Portland ha vinto 126 – 122 contro i Grizzlies nel primo (e ultimo) dei tre possibili Play-In Games.
Per alcuni è l’opera, per altri poter volare col deltaplano, per me è il basket a farmi dire: grazie mamma per avermi messo al mondo. Perchè capitano partite, come questa, che andrebbero messe in mondovisione e poi nelle mediateche delle scuole; partite di bellezza totale, emozione, piacere assoluto.
Quindi, Grazie Mamma
..Per la lotta dei centri. Non se ne vedono più molte, ma queste squadre sono da apprezzare anche per come usano (o cercano di usare) il gioco interno dei loro big-men, alcuni dei quali peraltro sono affidabili anche oltre l’arco. Tre centri su cinque hanno pienamente onorato l’impegno: Valanciunas e Clarke (Dieng non incisivo, ma non dannoso) per Memphis, solo Nurkic per i Blazers, perchè Whiteside, inguardabile soprattutto difensivamente, è stato uno dei motivi dei parziali negativi subiti da POR. Ma gli altri tre, wow: Valanciunas ha chiuso con 22-17-6, finendo stremato dopo una lotta stellare con Nurkic (22-21-6 con anche 2 rec e 2 stoppate, nonchè 2 triple su 3); Brandon Clarke non sarebbe un centro, ma così viene usato dopo l’infortunio a Jaren Jackson: il rookie da Gonzaga, scartato da OKC e raccolto dai Grizzlies, ha piazzato le minacce più serie alla W di POR, tirando quasi alla perfezione (20-4-3 e 2 stoppate) e mettendo 4/5 da 3, purtroppo per lui gli errori sono arrivati quasi tutti nel finale, rivelando l’inesperienza ancora da eliminare. Nurkic, fra l’altro, ha giocato poco dopo aver saputo della morte dell’amata nonna materna, in Bosnia, a causa del Covid19.
..Per il Giovane Favoloso. Ja Morant, a proposito di esperienza, ha perso 3 palloni importanti nel finale, cercando di forzare il pallone dentro al Lituano, ma ha fatto tutto quel che si chiede ad un leader. Anche lui un rookie, ma di livello eccezionale, deve solo raffinare (non di tanto) le scelte e il tiro da 3 per assurgere prima dei 23 anni al livello dei Lillard, Booker e compagnia. Primo tempo nella media e 0/3 nelle triple, secondo da 24 con 3/3 da 3 (totale 35-4-8) con purtroppo le 8 perse a descrivere come e dove debba migliorare.
..Per la grinta. Memphis era finita doppiata due volte nel primo quarto: 28-14 e poi 31-16, ma si è rifiutata di perdere e stavolta è stata buona la direzione dalla panchina di coach Jenkins. Di solito è uno dal guinzaglio lento, lascia troppo spazio ai brutti momenti dei suoi, invece ha chiamato due TO tempestivi che hanno arrestato la frana. Portland si è ritrovata sotto di 8 a meno di 5 mins dalla fine, ma si è ripresa con volontà e cervello, e non per la prima volta: in uno dei successi fondamentali per arrivare ai PO, concluso al supplementare vs Dallas, era sotto di 9 con gli stessi minuti da giocare, e ha trovato la W. Oltre a questo, se contaste complessivamente i tuffi fuori e dentro il campo per recuperare o salvare palloni, a volte creando capolavori da un gioco rotto, andreste tranquillamente in doppia cifra ai 20, .
..Per il vecchio “quasi” campione che ha finalmente capito. Carmelo Anthony non ha mai difeso + messo grinta + fatto scelte giuste come sta facendo ora. Forse la vecchiaia (agonistica ovviamente) gli ha portato saggezza, insieme al fatto che, essendo rimasto disoccupato per un anno pur avendo quel tipo di talento, si sarà fatto qualche domanda sul come mai nessuno lo volesse. E’ un Melo mai visto, con un buon carico di umiltà, disposto al sacrificio, a lottare contro i propri limiti e incredibilmente positivo anche nei confronti dei compagni. Stanotte, per la prima volta dalla ripartenza, ha tirato con percentuali orribili, ma ha saputo farsi falleggiare e quando era necessario ha messo i tiri utili: esempio perfetto lo 0/5 da 3, diventato 1/6 infilando la tripla che ha sigillato la gara. Per lui 21 con 5/15 ma 10/10 dalla lunetta.
Per l’uomo che gioca con la vertebra scheggiata. CJ McCollum ha giocato la quinta partita dopo l’infortunio alla schiena, subito vs i Nuggets: si tratta di una infrazione alla vertebra L3, il giocatore viene trattato dai fisioterapisti della franchigia ma non pensa lontanamente di lasciare i compagni. Aveva avuto alcuni passaggi a vuoto (un 3/14 nella notte dei 61 di Dame, per esempio) e in effetti, guardandolo attentamente giocare, alcuni atteggiamenti e posture non sono quelli classici, ma stanotte è emerso come il definitivo giustiziere dei Grizzlies. I 5 punti precedenti la tripla-sigillo di Melo sono suoi, due step-back non del tutto brucianti (vertebra, appunto) che gli han concesso però un millimetro per imbucare, nonostante la difesa di Morant sia stata su entrambi i tiri al limite del perfetto. Giustiziere anche in questo, CJ: difeso da Morant, ha attaccato il Giovane Favoloso contribuendo a stancarlo e fargli perdere lucidità nel finale.
Per Damian Lillard. Religiosamente ringrazio di poter apprezzare questo giocatore e questo uomo. Ormai si sa quali sono i tiri che metterà e quelli che sbaglierà, durante le gare: per lui 31-2-10, 1 sola persa in 45 mins di campo. Oltre alla leadership, alle spalle larghe e diritte, stanotte ha fatto vedere la vera dote di una vera pg: capire i momenti dei compagni. Suo l’assist per la tripla di Melo. Pensateci. Siete Damian Lillard, sopra di 3, marcato da Grayson Allen, ragazzo bianco non veloce e falloso; infatti gli andate via, avete un varco non totale ma ragionevole, davanti a voi, per provare ad andare al ferro, mancano 22 secs alla fine e 4 alla fine del possesso e Grayson al 90% vi farà fallo: però scaricate in angolo per Melo, che non è mai stato un triplista ed è 0/5. Ma voi lo sapete: quello sarà il vostro assist numero 10, e sarà la partita. E’ un coro di Verdi, è l’attimo in cui i piedi staccano e l’aria impatta l’ala per prendere il volo.
Grazie Mamma.