Una notte magica. Non si potrebbe definire diversamente quella che ha trascorso Klay Thompson poche ore fa: la guardia dei Golden State Warriors è stata infatti assoluta stella della sfida ai Sacramento Kings, vinta per 126-101. Al 48′ il tabellino del numero 11 gialloblu recitava questi numeri: 52 punti (career high), 16/25 dal campo, 11/15 da 3.

La serata di Thompson non è stata speciale solo per aver sforato quota 50 punti, per aver distrutto il record personale di punti nella Lega e per aver letteralmente consegnato ai suoi Warriors la diciottesima vittoria consecutiva in casa (nuovo record per la franchigia), e la trentacinquesima stagionale. Ma andiamo con ordine.

All’intervallo lungo la sfida tra Golden State ed i Kings era sul 56-51 per i padroni di casa, con Thompson che, partito bene nel primo quarto, aveva tirato i remi in barca insieme al resto della squadra, chiudendo al 24′ con 13 punti frutto di un non esaltante 3/12. A questo va aggiunto che Sacramento era in netta crescita, aveva infatti risucchiato i Warriors con un discreto secondo periodo, riuscendo addirittura ad andare sul +2 al principio del terzo quarto. È qui che la partita dello Splash Brother “meno quotato” (… e meno male!) cambia: sul 58 pari Thompson penetra, batte McLemore e con una virata segna dal pitturato; Sacto pareggia, Golden State sbaglia, si torna in difesa, Klay ruba palla con la collaborazione di Barnes, si fa tutto il campo in transizione ed in contropiede spara la tripla che va a bersaglio. Da quel momento in poi Thompson non sbaglia più nulla in tutto il periodo: 13/13 dal campo, 9/9 da 3 punti, 2/2 ai liberi, per un totale di 37 punti. La guardia ex-Washington State con questi 12′ da sogno si porta a casa diversi record all-time della Lega: massimo di punti segnati in un quarto (37 – il precedente record era di George Gervin, 33) ,  massimo di tiri da 3 segnati in un quarto (9), massimo di tiri dal campo segnati in un quarto (13 – in coabitazione con un altro Thompson, David, che li mise a segno nel 1978 con la maglia dei Nuggets).

E la partita? Ah, inutile dirlo, la spallata che Thompson dà al match è determinante: mette a segno 37 dei 41 punti complessivi dei Warriors nel terzo periodo, porta i suoi sul +24 all’ultima pausa, poi rientra giusto per segnare un 2/2 dalla lunetta e ritoccare il career high, portandolo a quota 52. Chiude il tutto andandosi a sedere definitivamente con 9’28” da giocare.

La Oracle Arena gli dedica un bel coro “All-Star, All-Star!”, lo speaker ha perso la voce a forza di gridare il suo nome ad ogni canestro, e Klay conclude la sua serata magica dicendo “Ho preso tanti brutti tiri, ma ho continuato comunque a tirare fino a sbagliare, sono solo stato fortunato” –  riconoscendo però che – “Non dimenticherò mai momenti come questo, un giorno lo racconterò ai miei nipotini“.

Non possiamo che ammirare questo giocatore, gustatevi pure la sua impresa:

(fonte foto: www.mercurynews.com)