A cavallo del Thanksgiving la NBA ha giocato e continuato a sentenziare. Alcune situazioni sono cambiate, altre no.

Si stanno pianpiano riprendendo due delle migliori formazioni della scorsa RS: Atlanta (che della stagione era stata capofila ad Est) e Memphis; invece chi nasce tondo evidentemente continua a non potere, proprio no, morire quadrato. Nonostante ci siano andati vicino due volte, i Sixers non vincono. A Boston si son fatti rimontare 11 pti in meno di 3 minuti per perdere di 4, e a Houston…guardate sotto. Parafrasando la gloriosa band emiliana CCCP, possiamo dire che Indiana è grande e George è il suo profeta: ora i Pacers sono secondi nella Eastern e, dato che davanti stanno i Cavs, la mente corre subito a scontri di un certo èpos, datati tre anni. 3 anni che sembrano molti di più, considerando tutte le sfortune, i litigi, e le rivoluzioni che i Pacers hanno dovuto sopportare. Ricordando gli uomini che componevano il roster che fino all’ultimo contese ai Cavs l’accesso alle Finals, un pensiero pieno di umana comprensione corre dritto fino all’attuale destino di Roy Hibbert.
GS continua a vincere e, a proposito, ne ha mollati 44 ai Lakers Mercoledì; i Clippers son tornati ad un record vincente, e i T’Wolves, che son riusciti a vincere finalmente una e poi un’altra gara in casa, sono 8’ nella Western, con un record in trasferta (6-2) che nella NBA è secondo solo agli Warriors imbattuti. Se, ripetiamo: SE, arrivassero ai PO….attenzione ai ragazzi che Flip Saunders guarda di lassù. Ultima notazione a proposito dell’Ovest: Ish Smith, uno dei nostri “impronosticabili dischi caldi” di inizio stagione, dimostra che se messo in campo sa rendere, ed ora è quarto nella NBA per media di assists a partita: Ish THE DISH!

TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE. CLEVELAND CAVS 95 – CHARLOTTE HORNETS 90
Gli Hornets, soprattutto in casa (7-2) son questione seria per tutti, ed anche I Cavs sono costretti ad un quarto periodo di difesa superiore (avversari tenuti a 14, rispolverandone gli storici problemi di % di tiro: infatti 41% alla fine) per vincere in rimonta davanti ad una delle divinità sportive del North Carolina, Cam Newton, quarterback dei Carolina Panthers. Il canestro decisivo è stato piazzato da un non eccezionale JR Smith, alla prima tripla imbucata dopo 4 piccioni senza casa. Kevin Love 18+16 e LBJ 25+13, ma col 40% al tiro. Appunto le percentuali di James sono da mettere sotto lo spot, perché i Cavs, anche in previsione PO, dovranno temere le formazioni che hanno a roster un tipo come Batum (o Crowder dei Celtics, o George dei Pacers) che oltre a difendere duro sfida la stella dell’Ohio anche dal lato offensivo del campo (17-8-4 per Nicholas, e tante corse in più per LeBron).

AMWAY CENTER, ORLANDO. MILWAUKEE BUCKS 98 – ORLANDO MAGIC 114
Non vorremmo dover lanciare una raccolta di firme anche a favore di Victor Oladipo, oltre a quella per liberare Aaron Gordon dalla sergentite-di-ferro di coach Skyles. Oladipo fuori dal quintetto risponde con 17-6-9, mentre Gordon resta inchiodato a minutaggi sotto i 20 dai quali è difficile emergere, in particolare per giocatori prevalentemente difensivi come lui. Si sta definitivamente affermando invece Elfryd Payton, che per ora si è risparmiato le punizioni di Skyles anche perché è la sola vera pg di talento della squadra: 22-2-10 per lui, e un deciso dominio nel match-up con MCW (. Venendo ai Bucks e al loro difficile cammino in stagione, sta in queste difficoltà il nervosismo di coach Kidd, che ha saltato per squalifica la gara di stanotte per aver rudemente schiaffato via la palla dalle mani di un arbitro con cui non era particolarmente in sintonia, la scorsa notte. E’ il primo passaggio davvero difficile per Jason Kidd da coach, il primo buco da cui dover uscire: noi lo riteniamo un allenatore di livello superiore, e attendiamo con fiducia la riemersione dei Bucks. Anche perché 3/5 dello starting-5 sta rendendo sotto le aspettative: parliamo di MCW, Jabari-P e Monroe (alle conosciute lacune difensive stanotte ha aggiunto un 3-12 in 19 minuti che na han consigliato il panchinamento definitivo).

