Molte notizie a proposito degli Italians, in questa puntata di NBA Summer.
Andrea Bargnani ha preferito qualche soldo in meno e ha scelto di approdare a Brooklyn, quindi sostanzialmente di restare a NY, piuttosto che trasferirsi ad Ovest, da quei Sacramento Kings che parevano ormai aver portato a buon termine il corteggiamento all’ala/centro italiana. Pur essendo i BKN Nets una franchigia in pieno marasma, forse la scelta del Mago non è sbagliata. Dovrebbe trovare maggior minutaggio, un coach che è abbastanza “players friendly”, e un ambiente che, in termini di tifoseria e stampa, è conscio di poter avere poche pretese a proposito della stagione entrante. A SAC, invece, avrebbe trovato viva competizione nel ruolo di 4 e porta chiusa in quello di 5, un ambiente che, con l’ingaggio di Rondo e la prima stagione full-time di Karl, si aspetta non solo i PO ma qualcosa di più, e un allenatore non tenero nelle proprie scelte, nonchè abbastanza restio a cambiarle una volta formulate. A onore di Andrea si deve anche riconoscere che parrebbe vero e vivo il suo desiderio di restare nella NBA e dimostrarvi qualcosa, dal momento che il Fenehrbace gli proponeva gli stessi due anni di contratto per una somma di circa 2 milioni superiore nell’arco del biennio (10×2 i Nets, qualcosa più di 12×2 i Turchi). Il Fenehr è, invece, la linea di approdo di Gigi Datome, che lascia la NBA e i Celtics tirandosi dietro già qualcuno che lo rimpiange, come giocatore e come uomo. Steve Bulpett, uno dei commentatori bostoniani più seguiti, ha espresso in un tweet il suo dispiacere per non poter vedere più Datome in campo e per non poter avere più con lui “le nostre chiacchierate” su “classic rock and climate change”. Continuando il domino che da NY ci ha portati a Boston, ecco che negli ultimi due giorni sono emersi di nuovo, dopo esser rimasti sepolti per quasi due mesi, i rumors su un interessamento dei Celtics per Danilo Gallinari. Il Gallo molto probabilmente non avrà, restando a Denver, come compagno di squadra Ty Lawson: per la seconda volta nel 2015 il giocatore è stato arrestato, e rilasciato su cauzione di 5000 dollari, per DUI, driving under intoxication. Il valore di mercato di un uomo, prima ancora che un giocatore, evidentemente privo del necessario controllo sulla prorpria vita scende rapidamente. Le soluzioni sono essenzialmente tre, e sono in certa misura applicabili tutte insieme: la NBA potrebbe sospendere il giocatore, che potrebbe scegliere/essere obbligato dalla Associazione a intraprendere un percorso riabilitativo, il tutto essendo ancora o meno un giocatore di Denver. La sospensione non è un ban definitivo e, multe e penali a parte, il giocatore conserva i suoi diritti, potendo quindi essere tenuto, scambiato o, in certi casi, “congelato”. Si tratta di un processo che di solito interessa i giocatori vittime di infortuni particolarmente lunghi, processo che permette alla franchigia di risparmiare una parte dello stipendio dell’infortunato per destinarlo al suo sostituto: drugs&co non rientrano nel protocollo, ma, in caso di una particolare magnanimità della NBA, Lawson e i Nuggets potrebbero usufruire di questa chance. A proposito della Associazione: si è tenuta la classica conferenza stampa del Commissioner Adam Silver, evento in cui viene rivisitata la stagione conclusa e presentata, in termini di progetti per il miglioramento del prodotto offerto, quella futura. Silver ha ovviamente parlato del nuovo contratto televisivo, dell’innalzamento del salary cap, e di ri-collocazione delle telecamere intorno ai parquets per preservare dagli infortuni i giocatori. Si pensa a particolari “landing lanes” per i giocatori sottocanestro: corsie libere sia da cameramen cha da addetti di qualsiasi tipo, ma anche da posti a sedere per i tifosi. Non ha potuto evitare domande sulla Jordaneide, ammettendo che non è stato uno spettacolo brillante o gradito dalle alte sfere, ma osservando che, dopotutto, nessuno nella vicenda ha adottato comportamenti che non fossero nei propri pieni diritti. Il capitolo più importante è stato toccato a proposito dell’intenzione, più seria che mai, di cominciare a mettere mano alla griglia dei PO: le posizioni dovrebbero essere stabilite abolendo qualsiasi priorità per i vincitori divisionali; si tratta di un primo passo verso qualche ristrutturazione più corposa, in cui il 15′ e 16′ posto siano assegnati secondo pura classifica assoluta, senza tenere conto della Conference….buone news per i Phoenix Suns, insomma. Non buone per Seattle, invece: i tifosi NBA, non solo dello Stato di Washington, che attendono il ritorno di una franchigia nella città col prefisso telefonico 203, …beh dovranno aspettare. L’arrivo a Milwaukee di Jason Kidd, quello di Jabari Parker e di molti altri buoni giocatori, ha fatto risalire l’interesse del pubblico del Wisconsin, e oggi la franchigia vale più soldi….molti più soldi di quanti ne valesse solo due stagioni orsono, rendendo impossibile, Silver lo ha detto quasi esplicitamente, che i Bucks si trasferiscano altrove.
Traferiamoci ora a Las Vegas, per la Summer League, ma non solo. A Vegas infatti si terrà un mini camp ad inviti indetto da Team USA, per pre-selezionare il “listone dei 40” da cui andranno scelti i componenti della prossima Nazionale USA. Invitati a questo elite club sono stati: Tobias Harris, Victor Oladipo, Mike COnley, Jimmy Butler (che pare abbia litigato pesante con D-Rose…benvenuto coach Hoiberg…), Trey Burke, Harrison Barnes, Draymond Green. Per quello che riguarda gli esiti dai campi, finora possiamo registrare un deciso stop ai trionfalismi riguardanti D’Angelo Russell e Julius Randle, le ultime due prime scelte dei Lakers. Randle, reduce dall’infortunio che lo ha colpito alla prima gara della stagione scorsa, è apparso molto appesantito. Viaggia come un treno invece Porzingis, e un suo compagno nel SL-Team dei Knicks potrebbe essere di intenso interesse europeo, nel caso non riuscisse a fare la squadra a NY: si tratta di Maurice N’dour, undrafted da Ohio, pf per la NBA, ma in Europa anche centro. Sono gli stessi Knicks, che gli hanno fatto firmare un annuale tagliabile al minimo salariale, a stimolarlo a tentare la carta europea, ma il 23enne di nascita senegalese, avendo esordito con due ottime prestazioni, intanto giocherà tutte le sue chances di NBA; poi chissà….per l’Europa è un grande giocatore.