A causa di una breve assenza, riassumeremo le ultime 4 nottate NBA. Partendo dal week-end, Sabato Golden State tanto per cambiare trionfava, così come gli Spurs, allontanando definitivamente OKC dal terzo posto. Un po’ più in basso ad Ovest la premiata ditta Lillard-Stotts ne dava quasi 40 ai Magic senza miracoli di Dame. Sempre Sabato Charlotte si confermava contro i Rockets a caccia invece di certezze, rimanendo in Texas, gli Stalloni cedevano ai Pacers. Phila seguitava a perdere, senza nemmeno Jahlil stavolta, contro Detroit che al momento sarebbe fuori dal seeding dell’Est. Sempre ad Est, i Raptors si imponevano sugli Heat mantenendo debita distanza come gli Spurs. Domenica il Re dilaniava i clippertoniani, mentre Atlanta portava a casa la seconda W in back-to-back tra Grizzlies e Pacers, così come Milwaukee tra Nets e Pelicans. In California Sacramento si arrendeva ai Jazz, mentre i Lakers perdevano di misura il derby dei mercati più ampi contro New York. Durante il Monday Night invece, Cleveland veniva battuta dai Jazz tornati tra le mura amiche, ma Toronto non ne ha approfittato, perdendo in casa contro Chicago, guidata da un incredibile McDermott da 29 (necessità fà virtù). Approfitta invece Miami, che batte Denver e consolida il proprio posto. Proprio contro i Nuggets, Sabato avevano perso gli Wizards, che invece nella notte di lunedì distruggono Detroit e provano a riafacciarsi. Sempre ad Est, Charlotte sfiancata perdeva contro Dallas, che ora troviamo disastrosamente all’ottavo posto con sole 2 gare di vantaggio su Utah. Memphis ancora senza nessuno, in mano ai pazzi Barnes e Allen, e poco più di una squadra di D-League, perdevano contro i più pazzi Rockets. Rimanendo in tema di distanze, i Thunder, schiaffeggiati prima da GS, e poi da SA, affermavano Lunedì notte la superiorità sui Blazers, trascinati da un insolitamente concreto Kanter. Fanalini di coda ad Ovest: finalmente i Suns vincono, a spese dei poco più fortunati T’Wolves.
BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. BOSTON CELTICS 98 – INDIANA PACERS 103
Gara parecchio equilibrata, che i Pacers portano a casa di forza nel finale. Boston avrebbe avuto le possibilità di vincerla, ma come è accaduto spesso prima dell’ASG, quando è il momento di concretizzare i biancoverdi si perdono. Con 7 minuti sul cronometro, il punteggio è pari a quota 77, da qui i Pacers guidati da splendide giocate difensive di The Revenant strappano con un parziale di 15-4, dal quale Boston non riuscirà più a riprendersi. Infatti il jumper di Bradley a 4 minuti e mezzo dalla fine porta i Celtics a -3, minimo vantaggio fino alla fine. I 25 di George e le 4 palle rubate, di cui di solito vive Boston, sono senza dubbio la chiave della partita e l’elemento decisivo specialmente nel finale, a PG si accompagna Monta Ellis (16) che nel clutch time inventa un assist da prestigiatore per la schiacciata di Jordan Hill (15). Ai Celtics non bastano i 21-6-8 di IT4, impreciso (5 su 18 dal campo) e meno mirabolante del solito. Degni di nota, ma purtroppo sprecati, i 17 di Jerebko.
AMWAY CENTER, ORLANDO. DENVER NUGGETS 110 – ORLANDO MAGIC 116
Scontro tra “vorrei ma non posso” di Eastern e Western Conference, la spuntano i Magic per maggiore fisicità e costanza. Incostanti appunto, i Denver Nuggets, che vanno in doppia cifra in 7, nessuno però decisivo quando contava (forse con un gallo in più…). Inoltre con Manimal Faried in campo per soli 15 minuti l’energia necessaria non è arrivata. Prima gara da quintetto iniziale per Brandon Jennings che fa buona regia senza brillare in fase realizzativa(12 servendo 11 pizze), con le stoppate di Oladipo e le schiacciate di Gordon un po’ di spettacolo ce lo hanno fatto vedere, ma lo strappo decisivo arriva da Jason Smith, che segna 15 dei suoi 25 e raccoglie 8 dei suoi 13 solo nel finale. Il veterano è stato sempre una buona garanzia nelle rotazioni di coach Skiles, ma mai così d’impatto sul risultato. Per i vincitori 30 di Fournier, insieme ai 23 di Oladipo ed ai 16 di Gordon, per gli sconfitti Nuggets 18 di Gary Harris e 14 per uno del sempre godibile Jokic e di Mudiay.