TD GARDEN, BOSTON. WASHINGTON WIZARDS 78 – BOSTON CELTICS 111.
Facilefacilissimo, i Celtics passano sopra Washington dopo aver patito la grande paura di concedere la prima W stagionale ai Sixers. Dichiarazioni pre-match: John Wall “non sto dando quello che potrei, mi accorgo di non riuscire a portare ai compagni il mio 100%”, Jae Crowder “come siamo riusciti a rimontare dal casino che stavamo combinando vs i Sixers? Togetherness”. Detto, fatto: Wall ininfluente se non dannoso e Celtics che, sulle spalle di Sullinger (18+15) e Thomas (21-3-6), giocano una gran gara di squadra, imperniata sulla consueta difesa che a tratti oscura non il canestro ma addirittura la metà campo offensiva agli avversari (22 perse e 32% globale al tiro per i malcapitati Wizards). Problemi in vista nello spot di pg per i Celtics: oltre a esser posticipato il ritorno di Smart, ora fissato attorno a Natale, si è fatto male ad un occhio Evan Turner, che coach Stevens utilizza in play fin dallo scorso anno e che dovrà saltare uno o forse due appuntamenti. In tema di ricorsi, stanotte passava l’anniversario di un Celtics-Washington (allora Bullets) in cui Boston mise 153 punti nel canestro dei capitolini: giocava ancora Hondo Havlicek.

MSG, NEW YORK. MIAMI HEAT 97 – NY KNICKS 78
I NYK perdono in casa e vanno 8-9, ma sono tutt’altra cosa dall’armata di anime perse che erano lo scorso anno. La buttano via nel secondo tempo, quando vengono oscurati 47-29 dagli Heat. In ogni caso l’atmosfera positiva che si respira a NY è data anche da questo jingle che rihiama un successo di Will Smith di una decina di anni fa: gettin’ ZINGY with it. Il merito è di Kristaps PorZINGIs, il Magico Lettone che sta zittendo uno per uno i nuovaiorchesi che avevano buuuuuuuato la sua scelta il giorno del Draft. Stanotte i Knicks nella seconda metà non hanno segnato mai: Melo+KP sono andati 9/24, e gli altri peggio. Merito degli Heat, che sono secondi pari con Indiana ad Est, e in relativo silenzio avanzano la loro candidatura alle Conference Finals. Solite, ormai devo scrivere così, 6 stoppate per Hassan Whiteside, che è primo nella NBA nella specialità, ma è anche secondo nella percentuale dal campo (schiaccia molto, ma non solo..). La bella nottata di Miami è sublimata nella prestazione del risorto Gerald Green: parte in quintetto, segna 25 in 27 minuti e si becca il MVP.
BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. CHICAGO BULLS 92 – INDIANA PACERS 104.
Continua la stagione altalenante dei Bulls, e continua quella da sorpresa positive dei Pacers. Indiana è una delle relativamente poche squadre (rispetto alle attese formulate alla fine della scorsa stagione) che pratica vero smallball, con Paul George stabilmente utilizzato da 4. Il ragazzo beh…sta rispondendo benino, a 26+8 di medi è in piena corsa per il MVP di stagione. Stanotte 33+8 per lui, e come trofeo anche il 4/10 cui ha costretto Jimmy Butler. Migliore per Chicago Mirotic (25-7-2), mentre ancora sconsolante per rendimento e atteggiamento D-Rpse (4/16 in 31 minuti). Non scommetteremmo di vedere ancora a Chicago a fine stagione né lui né coach Hoiberg. Di Indiana segnaliamo i 10 assists di Hill e anche Ian Mahinmi: lui che ha approssimativamente il 35% in stagione, ha tirato 7/10 ai liberi…provate a perdere questa gara, ora.

