Ecco il primo appuntamento della rubrica estiva che vi terrà aggiornati sugli avvenimenti della estate NBA, informandovi sul mercato e sui giocatori che emrgono dalla Summer League.

MERCATO. Il pazzo ballo della Free Agency è iniziato. Il primo dato che emerge è un generale innalzamento della portata dei contratti per i giocatori di fascia media. In aprte dipende dal nuovo vontratto televisivo, che porterà ad un innalzamento del tetto salariale per le franchigie, in parte ad un trend che, sottotraccia, si era affermato negli ultimi due anni e che ora esplode: giocatori solidi ma non catalogabili come campioni vengono “fidelizzati” con contratti superiori di un 20-25% al loro reale talento per un’estensione che varia dai 3 ai 4 anni; oppure, lo stesso scopo viene raggiunto tramite contratti di durata inferiore (di solito 2 anni) ma di portata decisamente cospicua. Fidelizzare i giocatori “di mezzo” è una nuova tattica dei GM NBA, ed ha lo scopo di bloccare le emorragie che, con cadenze varie, colpiscono i roster, ma anche di avere sempre a portata di mano giocatori validi da poter inserire in una trade: per ottenere via trade una superstar, nella NBA di oggi, serve avere come moneta di scambio un buon numero di prime scelte, una stella magari un po’m in declino che però si adatta alle necessità dell’altra squadra, e uno o due giocatori validi da inserire come contropartita tecnica ma anche come riequilibratori della plausibilità salariale della trade.

Ecco alcuni tra i colpi più eclatanti:

