I Mavs sconfiggono i T’Wolves per la terza volta su tre a Minneapolis e accedono alle NBA Finals 2024: sarà Celtics vs Mavs.

Commentando l’accesso dei Mavs alle Finals, in particolare dopo avere battuto una squadra come Minnesota, sia bene ricordare un assioma del basket moderno che non tutti hanno ancora recepito: con la difesa NON si vince. NON si arriva in fondo alle manifestazioni. Si vince con l’attacco. Il motivo è assai semplice: nel basket di vertice tutti difendono, non è dietro che si scavano le differenze.

Le WCF appena terminate sono esemplari: celebrati per la difesa, per la sagacia nell’ingaggiare Gobert eccecc, i T’Wolves sono stati brutalmente rimandati a nanna da una squadra che ha magistralmente annullato ogni alchimia difensiva dei T’Wolves. I quali, anche perché allenati dal CoY-tra-virgolette Chris Finch, non sono mai stati capaci di scavallare quota 108 in 5 gare (e una sola volta, e perdendo).

GOBERT. Smanazzatore più che stoppatore, è stato usato a proprio vantaggio dalle tattiche dei Mavs: in particolare nella definitiva #5. Il suo plus/minus nelle WCF è -16, sottozero 3 volte su 5; le 2 in cui è stato nettamente positivo sono coincise con i primi due KO casalinghi che hanno segnato la serie. In altre parole: non utile. La quinta lo ha visto protagonista dell’attacco di Minnie nel primo tempo: nessuno ha tirato come lui (7) e lui ha tirato male (3), perché semplicemente non lo sa fare, non è un giocatore completo, è al contrario un giocatore estremamente condizionante (anche in termini di comportamento, minirisse eccecc). Nel primo quarto di #5 coach Kidd ha invitato i T’Wolves ad andare contro i loro interessi creando una specie di imbuto che mandasse il pallone verso il francese: bastato lasciare il suo difensore mezzo secondo in più ad aiutare sull’esterno nel p’n’roll, invitando Conley-Ant-Anderson e chi per loro a dare il pallone a Gobert. Lui non è veloce, Gafford e Lively e chiunque altro in aiuto lo erano di più, hanno fatto in tempo a recuperare quasi sempre dando al centrone cattive percentuali e piccole umiliazioni, come farsi stoppare da Jones Jr. in recupero (da cui poi litigata, minirissa, doppio tecnico: le solite menate che arrivano dal Francese). Oltre a ciò: tiri per Gobert = no tiri per Edwards o Towns, e crollo dell’attacco di MIN.

LUKA & KYRIE. Non sono il miglior backcourt della storia del Gioco: sono il miglior backcourt realizzativo. C’è una differenza, che andrà analizzata, e che si centra sulla connessione tra loro e il resto della squadra. Il punto debole dei due non è, come prevedibilmente sarà segnalato, la difesa, ma il grado di coinvolgimento utile che sanno offrire ai loro compagni. Finora, nei PO, nessuno, per motivi differenti, ha saputo incidere su questo aspetto: i più bravi nel provarci sono stati i Thunder. Nella prima gara della serie, vinta, OKC ha obbligato Gafford-Lively-Hardaway a 5/20 dal campo; l’altra vittoria è arrivata quando PJ Washington è stato tenuto a 7/19 dal campo e il Duo, nonostante 19 assists combinati, non ha potuto innescare efficacemente il resto del team. I 19 ass sono il massimo nei PO per L+K, e sono accaduti due volte: la seconda nella W in #2 vs MIN, quando però Gafford e Lively hanno tirato 14/16, con i lunghi dei T’Wolves eccessivamente votati ad aiutare sul Duo.

GAFFORD + LIVELY. Nella serie vs MIN, Lively non ha sbagliato un tiro: 16/16. Soprattutto schiacciate da lob, ok, ma resta un dato notevole e un dato offensivo che coinvolge anche la capacità del Duo (soprattutto Doncic, in tema di assistenze) di giocare una OFFENSE efficace. La caratteristica migliore dei centri Mavs, però, è la loro capacità atletica, che coinvolge anche la loro velocità. Altro dato del basket moderno: i lunghi-plantigradi non servono. Serve gente rapida, in grado di sacrificare il corpo, con un buon grado di presenza nel pitturato ma non tale da renderli troppo ingombranti. E’ il dato tattico che rende Porzingis, Lively, Gafford, Holmgren, e altri, più utili di Gobert o Embiid. Non più forti, più talentuosi, più simpatici: più utili. Anche a livello di protezione del pitturato, l’agilità ha vinto, novello richiamo a ricordarsi di Salamina: indispensabile nel basket moderno. Nelle WCF 18 – 5 sono le stoppate dei due Mavs contro quelle di Gobert +  Towns; 13 – 4 per Gafford vs Gobert.

Queste sono le piste, tracciate da J-Kidd (di cui si parla sempre troppo poco), su cui i Mavs hanno costruito l’accesso alle Finals: nel prossimo appuntamento parleremo delle gare di finale e anche dei Celtics.