Con il riposino post-ASG le Arene escono di scena fino a giovedì, quando le gare riprenderanno in coincidenza con lo spirare della trade-deadline.
Al momento non ci sono stati grandi movimenti, e non si vedono grandi progetti in cantiere, ma di solito questa quiete precede qualche tempesta. L’anno scorso il primo grande scambio avvenne con enorme anticipo, a Dicembre, e portò a Dallas Rajon Rondo. Quest’anno paiono essere state individuate le “zone calde”, ma nulla di concreto ancora accade. Esploriamo gli hot-spots per vedere quanto plausibili possono essere.
Vox Populi Vox Dei, e allora ad Atlanta dovrebbe per forza capitare qualcosa. Abbiamo spiegato nelle precedenti uscite perchè, contrattualmente e per completezza di roster, le partenze di Teague, Horford e Korver siano plausibili anche se apparentemente sorprendenti. Aggiungiamo qualche particolare. Pur convocato come riserva all’ASG, e All-Star lo scorso anno, Horford è un buon giocatore (16+7 le sue stats, e occhio a quel 7, piccolopiccolo per un centro titolare) ma non un centro dominante, tanto è vero che, oltre ad essere evidente il deficit di Atlanta a rimbalzo, abbiamo scovato questo interessante dato: il centro brasiliano Splitter, non certo un campione, è vitale per gli Hawks, che con lui sono 21-12, senza di lui sono 6-7. Teague può partire perchè, semplicemente, è più vecchio di Schroeder, e Korver perchè è più vecchio, un po’ più preciso ma molto meno aletico di Bazemore. Però, soprattutto, questo gran movimento in casa Falchi è generato da un fatto trapelato solo nelle ultime ore, ossia che Paul MIllsap, senza dubbio l’architrave della franchigia e del gioco, potrebbe partire a fine stagione. Se non venisse approntata una squadra in grado di arrivare al Titolo in un paio d’anni o tre, PM potrebbe compiere una mossa “David West”: rifiutare la Player Option da quasi 22 milioni per la stagione 16-17, uscire dal contratto, esplorare la FreeAgency per accasarsi in una squadra che punti all’anello, anche accettando meno soldi di quelli che avrebbe preso restando in Georgia. Nel domino della NBA, questa semplice voce può aprire scenari impensati. Millsap è un 3/4 che segna da fuori, da sotto, in contropiede, prende rimbalzi, difende e stoppa. Potrebbe essere peggio di Kevin Love nei Cavs? NO. Potrebbe valere l’infinito pacchetto di prime scelte (più un giocatore quale filler) che i Celtics possono mettere sul piatto? SI. OKC peggiorerebbe avendo lui al posto di Ibaka? NO. Sono solo alcuni esempi.
Altra situazione da cui attendersi qualcosa è l’abbondanza di guardie degli Utah Jazz dopo l’esplosione di Hood e Neto e il futuro ritorno dal terribile infortunio di Exum: Neto, Burke, Burks, Hood, Exum sono tutti giocatori che nella NBA possono ben figurare, e in 5 stanno strettini. Il più probabile partente non può essere mosso se non esce in tempo per giovedì dalla lista infortunati, Alec Burks; diventa quindi possibile la partenza di Trey Burke, ma solo per un affare che ai Jazz convenga davvero, altrimenti i problemi di abbondanza verrano risolti in estate, magari dopo qualche test severo sul reale recupero di Exum.
Ai T’wolves gli inamovibili sono 3: Towns-Wiggins-LaVine. Kevin Martin è dato continuamente in partenza, e anche Ricky Rubio non è certo di restare, ricordando la scorsa stagione, prima che Bledsoe rifirmasse coi Suns, Flip Saunders aveva cercato di ottenere l’ex Kentucky mandando in Arizona proprio il Catalano, scambio poi non andato in porto, ma in cui il compianto Flip credeva molto, contando anche sulla passione di Hornacek per gli Europeans. Un altro che a Minnesota non è certo rimanga: Adreian Payne, per chi cerca atletismo e abnegazione in pf.
In tema di “ho disperatamente bisogno di..”, citiamo i Knicks e la loro fame di pg (Teague in cima alla loro lista); stesso dicasi, più stranamente, dei Pacers, che paiono un po’ stufi della timidezza di George Hill; i Celtics e la loro perenne mancanza di un vero go-to-guy (JJ al giusto prezzo verrebbe preso, il che esclude dalla trattativa prime scelte di valore).
In chiusura, veniamo alla parte Gothic-Fantasy del nostro report, in cui illustriamo le trades più irreali e complicate di cui si è andati parlando nella NBA in questi giorni. Un three-way-deal che coinvolgerebbe: Melo ai Cavs + Love ai Celtics + le prime scelte pregiate e un giocatore dei Celtics a NY. A proposito di Melo, ricordiamo che la sua No Trade Clause è una option, può cioè venire o meno esercitata dal giocatore, per rifiutare destinazioni a lui sgradite. Un James Harden che avrebbe infine sssssssibilato “o lui o io”, a proposito del fatto che Dwight Howard sia chiacchierato in questi giorni giorni non solo come oggetto di interesse di Celtics e Heat (in cambio di Whiteside?), ma come carne da trade anche nella considerazione degli stessi Rockets; se LaBarba dovesse minacciare e poi eseguire, non esisterebbe una squadra che non sarebbe in pole position per averlo a roster: non tanti avrebbero però la combinazione ideale di assets e spazio salariale per accontentare sia Houston che il giocatore. In un simile scenario potrebbero essere in buona posizione i Kings, i Celtics (ricordiamo che Avery Bradley è texano e che i rapporti tra i due GM sono ottimi), i Bucks (che avrebbero MCW e Parker da mettere sul piatto).