TOYOTA CENTER, HOUSTON. PHILADELPHIA 76ERS 114 –HOUSTON ROCKETS 116.
A Houston ce l’hanno messa tutta sia I Rockets che I Sixers per dare a Phila la prima W dell’anno, ma sono arrivate, da brave squadre con enormi problemi, un pelo corte rispetto la mission. E dire che 3 liberi di Harden sul ferro nei momenti cruciali non erano pronosticabili (era 14/14, andrà 14/17, finirà 16/20), così come il 2/2 negli stessi momenti di DH sta oggettivamente fuori dalle regole del nostro gioco preferito. Alla fine, ha pesato tantissimo, nella lotta dalla linea della carità, un libero sbagliato da Covington dei Sixers, tuttavia migliore in campo dei suoi con 28-7-5 e ben 8 recuperi..molti dei quali su/grazie a…DH. Liberi a parte, Houston al momento è solo Harden, (50-8-9, terza gara in carriera a 50, e record di 52 mancato proprio per quei tiri liberi).

FEDEX FORUM, MEMPHIS. ATLANTA HAWKS 116 – MEMPHIS GRIZZLIES 101
Alla Grindhouse si affrontano due filosofie quasi opposte. Per quanto difesa forte e post basso con gli interpreti di Memphis siano molto spesso la miglior scelta da fare, per stanotte si dimostra più efficace la pallacanestro simil-Pop di coach Budenholzer.
Gara a ritmo serrato durante la quale, nelle prime due frazioni, i Grizzlies si prendono anche una doppia cifra di vantaggio con una gran striscia realizzativa. Da notare un buzzerbeater dalla sua lunetta del buon vecchio Vince Carter. Con Memphis in controllo, gli Hawks non si danno per vinti ed approfittano di un importante calo difensivo avversario. Terzo e quarto periodo vedono rimonta, sorpasso, e colpo di grazia del falco sull’orso. Se ad Atlanta c’è una stella, non c’è dubbio che si tratti di Paul Millsap, che pur contendendosi lo spazio con Marc Gasol, tira giù 14 palloni sotto le plance e segna 23 a referto.
Se non fosse per Tony Allen tutti e due i quintetti sarebbero in doppia cifra, per gli Hawks conduce Teague (20 e 7 assist) insieme a Millsap, mentre per la operaia Memphis i soliti Conley e Gasol, ma con numeri leggermente sotto la media delle ultime uscite stagionali (rispettivamente 16-1-9 e 13-8-2).

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKLAHOMA CITY. DETROIT PISTONS 87 – OKC THUNDER 103
ESPN titola: “Durant leads” come tutti ci aspettiamo quando scende in campo quello che, appena avremo capito che intenzioni abbia Steph, dovrebbe essere il miglior attaccante della lega.
Nel MidWest degli Stati Uniti si sfidano le prime due compagini nella classifica dei rimbalzi, da questo punto di vista, netta la vittoria dei secondi per 58-38.
Come già detto, Thunder trascinati da KD (34-13-5) che viaggia a più di 30 di media dopo il rientro, e che non fa pesare sui suoi la nottataccia dell’altro big dog. Westbrook infatti ha problemi di falli per tutta la partita ed arriverà alla fine ad uscire definitivamente, arriva a 6 falli per la ottava volta nella sua carriera.
Gara nel segno dei Thunder, che aspettano la terza frazione per cominciare a controllare sul tabellone quello che sembrava stessero già controllando sul campo. Nel terzo quarto Durant dà il la all’ondata vincente dei Thunder. Sponda Pistons, bimbone, abituato a prendere ogni cosa che viene giù dall’alto dei palazzi NBA, stanotte si accontenta di 7 rimbalzi, e magari qualche maglietta.

TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. GOLDEN STATE WARRIORS 135 – PHOENIX SUNS 116

PEPSI CENTER, DENVER. SAN ANTONIO SPURS 91 – DENVER NUGGETS 80

SLEEP TRAIN ARENA, SACRAMENTO. MINNESOTA TIMBERWOLVES 101 – SACRAMENTO KINGS 91

STAPLES CENTER, LOS ANGELES. NEW ORLEANS PELICANS 90 – LOS ANGELES CLIPPERS 111