, so will he”. E quando gli han chiesto come abbia fatto ad imparare la lezione, Matt ha pensato un secondo e ha risposto…well, probabilmente le multe: ben oltre i 600mila dollari in carriera. By the way, stanotte ha preso lui un tecnico, non DMC..ma ha anche messo insieme una super-prestazione da 12-16-5 partendo dal pino. Parliamo infine del’equilibrio della gara: 23 cambi di leadership e 12 pareggi. Generato dalla scarsa prestazione al tiro della panchina dei Celtics (5/21) mentre quella dei Kings ne metteva 33, dalla ossessiva e quasi perfetta difesa sul perimetro messa in opera da coach Joerger, e poi rotto dal solito (come vi abbiamo illustrato in NBALab) rendimento eccezionale di Boston nei quarti periodi e anche dal riposo forzato, per un paio di minuti effettivi a metà dell’ultimo quarto, necessario per mettere punti all’arcata sopraccigliare destra di Cousins, fortuitamente aperta dal gomito del suo compagno Lawson. Season high per Al Horford (26-8-3 con 4/7 nelle triple ma anche tanto post-basso vecchia scuola, 6 stoppate e 2 rec), autore di un duello bellissimo vs il miglior centro NBA, diventando il primo “5” di sempre a vergare per il referto almeno 4 triple, 5 stoppate e 2 recuperi in una partita; con gli stessi numeri, ma a 3 recuperi, ci sono solo altri 2 giocatori nella storia, e si tratta di esterni: Doug Christie e Latrell Sprewell.

MSG, NEW YORK. MINNESOTA T’WOLVES 114 – NY KNICKS 118
Tu vieni da me, io vengo da te. Stesso confronto di mercoledì, quando furono i Knicks a visitare Minneapolis, e vincere con un tiro di Melo a poco più di 2 secondi dalla fine. In quella occasione Towns fece 47, di cui 22 nel primo tempo senza sbagliare un tiro (8/8). Non la stessa cosa, purtroppo per lui, al Madison Sq.G: KAT è partito con 0/6, ha raddrizzato poi la sua gara (20+8 ma 5/18), però in una delle azioni decisive è stato stoppato da Porzingis: The Unicorn ha giocato male in attacco, ma si è fatto sentire in difesa, con 3 stoppate importantissime, e nonostante la prova zoppicante è stato il giocatore più impiegato da coach Hornacek. I Knicks sono 7’ nella Eastern e hanno vinto 7 delle ultime 10. Spike Lee gioisce a bordo campo, ma ovviamente, a meno di miracoli, per l’Anello dovrà aspettare. Melo 29, Rose 24 con un promettente 9/15, ma la palma del migliore spetta al meno atteso: Kyle O’Quinn e la sua barbona sono usciti dal campo con 20+13 e 9/11 al tiro.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. WASHINGTON WIZARDS 105 – SA SPURS 107
Gli Spurs che amano viaggiare (11-0 on the road) entrano in record completamente positivo tra le mura di Alamo (5-4) con la W piena di brividi vs gli Wizards. Alla fine abbraccio molto caloroso, e qualche parola scambiata sorridendo, tra Pop e John Wall (17-2-15), il che rilancia il nostro grido: Liberate John Wall da Washington!!!..Inoltre, parlando di pg, a San Antonio vedeva il quintetto Laprovittola, per il riposino di Parker. Game-winner imbucato da Kawhi (23-5-2 per The Hidden MVP), che quando raccoglie la palla con una mano in penetrazione per affondare o appoggiare ricorda un altro grandissimo che al capitolo “dimensioni manone” poteva dire la sua vs qualsiasi televisore da 40”: parliamo proprio di lui, The Doctor, al secolo Julius Erving. L’impassibile Leonard, dopo il canestro decisivo, dava sfogo alla sua incontenibile gioia ondeggiando 3 volte la testa di una ventina di gradi. In una gara decisa di così stretta misura, assume importanza capitale anche la tripla imbucata da metà campo allo scadere del secondo quarto da Manu Ginobili (14-1-7: realizza il max stagionale in assists nel giorno in cui manca Parker, ecco perché gli allenatori e gli aficionados AMANO certi giocatori), che aveva ricevuto graziosamente la palla dagli stessi Wizards, usciti in modo orrendo dal TO di coach Brooks per preparare l’ultima azione prima di the half; un differenziale complessivo di 5 punti davvero letale. Con l’ultima palla in mano anche alla fine, per vincere o pareggiare, altra azione non brillantissima in uscita dal TO per Washington, con l’ultimo tiro affidato ad Otto Porter. Si capisce che non siamo grandi fans di coach Brooks?

Nelle altre gare, i Magic (Gordon 20-2-2) strapazzano i Sixers (Embiid 25-10-4) a Philly, i Lakers (Ingram 17-6-2) accettano sereni una lezione a Toronto (il Subcomandante Lowry a 24-4-7 e 6/9 da 3), i Clippers (Griffin 27+10) di ritorno a LA si fermano a Nola e vincono con autorità. I Pistons accendono con una luccicante W la loro trasferta ad Atlanta: il nostro mirtillo Ish Smith 11-5-13, e soprattutto Bimbone Drummond (14+14) ha annichilito Howard (2+6, e plus/minus di -22); gli Hawks sono nel momento più difficile degli ultimi 4 anni, fuori dalla PO Picture nonostante il record pari, ma hanno solo 2 W nelle ultime 10. Infine, anche in una serata normale di Harden, i Rockets mollano una sberla sonora ai Nuggets, mettendo in luce Ariza (16+7) e Sam Dekker (17+4); zitti zitti (le luci infatti più che sulla squadra sono sempre puntate su LaBarba) i Rockets di D’Antoni sono quarti ad Ovest con record al 65%. Per Denver, Gallinari 16-3-5.