Il rapid fire è d’obbligo per raccontare alcuni dei risultati della notte NBA.
Dalle altre partite, infatti, emergono e vengono posti sul piatto molti argomenti che esulano dal mero “come è andata a finire”.
Miami continua a vincere (Whiteside 22+17) e stanotte ha messo in riga i Pacers di un nervoso PG13, espulso per doppio tecnico: prima una protesta vs gli arbitri per un fallo di McGruder non fischiato, poi un eccesso di trash talk nei confronti della panchina di Miami, e mettiamo questo episodio nella cesta dei disastrini arbitrali di questa stagione. La vittima pecedente degli Heat, gli Hawks, ha perso di nuovo contro la Florida, battuta di 19 dai Magic di un T-Ross che, come avevamo ricordato guardando ai suoi 17 tiri di giovedì notte, si è ambientato subito ad Orlando: 24 con 15 tiri, gli stessi di Vucevic che ha scritto 16+14. La banda di orfanelli chiamata Sacramento Kings non ha ripetuto il miracolo, e ha perso vs gli Hornets, in cui ha brillato BigFrank Kaminsky (23-13-3), con un buon contributo di Belinelli (13-2-6 con 2/4 da 3). Numeri da capogiro a Houston: 272 pti segnati dalle due squadre, e Rockets che superano di 12 i T’Wolves: su cifre simili, 12 di passivo non sono poi tanti; Wiggins (30 con 22 tiri) e soprattutto KAT (37+22) hanno tenuto in piedi Minnie insieme agli 11 assists di Rubio, ma i Rockets han piazzato 8 uomini in doppia cifra tra i 24 di Harden e gli 11 di Nenè, infilando 22 triple contro le sole 9 di Minnesota. Segnaliamo ulteriormente il problema-Beverley: ha picchiato Rubio, ha continuato ed ha reagito alla reazione dello spagnolo, eppure (altra perla arbitrale) sono usciti entrambi dalla rissa con lo stesso tipo di sanzione, un fallo tecnico. Alla Oracle erano ospiti i Nets, che non vincono dal 20 Gennaio e che delle ultime 34 ne han vinte 3: assente KD per una contusione alla mano sinistra, e dato il valore non eccelso degli avversari, GS si è distratta dopo una buona partenza, venendo superata verso la metà del secondo quarto; la sveglia urlata da coach Kerr e un and1 da 4pti di Steph (27-5-5) hanno rimesso presto in riga le cose.
E veniamo al piatto. Problema arbitrale. Lungi dai “capolavori” dei grigi italici, per i refs dalla NBA non è una buona stagione, anzi al momento un ipotetico voto sarebbe largamente sotto la sufficienza, per tre motivi, nessuno dei quali è “troppi fischi sbagliati”. Primo motivo: arbitraggi prevenuti nei confronti di molti giocatori, alcuni dei quali (sempre gli stessi) sono trattati da santi, altri (sempre gli stessi) da diavoli. Secondo: eccesso di replay. Il famigerato Replay Center di Seacacus (NJ) è usato troppo e a sproposito, facendo fettine dell’andamento emozionale della gara, interrompendo inerzie favorevoli e non, facendo fare ai grigi un lavoro che spetterebbe agli allenatori. Terzo: i falli tecnici e i flagrant. Nessuno saprebbe trovare unità di decisione nell’assegnare quel tipo di fallo, quest’anno, da parte dei refs: autentici tentati omicidi (Carroll su IT4) sono sanzionati con un timido flagrant1 così come altre azioni dure ma nel complesso corrette si vedono assegnare la stessa sanzione, mentre un po’ di parole volanti (Paul George stanotte) dopo altre parole in in libertà costano due tecnici immediati e l’espulsione. Non ci siamo, e non vorremmo veder ripetersi atti puramente politici come la giornata inflitta a Green durante le Finals: la direzione, purtroppo, sembra quella, se l’episodio del tentato omicidio è sotto esame, sì, ma per il gesto della pistola messo in atto da IT4, che era la vittima