BARCLAYS CENTER, BROOKLYN NY. PHILADELPHIA 76ERS 114 – BROOKLYN NETS 131
Se al Barclays Center si gioca ormai più per la gloria che per altro, figuriamoci contro i Sixers, ci pensa Bojan Bogdanovic a giustificare il prezzo del biglietto. 44 punti e record in carriera per il croato, che segnandone 24 nel solo primo tempo regala la W ai suoi praticamente già dall’intervallo. Senza Okafor e senza difesa i Sixers non riescono mai ad essere in partita, nel quarto in cui difendono meglio subiscono 29 punti e lo show di Bojan continua. Dall’altra parte Brooklyn alza la difesa sul serio solo nel primo quarto (32-15) per poi lasciare i pedali e condurla in discesa. Oltre al re della serata, solidissimi i lunghi dei Nets: gemello Brook (18-10) e Thad Young (14-16) divorano il pitturato. Per Phila ventello di Canaan che tira solo da 3 e 18 per parte di Ish e Nerlens.
BMO HARRIS BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. TORONTO RAPTORS 107 – MILWAUKEE BUCKS 89
Coach Casey arriva sicuro a Milwaukee dopo aver perso contro i vicini di Chicago, tanto sicuro da concedere un turno di riposo a DeRozan e riuscire a dominare lo stesso. A sostituire uno degli esterni “vintage” più belli da vedere, la matricola Norman Powell (17 pti prendendo anche tiri importanti). Bismack Biyombo regala ai suoi una protezione perfetta del ferro, e Lowry lo ripaga al meglio nell’altra metà campo (25 con 11 assist). Sarebbe il compleanno di Jabari Parker, il ventunesimo, ma la festa viene prima monopolizzata dal grande grosso pterodattilo greco (manca un assist alla tripla doppia per un 18-12-9), e successivamente rovinata dal già citato congolese, che lo cancella sul vetro mentre saliva per schiacciare. La gioranata di riposo dei Raptors prosegue, alla fine del terzo quarto, sull’81-66, si congeda anche il subcomandante e Toronto la porta a casa. 12-13 di Biyombo e 14 di Patterson, oltre a chi già menzionato per i canadesi, 18 per Jabari e serata no di Monroe dall’altra parte.
AT&T CENTER, SAN ANTONIO. LOS ANGELES CLIPPERS 87 – SAN ANTONIO SPURS 108
QUARANTADUESIMA vittoria consecutiva in casa per i texani, tanto perchè causa Curry non se ne parla abbastanza, poco tempo fa abbiamo celebrato il record dei campioni, gli Spurs sono indietro solo di un paio di settimane dall’anno scorso. Hidden record e ventello per lo Hidden MVP, che trascina insieme ad Aldridge (17) gli Spurs alla quarta W in fila. Clippers strapazzati anche da San Antonio, i playoffs si avvicinano e perdere male contro Cavs e Spurs non è un buon presagio, probabilmente al primo turno incontreranno gli sventurati Grizzlies, ma nulla è mai scontato a Clippertown. La prestazione del quintetto dei velieri non è male, anche se il reuccio Paul continua ad esimersi da “big shots” e “clutch moments”. Ok, bene gli starting 5, ma la panchina viene distrutta nel confronto con quella texana (51-20), che come spesso accade è stellare. 22 con 8 pizze per CP3, 16-14 per DeAndre, 15 e 14 per Green e Redick… Mbah a Moute 0/1 dal campo con soli compiti difensivi. Per gli Spurs, oltre a quanto già detto: 15 di Mills e 13 di Manu.
STAPLES CENTER, LOS ANGELES. SACRAMENTO KINGS 106 – LOS ANGELES LAKERS 98
Risultato ingannevole, lo scarto avrebbe potuto essere molto più ampio per il ritorno alla vittoria dei Kings nella gara che non si poteva perdere. Primo e storico “sweep” nella serie stagionale di Sacramento sui gialloviola. Una partita senza Kobe non interessa a coach Scott, e si vede, nessuno dei ragazzini terribili sembra particolarmente motivato, l’unico a scendere in campo con l’intento di combinare qualcosa è Randle che chiude a 14-11. I Kings invece mettono intensità all’inizio per poi passeggiare nel finale, Boogie segna 22-8 senza sforzarsi troppo mentre Gay e Collison ne inchiodano 42 in coppia con precisione chirurgica (ulteriore evidenza del giocare indisturbati).