Dai tabelloni MIDWEST e WEST emergono rispettivamente Kentucky e Wisconsin, le numero 1 di quei Regionals. Ma non è stato semplice.
Pochissimo. C’è mancato pochissimo. I Fighting Irish hanno tirato per vincere alla sirena, ma la tripla di Jerian Grant è andata lunga. La gara ha visto innumerevoli cambi di leadership, ma Notre Dame ha gestito in vantaggio più minuti di Kentucky, e, detto anche senza amore per gli sfavoriti, avrebbe meritato di vincerla. Il talento dei Wildcats però è strabordante e occupa tutta la panchina, una profondità insormontabile per chiunque finora. Oltre alla tripla finale i moneti chiave sono stati tre: il canestro allo scadere del primo tempo con il quale i Wildcats sono andati al riposo 31 pari invece che sotto di 2, fatto psicologicamente molto importante; Il quarto fallo abbastanza prematuro dell’unico vero lungo di Notre Dame, Auguste; il tentativo fallito per un pelo a 6 secondi dal termine da parte della guardia di Notre Dame Demetrius Jackson di prendere sfondamento su penetrazione di Andrew Harrison, che dalla linea ha dato il +2 definitivo agli uomini di coach K. Tatticamente il back-court dei Wildcats è stato imprigionato benissimo da ND: gli Harrison’s hanno tirato 2/9 dal campo, ma hanno anche infilato 5 degli ultimi 7 pti della trentunesima franchigia NBA. Jerian Grant, la pg di ND, ha guadagnato sul campo durante tutto il Torneo una chiamata alta al prossimo Draft, se come sembra si dichiarerà eligibile. A proposito di Draft 2015: Karl Anthony Towns è stato l’uomo determinante per coach K, scrivendo il career high a 25, con 10/13 dal campo: questo ragazzo è un giocatore di gran livello e prima ancora un atleta fantastico, dotato di una coordinazione davvero fuori dal comune per un uomo oltre i 2.10; potrebbe tranquillamnete finire al numero 2 assoluto al draft (anche se è più probabile come 3 o 4) e, una volta nella NBA, potrebbe essere il primo “7 piedi” a vincere la gara delle schiacciate. Durante la gara, molti comentatori hanno ripetutamente twittato a proposito della capacità di ND di stare nella partita nonostante una differenza di stazza notevole: spesso per i Fighting Irish son stati in campo quintetti dove il più alto arrvava a stento a 2 metri, mentre Kentucky teneva in campo un paio di giganti. Ultima nota, proprio in merito al lungo Cauley-Stein: partitaccia, più volte ripreso anche senza troppo riguardo da coach K: “Stai giocando? NO. Tu sei in campo ma non stai giocando!”. Rimproveri serviti a poco.
Come previsto, tra atletismo e stazza ha vinto la stazza di Wisconsin. Inutile ma alto sale il rimpianto per ‘Zona per l’infortunio al piede che ha tolto di mezzo, a Febbraio, Brandon Ashley, uno da 12+6 di media. Nella partita sono state evidenziate le attuali lacune di Hollis-Jefferson, che deve ampliare il proprio gioco anche lontano dal canestro. Il lungo Tarczewsky non ha retto contro Kaminsky, e, una volta collezionato il quarto fallo, è diventato un inutile passaggio a livello. Kaminksy ha iniziato il lavoro per i Badgers, e Sam Dekker lo ha terminato, firmando il suo back-to-back career high a 27 dopo i 23 di venerdì a North Carolina, e approfittando nel finale dell’uscita per falli di Stanley Johnson, uno molto forte che però deve masticare ancora parecchio per arrivare dove potrebbe, e che forse trarrebbe giovamento dal non passsare ora nei pro. Dekker ha tirato 5/6 da 3, e tutta Wisconsin ha avuto una super nottata in questo fondamentale: 12/18, di cui 10/12 nel secondo tempo. Difficile resistere a una prestazione simile: infatti Arizona ha perso il suo quinto consecutivo Elite 8. Ora la sfida contro i predestinati di Kentucky: la Final 4 di Wisconsin sarà un match contro una squadra con atletismo ancora maggiore di Arizona, e una maggiore stazza. Se la mano resta quella di stanotte e se Kaminsky riuscirà a stare in campo per tutta la gara contro Towns, Cauley-Stein e Lyles, allora i ragazzi per cui tifa il qb dei Packers, Aaron Rodgers, hanno una speranza.