Nel mio PowerRanking prestagionale per Baskettiamo.com avevo previsto gli Spurs fuori dai PO.
La difficile stagione di San Antonio (anche per Belinelli, che sta giocando meno e tirando al 34.4% da 3, un po’ peggio del solito) pare confermare una previsione che tanti avevano definito azzardata, ma ad Alamo non si stanno piangendo addosso, e, nonostante il record attuale dica 10-16, lottano al massimo in ogni gara. Una prova di questo è che, dopo la striscia perdente di 8 gare nella parte iniziale e centrale di Novembre, si sono rimessi in carreggiata vincendo 5 delle ultime 10: di queste ben 4 sono finite ai supplementari. Il bilancio in overtime degli Spurs è favorevole: 3-1. In una di queste occasioni, il doppio overtime della W casalinga vs Houston, è emerso un giocatore: Lonnie Walker the Fourth. A parte i predestinati, ogni giocatore talentuoso ma più o meno normale ha una gara di svolta: per LW4 è stata proprio quella. Arrivato lo scorso anno nella NBA dopo un solo anno a Miami U., Lonnie si è fatto un sacco di G-League e poca NBA soprattutto perché era, nel ruolo di guardia, un atleta e … un atleta. Aveva poco del giocatore di basket, ma ha lavorato durissimo, agevolato dal fatto che l’organizzazione Spurs sa come far fiorire il talento, se accompagnato dalla giusta dedizione. Sono passate quattro gare dalla W contro HOU in cui seppe controllare discretamente Harden, scrivere 28 con 4/7 da 3 e soprattutto aggiungere 3 rec e 1 stoppata, galvanizzando lo AT&T Center e facendo credere nella rimonta sia i compagni che il pubblico. Nelle ultime 5 partite il minutaggio è salito da 7 a quasi 22: è l’unico dato che abbia senso elencare, perché tutti gli altri vengono di conseguenza. Quel che non deve essere passato sotto silenzio è l’applicazione difensiva, l’energia positiva che viene generata dal suo fenomenale atletismo, ora indirizzato da una tecnica che inizia ad essere adeguata. Questo è di certo, playoffs o no, un anno transitorio per gli Spurs, che stanno avendo tante “prime volte”. Prima volta nella Popovich Era che la squadra subisce 115+ punti di media, prima volta che ha un differenziale pesantemente negativo tra punti fatti e subiti (-3.7); prima volta in parecchi anni che il roster ha un’età media inferiore ai 27 anni, prima volta che il record non è maggiore del 40% a questo punto della stagione. In particolare merita attenzione l’età media dei ragazzi di Pop. Gli Spurs sono nettamente divisi tra un nucleo over30 e uno da 25 in giù. Il solo a fare da anello di congiunzione è Bryn Forbes, che ha 26 anni. Considerando che le rivoluzioni “tutti fuori e tanti dentro” non fan parte della Spurs-culture, possiamo dire che a SA hanno già ben preparato il futuro nel settore delle guardie. Lonnie ha 21 anni, Dejounte Murray 23, Derrick White 25, e Forbes appunto 26; considerate che, del nucleo dei vecchi, le guardie più esperte ed efficaci hanno 30 anni (DeRozan) e 31 (Mills). Contando anche su un pubblico che è riduttivo definire fedelissimo e pazzamente innamorato della squadra, la ricostruzione degli Spurs è già iniziata e potrebbe essere meno lunga della media.