Amir Johnson da Toronto a Boston per 12 MM in 2 anni: un’ala/centro per i Celtics, ad un prezzo davvero alto. Rientra in una delle tipologie di cui sopra. Rimpiazza la casella lasciata vuota da Bass, fa intendere che Stevens crede in ulteriori miglioramenti di Zeller, in una possibile efficace entrata nei pro di Mickey, mette un po’ di pepe alla pigrizia di Sullinger e ad eventuali cali di tensione da aprte di Olynik. Non una scelta casuale da parte di Ainge, certo, ripetiamo, i 12 MM son tanti, ma finiranno di esser pagati in soli due anni. Lo stesso discorso si addice ai 5 MM per 2 anni che la franchigia del Massachussets pagherà a Jonas Jerebko: lo svedese è piaciuto molto al coaching staff biancoverde per la sua capacità di andare al rimbalzo offensivo, e per la buona mano oltre l’arco; si tratta di un role player che può occupare lo spot di 3 e di 4 senza particolari difficoltà, se non quella di una certa mancanza di velocità di base, ma è anche una tipologia di giocatore molto “Celtic”, utile epr gasare il TD Garden. Kostas Koufos passa da Memphis a Sacramento, quasi triplicando il suo stipendio, da 3 MM a più di 8 annui per 3 anni. Il Greco ha fatto valere i suoi progressi (coach Joerger è un mago nel valorizzare i giocatori medi) andando a raccogliere frutti copiosi nella capitale della California. Lì troverà il reprobo per eccellenza della scorsa stagione: Rajon Rondo, che ha firmato, riportano le cifre, un annuale da meno di 10 MM. Sic transit, verrebbe da dire, se non che il contratto appena frmato lascia abbastnaza libero RR di ri-accasarsi in una grande franchigia con un grande contratto il prossimo anno. Coach Karl, ai Kings, troverà anche un nostro connazionale: Marco Belinelli: 19,5 milioni su 3 anni inchiostrano il miglior contratto della carriera del Beli, che arriva in un ambiente ricco di talento e acrostici (RR, DMC..) ma altrettanto ricco di ego esagerati (coach incluso..), testosterone esagerato, esagerato livello di improvvisazione manageriale. L’esatto opposto degli Spurs: per Marco una sfida non facile, l’ennesima della sua carriera NBA. Visto che abbiamo aprlato di Spurs è il momento di render conto del più grosso affare del marcato dei FA: lo hanno messo a segno i Texani dell’Alamo firmano, con un max contract, LaMarcus Aldridge. In assoluto una delle prime 5 pf della Associazione, e la pedina fondamentale per garantire a Timoteo un altro anno di campo senza doversi suicidare: il nuotatore inizierà la sua stagione 19 nella NBA, e una volta terminata questa giocando da back up prestigioso di LMA, potrebbe esserci benzina sufficiente per la ventesima. Le conferme di Leonard (vero uomo-franchigia di SA ora) e Green aprono le porte a un non impossibile ultimo rodeo anche per Manu Ginobili. Nel reparto guardie, gli Spurs perdono il Beli e salutano Joseph, e sono quindi in cerca di un giocatore che insieme a Paddy Mills possa dar panchina a Parker, ma che possa anche giocare insieme all’Australiano in posizione di 2: al momento tutti si danno di gomito al nome di Mo Williams, che in effetti è giocatore esperto, in grado di soddisfare Pop e di ricoprire entrambi i ruoli, oltre ad avere una caratteristica che l’anno scorso è decisamente mancata agli Spurs: attacco dal palleggio in posizione di guardia, dal momento che non si vive di sola, pur poetica, circolazione della palla. Detto che Steve Nash ha mollato il parquet ma pare deciso a dedicarsi al rettangolone erboso, secondo le news che lo vogliono entrato nella Squadra B dei NY Cosmos, siamo a dire che un grande vecchio della NBA lascia Washington per andare a mirare un’ultima volta all’Anello: PP è un giocatore dei Clippers, per un contratto triennale che lo gratificherà di 3,5 MM annui. Un classico veteran contract, molto lungo secondo quelle che sono, per tutti nella NBA, le reali intenzioni di Pierce: un ultimo giro e vediamo come va. Draymond Green, che era Festricted Free Agent, ha rinnovato coi GS Warriors al termine di una trattativa più difficile del previsto. Tra i movimenti minori, ma corroborati da robusti stpendi, segnaliamo Kyle O’Quinn dai Magic ai Knicks con un 4×4 (MM x  anni) cui forse non crede nemmeno lui, e l’approdo ad Orlando di CJ Watson che lascia i Pacers: al contrario, con un bel contrattone da 7 annui per 3 anni, resta in Indiana Rodney Stuckey, mentre rumors molto alti vogliono che il rinnovo di Roy Hibebrt sia in realtà un sign and trade con direzione Lakers (auguri: immaginate il sonnolento giamaicano sotto le ossessive pulsioni da vittoria di Kobe??). Dopo aver perso LMA, Portland ha visto partire anche Robin Lopez, approdato al Madison Square Garden, e le insistenti voci sul non rinnovo di Matthews, pur ancora alle prese col recupero dal tendine d’Achille, mettono la franchigia oregoniana in pieno rebuilding mode. Un max contract da 80×4 lo ha ottenuto DeAndre Jordan per passare dai CLippers a Dallas: la trattativa era parsa arenarsi, ma alla fine hanno avuto un peso i ponti completamente bruciati che il giocatore si era fatto alle spalle quando aveva affermato senza mezzi termini di essere “sick and tired of Chris Paul”. 40×4 è il contratto con cui Iman Shumpert si è legato ancora ai Cavs. Ai Cavs dovrebbe restare, avendo firmato un’estensione quinquennale da 110 MM totali, Kevin Love, mentre tutto tace sul fronte James. I Cavs, che oltre a rifirmare Shumpert hanno ancora un anno di JR Smith, sono detti essere con una certa decisione sulle piste di Joe Johnson, che di fatto ha lo stesso ruolo dei due già in roster, ma che potrebbe far parte del progetto “fai riposare LBJ” che sarebbe, per molti osservatori, la vera chiave decisionale, oltre al vil denaro, per la permanenza di James in Ohio. Certo, anche se LBJ giocherà molto da 4, con l’eventuale approdo di JJ l’affollamento nei ruoli di 2 e 3 sarebbe davvero elevato. Per oggi chiudiamo questa rassegna estiva con una firma passata leggermente sotto silenzio ma secondo noi molto importante: Greg Monroe ai Bucks, per 50 MM su 3 anni. Quasi 18 MM annui per l’ex Pistons, ma complessivamente si tratta di un contratto sensato. Oltre ad essere un giocatore sopraffino in attacco e a rimbalzo, Monroe riempie il buco nero dei Bucks sotto canestro, dando, ad una squadra già altamente competitiva per lo standard della Eastern Conference, un tocco di classe e completezza davvero interessante. E non dimenticate che sull’orribile parquet del Bradley Center tornerà Jabari Parker, guarito.

LA SUMMER LEAGUE. Summer League basketball significa velocità, nessuna pietà nemmeno per i compagni, arrivismo assoluto per un posto da 10′-12′ uomo in un roster NBA. Una pallacanestro divertentissima e selvaggia. Ora si sta giocando la SL di Orlando, poi ci sarà una breve parentesi in Utah e infine la SL più lunga e affollata di squadre, quella di Las Vegas. Lasceremo spesso da parte il risultato delle partite e ci concentreremo sui giocatori che emergono, dando loro un breve giudizio sulle possibilità extra-NBA, in ottica europea ed italiana. La prima sentenza pare essere che Stanley Johnson, 8′ scelta assoluta per i Pistons, è assolutamente NBA-ready. I dubbi sul suo poter giocare da 3 sono fugati: ha giocato pochissimi palloni da pf, e fronte a canestro sa come comportarsi. Altri 3 giocatori hanno colpito la nostra fantasia per ora: Adonis Thomas, guardia da 230 libbre che dominerebbe in Italia; Kammeon Holsey, lungo un po’ foul-prone e di classe non eccelsa, ma capace di colpire dai 4 metri e rapace a rimbalzo offensivo; Brandon Dawson, sf che potrebbe dire la sua a livello Eurolega.