Torniamo al piatto. Come vanno Boogie (12-15-6 con 3 stoppate ma 7 perse) e Monociglio (39+14)? Hanno perso anche stanotte a Dallas, ma nell’ambito di un incoraggiante progresso tecnico. I Pels son rimasti in partita fino al terzo fallo (2 in attacco) di Cousins, e fino a che l’umore del giocatore non ha iniziato a disfarsi. Il nodo è tutto in questo: riuscire a garantire, tecnicamente e a livello ambientale, un minimo di serenità a DMC, pretendendo che anche lui tenga a freno i propri sbalzi. La gara vs i Mavs ha visto debuttare nei Pelicans e nella stagione il veterano Jarrett Jack, pg dai modi da campetto ma molto efficace: da qui a fine anno, dato che Nola potrebbe non riuscire a fare i PO, le gare saranno anche un continuo casting per gli esterni al fine di determinare chi potrà davvero aiutare nella prossima stagione e chi sarà lasciato a piedi. Nei Mavs debutto dell’ex Sixers Nerlens Noel (ottimo:9+10 con tanta difesa e tanta energia): con lui e le Twin Towers erano 3 insieme in campo i BigMen giovani e forti usciti recentemente da Kentucky.
Usando Dallas introduciamo anche il prossimo argomento. Non è più un Maverick, da 3 giorni, Deron Williams. Messo in lista waivers anche per l’esplosione di Yogi Ferrell, il veterano in realtà è in attesa di firmare coi Cavs: sarebbe la pg tanto chiesta da LBJ. Che stanotte non ha giocato: “perché ha mal di gola e il mal di gola è contagiosissimo” sono parole letterali dalla bordocampista dei Cavs che citava fonti della franchigia. Il ridicolo di tali scuse di salute è evidente: valgono a stento per un geometra del catasto che voglia stare a casa a giocare con la XBox; James ha scelto di non giocare, e di ottenere il solito risultato mediatico/politico personale. I Cavs hanno ovviamente perso vs i Bulls (Kyrie senza LBJ non arriva al 33% di W in carriera: ricordatevelo sempre, se state per iniziare una frase che dica “Irving è meglio di Lillard/Wall/Thomas/Walker/Lowry/altri”) e il Prescelto ha messo in chiaro che è molto meglio se la sua dirigenza firma D-Will. In ogni caso, negli ultimi due giorni, tra le prime 5 della Eastern Conference solo i Raptors hanno vinto una gara; buon per i Bulls, che ne vincono 2 in fila trovando 20-9-10 da Wade e 18-10-10 da Butler, oltre a 15-2-5 con 2 rec da Rajon Rondo, un altro da non dimenticare mai nonostante tutti i suoi difetti.
Ultimo argomento: i Knicks. Hanno vinto di 1 vs i Sixers al MSG, con tiro allo scadere di Melo (37+6 col 60% al tiro). Erano sopra di 13 a meno di 8’ dalla fine. Non è il primo crollo da ultimo periodo della squadra, anche se stavolta è andata a finire bene. I problemi di NY non sono di talento, sono ambientali. E torniamo volentieri a ricordare l’assurdo licenziamento di Derek Fisher in versione coach, verso metà della scorsa stagione. Una sciocchezza che può essere paragonata, sul fronte panchine, al licenziamento di coach Malone due anni fa a Sacramento, per assumere Karl. Melo non ha gioito d’istinto, dopo il game winner, ma lo ha fatto in ritardo per convenienza. Non si può vincere in situazioni simili. Nella gara, ha brillato, per Phila, Okafor (28+10), che aveva messo avanti i suoi prima del rush di Carmelo. Okafor è un divino giocatore offensivo, ma stiamo aspettando di trovare chi lo convincerà a darsi da fare in tutte le parti del Gioco.