Mi sono trattenuto sinora, e non perché incattivito da un palinsesto poco comprensibile e aggiornato, ma per dare un tempo onesto per mettersi a regime con organizzazione e racconto. Ovvio che sto parlando delle Olimpiadi programmate sulla Rai a Rio. Luogo che mi è rimasto nell’anima dai Mondiali del 2014, con le sue contraddizioni, con i Palazzi delle Olimpiadi alcuni pronti altri da immaginare, a due passi da dove lavoravamo in IBC. Luogo con persone meravigliose e spesso disperate, ma soprattutto la quintessenza della improvvisazione. Noi italiani stiamo a loro come i tedeschi a noi, però loro sorridono sempre: è la loro filosofia di vita. Il problema è quando ci devi lavorare…

Una premessa all’interno di altre premesse (matrioska?): per noi televisivi, per chi è fortunato e ci lavora, l’Olimpiade è come un negozio di dolci per un bambino. In questa situazione chi produce molla i cordoni della borsa e si possono ordinare torte con la panna, gelati ed ogni sorta di cose. I problemi vengono dopo: qui gli sport sono tutti o quasi e noi registi, cameraman, rvm, audio e compagnia riprendente, conosciamo chi uno sport, chi l’altro. Ci vogliono stage, workshop, aggiornamenti insomma per tutti, e soprattutto ci vuole un centro di coordinamento per tutti i broadcaster per gestire in modo comprensibile quello che succede. La sensazione durante i primi due giorni è che ci fosse, tra il segnale internazionale (quello che fa vedere l’evento) e le integrazioni, una gran confusione. Cambi tra gli sport slegati, con pause a volte imbarazzanti, con quelle beauty cam uguali (le stesse?) a quelle dei Mondiali 2014. Purtroppo si vede la mancanza di abitudine a lavorare insieme, io faccio una cosa, perché mi devo preoccupare degli altri… Ogni commentatore con il relativo talent fa per sé. A parte quei pochi che già lo fanno, il resto dei commentatori sembra che non sia stato preparato e organizzato. Ognuno ha i suoi tempi, a volte brevi, a volte no e la gestione dei tempi è fondamentale nelle dirette, figuriamoci in una ininterrotta di quasi 24 ore al giorno.

In tutta onestà, la Rai ha pasticciato un pò, ma il grosso viene da chi fa le riprese su molte discipline: la voglia di fare qualcosa di nuovo, spesso porta a fare invece qualcosa di sbagliato. Una cosa che mi è piaciuta molto è l’uso delle spidercam un po’ diverso: ad esempio nella pallanuoto l’inizio del match, quando le due nuotatrici partono dalla porta per arrivare per prime sul pallone sono seguite a volo radente l’acqua sino al centro dove sale a piombo. Belle, molto belle. Per esempio, al contrario, chi ha posizionato le telecamere per la ginnastica doveva avere idee non chiarissime: molti numeri visti di spalle, o frontali senza capire il dove e il come… In ogni caso, tanta invidia: le Olimpiadi, anche se ci lavori, sono una cosa fantastica…