Presentiamo la seconda parte del nostro focus sulla trade più pesante dell’anno. Dopo l’analisi di Enrico D’Alesio della questione in biancoverde, passiamo a quello che accadrà in The Land.
Dubitiamo che LeBron avrebbe mai scambiato Irving per IT4 e Crowder o per chiunque, ma se Uncle Drew ha deciso di abbandonare la nave è proprio perché il re si trova spesso ad avere più potere decisionale di quanto dovrebbe. In ogni caso i Cavs dovranno adesso “accontentarsi” di ricevere questo leggerissimo pacchetto di giocatori e scelte.
Isaiah Thomas – Più piccolo e più vecchio di Kyrie, ma 20 punti a partita ha dimostrato di poterli portare tranquillamente, senza tutti gli isolamenti che prendeva il suo predecessore e soprattutto passandola di più e meglio. I suoi limiti difensivi sono indissolubilmente legati a quelli fisici, ma in questo senso il paragone con la difesa (pigra e spesso assente) di Irving non sfavorisce in alcun modo i Cavs. IT4 è uno che difficilmente delude pur non essendo scintillante come Kyrie.
Jae Crowder – Così come per Isaiah, il dubbio maggiore rimane sulla capacità di convivenza con LBJ: né lui né il piccoletto sembrano tipi abituati a tacere alla vista di un re nudo. Tecnicamente Crowder potrebbe però essere il vero valore aggiunto per Cleveland. Con Jae in Ohio arriva un eccellente difensore, che da solo non può sanare tutti i guai visti durante la scorsa stagione, ma limitarne molti e trasformare quella wine&gold in una difesa di medio livello NBA sì. Oltre a questo l’ex stallone svalutato può dare fiato e tanti minuti da 4 a LeBron, chiamato quindi a tenerselo davvero stretto.
Ante Zizic – Centimetri e una grossa mano aTristan Thompson. Come già spiegato da Enrico, il croato rappresenta molto più una nuova arma per i Cavs piuttosto che una rinuncia per i Celtics, quindi classica situazione di “win-win”. Un centro al secondo anno, che andrà sicuramente testato nel nuovo contesto, dà la possibilità di allungare le rotazioni in un ruolo in cui i vicecampioni erano sprovvisti di ricambi adeguati.
Brooklyn 1st round pick – L’asset definitivo, l’ultimo tassello che deve aver convinto il front-office di Cleveland. L’effettivo uso di questa scelta potrebbe dipendere molto dal futuro di LBJ e da cosa potrebbe ricavarne scambiandola. Se LeBron dovesse rimanere a casa anche l’anno prossimo (al momento poco probabile) avrebbe 34 anni e poca pazienza per il prospetto che verrà scelto, anche se eccellente. Questa quasi sicura lottery pick può formare, insieme ad un Kevin Love dalla dubbia permanenza, un pacchetto abbastanza sostanzioso per tentare di portare a casa un altro pezzo pregiato.