Pistoia ha scelto la serata più indicata per sbloccarsi in trasferta, andando a vincere con merito sul campo di Roma in quello che poteva considerarsi un vero e proprio spareggio salvezza. Si, perché la Virtus battendo i toscani sarebbe salita a +6 in classifica con in più il 2-0 nei confronti diretti, una bella ipoteca sulla permanenza in Serie A. Ed invece, complice anche il quasi contemporaneo successo sulla sirena di Trieste con Sassari, la lotta per evitare la discesa agli inferi assume ora contorni completamente diversi; Treviso, battendo la Fortitudo, ha compiuto un importante passo in avanti ed il discorso salvezza sembra ormai riguardare soltanto Roma, Pistoia e Trieste, con i capitolini attualmente avanti di 2 punti.
LA GARA Omaggiato il leggendario Kobe Bryant con il minuto di raccoglimento e con le squadre che non hanno giocano i primi due possessi (infrazioni di 24 e 8 secondi in onore dei due numeri di maglia utilizzati in carriera dal Black Mamba), Roma aggrediva con Kyzlink ed il miglior Buford della stagione ma, nonostante il solito approccio soft di una Pistoia in versione on the road, i romani non capitalizzavano il maggior tonnellaggio sotto canestro (toscani senza l’ex Landi, applauditissimo insieme con D’Ercole dai 4000 spettatori presenti) ed il +5 scavato da Jefferson e Rullo veniva colmato in un amen da Petteway e D’Ercole, che infilava la tripla del pareggio proprio sulla prima sirena.
Il secondo quarto mostrava il volto migliore di Roma, con Baldasso a dar ritmo e Buford a bucare il cesto avversario da ogni angolo; Petteway era l’unico che provava a forzare l’impasse offensiva, ma i biancorossi subivano la buona circolazione di palla di una Virtus che si rifugiava spesso e volentieri anche da Pini, prezioso su ambo i lati del campo. Il rassicurante vantaggio capitolino del primo tempo scatenava la reazione d’orgoglio degli ospiti, tornati in campo con ben altro piglio. Brandt e Johnson iniziavano a fare a spallate contro la difesa giallorossa e Wheatle, dalla lunetta, trovava il primo pareggio della serata sul tramonto del terzo periodo. L’ultimo quarto si trasformava quindi una sfida di nervi ancor prima che tecnica, la Virtus, ormai abituata (rassegnata?) alle bizze dell’inconcludente Dyson, si aggrappava a Buford e Pini ed il fortino reggeva fino al 77-76 del 39’. Poi, una goffa scivolata in penetrazione di Dyson regalava agli ospiti un prezioso possesso che Salumu trasformava in 3 punti; Buford rispondeva con la stessa moneta ma nell’ultimo possesso Johnson era il più lesto ad avventarsi su una palla vagante realizzando ad 1”9”’ dalla sirena il canestro dell’80-81, un punteggio che nemmeno Buford avrebbe più cambiato con l’ultimo tiro.
MAGIC MOMENT Il terzo quarto, quello in cui la squadra di coach Carrea ha costruito la vittoria attaccando con saggezza l’area e sfruttando i viaggi in lunetta concessi dalla difesa locale.
MAN OF THE MATCH L’ala americana Justin Johnson, che ha tirato col 60% da 2, rifilando 2 stoppate e tirando giù anche 9 rimbalzi contro avversari più dotati fisicamente. Il fatto che abbia segnato il canestro decisivo è solo la conferma, al termine di un’ottima gara.
NUMBERS Il 59% ai tiri liberi di Roma (che viaggia col 69% in stagione) è un dato che difficilmente fa rima con vittoria, così come sconcertante è l’1/12 al tiro di Dyson, che dovrebbe essere il leader tecnico e mentale della formazione giallorossa. 10 i minuti finali in cui Alibegovic è rimasto a guardare dalla panchina. Petteway ha sparato a salve dalla lunga distanza (1/9), ma è stato bravo a calamitare le attenzioni della difesa avversaria risultando poi glaciale in lunetta (7/7). Il computo finale dei rimbalzi dice 33-31 in favore di Roma, una miseria se si considera che Pistoia ha giocato senza Landi.