La prima vittoria stagionale della Virtus Roma ha una dedica speciale, quella fatta in sala stampa nel dopo partita da un coach Caja, commosso nel ricordare Tonino Trabucco, l’amico di una vita dell’ “Artiglio” scomparso recentemente. Per il resto l’ 83-77 rifilato ad una Biella reduce da due successi nelle ultime tre gare, non deve essere accompagnato da toni trionfalistici o proclami fuori luogo. Deve servire semmai da ripartenza, con la “a” minuscola per carità, per rimettere in piedi un campionato di lega due fino a questo momento da incubo per Roma. La serata del Palatiziano ha dato segnali importanti.In primis un Olasewere perfetto o quasi del disinnescare un Mike Hall tenuto a 11 punti e soli 7 rimbalzi ( l’ex Milano in tre partite disputate quest’anno viaggiava a 15+13 di media ), seguito dal miglior Callahan visto quest’anno ( 22 +8 ), e da un Giuliano Maresca capace di prendersi in mano la squadra nel momento decisivo della contesa. Un Capitano mai visto così pimpante e lucido, rivitalizzato dalla cura Caja e capace negli ultimi cinque minuti di andare ad affrontare con coraggio e spregiudicatezza una difesa biellese decisamente oversize. Hall, Infante e De Vico sono letteralmente diventate delle statue di sale immobili, di fronte alle incursioni di un Maresca capace di mettere a segno quegli otto punti decisivi nel finale che hanno condotto la Virtus in porto. Infine squilli decisi da una panchina molto coinvolta e molto attiva. In primis con quel Leonzio, si esattamente quello protagonista della poco edificante vicenda con Saibene, capace di riempire in positivo tutte le caselle del suo referto, e di mettere a segno tre triple su quattro tentativi con la sorprendete tecnica e naturalezza di un giocatore navigato. Suo il missile che a 4’30 dalla fine ha dato il via al rush finale virtussino ( 72-66 ), questa volta definitivo per chiudere la contesa. Cosa che la Virtus in precedenza ha tentato di fare più volte, ma senza esiti positivi.
Comunque bene “sul pezzo” fin dal primo minuto, e ci mancherebbe pure vista la drammaticità sportiva che questa gara rappresentava alla vigilia, la Virtus ha visto il suo primo allungo fermato, a cavallo tra la fine del secondo e l’inizio del terzo quarto, da dieci punti di fila ( su 16 totali ) di un Niccolò De Vico travestitosi per l’occasione da Giorgios Printezis. Il secondo tentativo di fuga capitolino, visto che comunque il Carnevale è ancora lontano, è stato invece rintuzzato da uno dei protagonisti attesi della contesa. Ferguson infatti, dopo dieci punti messi a segno nel primo quarto ed una virgola nei dieci minuti successivi, ha di fatto tenuto a galla Biella a suon di fendenti ( 27 punti con 5/8 da 3 ) finchè ha potuto. Alzando però anche lui bandiera bianca nei cinque minuti finali di fuoco della Virtus, quando dal 67-66 siglato da un due su due in lunetta di Hall, Roma ha innestato le marce alte guidata dalle scorribande cattive di Maresca. Non ci siamo dimenticati dell’ex di serata, Alain Voskuil. Il cecchino di passaporto danese ha però dovuto subire continui raddoppi di lunghi e non si è potuto esibire a dovere nella specialità della casa ( 0/3 dall’arco ). Pur non brillando particolarmente ha avuto comunque l’intelligenza di non incaponirsi in forzature inutili, portando comunque qualcosina in dote ( 10 punti ), ed avendo l’umiltà di mettersi al servizio dei compagni. Da lui ovviamente ci si aspetta di più, ma per questa volta va bene così.