In questa settimana finale dell’anno ho voluto inserire tra le cose peggiori della NBA tre categorie differenti: una prestazione di squadra, una singola, e una di un front office. Cominciamo da quest’ultima.DALLAS MAVS: ok, ora il quintetto è fotonico, ma i Mavs non hanno quasi più una panchina. La trade che ha portato in Texas Rajon Rondo ha impoverito il pino dei Mavs, e se le assenze di Nelson e Crowder possono essere riempite da elementi già presenti a roster, lo stesso non si può dire dell’enorme buco sottocanestro che la partenza di Brendan Wright ha aperto nelle rotazioni di Carlisle. Dietro Tyson Chandler non c’è letteralmente nessuno, e anche se, dalla trade in poi, il record di Dallas è positivo, non pare che l’acquisizione della mercuriale point guard ex Celtics abbia di molto aumentato le percentuali di Titolo dei Mavs, proprio a causa della mancanza di cambi nella front-line. La dirigenza di Dallas dovrà trovare un centro di riserva, e magari anche un 4: tempo ne hanno moltissimo, prima della trade dead-line, ma per ora il voto è un 5.
KENDRICK PERKINS: il centro che ha vinto un titolo coi Boston Celtics e che fa parte di un quintetto (con Rondo, Ray Allen, Pierce e Garnett) che, al completo, non ha mai perso una serie di Playoffs, è ormai una pallida ombra del giocatore che avrebbe potuto diventare e anche di quello che di fatto è stato, pur se brevemente. Certo, l’infortunio che tolse un Anello ai Celtics e a lui una carriera come quella che stava promettendo ha contato, eccome. Ma venute via via meno le qualità fisiche ora Perk è una specie di dinosauro che si aggira pesante e impacciato per i parquets della NBA, pur essendo appena trentenne. Stanno anche evidenziandosi tutti i limiti tecnici derivanti dal suo passaggio nei pro direttamente dalla High School. Dall’inizio dell’anno ha perso, a favore del Kiwi Adams, il quintetto base nei Thunder, e questa settimana ha giocato solo 14 minuti di media in tre partite, mettendo insieme, globalmente, un 3/11 al tiro, un 3/5 ai liberi e 15 rimbalzi. Sono 3,3 punti e 5 rimbalzi di media, per un outlook davvero negativo sulle prospettive della sua carriera. Voto 4, caro vecchio Perk.
CHARLOTTE HORNETS: pur in una fase abbastanza positiva, soprattutto se paragonata agli inizi, gli Hornets hanno messo insieme nel Santo Stefano 2014 una partita davvero agghiacciante, nella quale hanno confermato, ampliandoli a dismisura, i problemi di precisione al tiro che li affliggono dall’inizio della stagione. 48 minuti che hanno portato….75 punti. 87 tiri scoccati, 25 a bersaglio. Di questi fa parte anche il 5/24 da tre punti. Percentuale globale 28,7%, che diventa 20,8% nelle triple. Togliendo i 20 tiri liberi realizzati, gli Hornets hanno realizzato su azione 55 punti. Un disastro, un’agonia, condita da perle quali il 2/13 di Kemba Walker o lo 0/5 di Jeff Taylor, ottenuto in soli 9 minuti di gioco…Il voto, per geometrica regressione rispetto ai due precedenti, è 3, ma poteva essere anche molto peggio.