A differenza di quanto visto nel girone EST, che ha avuto una sola padrona, il film della stagione regolare girato nel raggruppamento OVEST è stato senza dubbio più appassionante e ricco di pathos.

La Virtus Roma è stata il punto di riferimento costante attorno al quale hanno ruotato tutte le altre attrici protagoniste di questa pellicola, Bergamo, Rieti e Capo d’Orlando, qualcosa in più di semplici “also starring ma meno continue in termini di risultati, la qualità che ha fatto la differenza fra la vittoria e la sconfitta.

Piero Bucchi – Foto Domenico Cippitelli

Numeri alla mano, è innegabile che l’esclusione di Siena abbia penalizzato l’Orlandina, privandola di due punti determinanti ai fini della promozione diretta. E’ altrettanto vero, però, che non si poteva tollerare oltre la pantomima di una società sbriciolatasi a metà stagione, con una squadra ormai composta solo da un nugolo di under allo sbaraglio. Alla luce di questa storia qua, l’esclusione del club toscano era l’unica soluzione plausibile per cercare di non falsare ulteriormente il torneo.

Un campionato che, come detto, ha visto la squadra di Piero Bucchi costantemente in primo piano; il ritorno al futuro ha inizio nei primi due mesi, utili per prendere slancio e coscienza delle proprie doti. Dopo il facile ciak d’esordio al PalaEur con la matricola Cassino arrivano le lezioni di volo dell’alieno Terrence Roderick, giocate d’autore che abbattono Roma nella seconda recita stagionale.

Solo chi cade può risorgere e la pesante sconfitta in quel di Bergamo provoca una reazione a catena; i romani piazzano sette squilli consecutivi, alcuni intrisi di sudore e lacrime come quelli di Biella e Latina, intervallati dal complicato derby infrasettimanale con la Leonis. Altri, invece, in apparente scioltezza contro avversarie di primo livello quali Casale Monferrato e soprattutto Capo d’Orlando, nella gara che si rivelerà poi decisiva per la promozione. Al PalaFantozzi i ragazzi di Piero Bucchi disputano una partita di grande attenzione, limitando i padroni di casa nel primo tempo per poi giocare una seconda frazione di assoluta maturità, spezzando l’equilibrio nel finale grazie alla freddezza in lunetta di Chessa e Moore.

Le successive vittorie con Trapani e a Tortona, avversarie in bilico ma pur sempre ostiche, davano alla navicella capitolina ulteriore stabilità, appena intaccata dall’assassinio sul Tevere compiuto dalla solida Rieti dell’indemoniato ex Bobby Jones e dal colpo grosso della Mens Sana versione 1.0, dalla quale, più avanti, la Virtus preleverà il talismano Roberto Prandin.

Bobby Jones – Foto Domenico Cippitelli

Ad Agrigento l’uomo dei sogni è Nic Moore mentre la settimana successiva Henry Sims confeziona il regalo di Natale dominando con Treviglio, miglior attrice non protagonista della serie A2. Il 2018, però, si chiude con un passo falso; a Scafati, con i campani avanti di un punto, Sims fa 1/2 dalla lunetta a tempo scaduto e nell’overtime, quando ormai il colpo on the road sembra cosa fatta, arriva sulla sirena la beffarda tripla di tabella dell’ex Aaron Thomas.

Nic Moore – Foto Domenico Cippitelli

L’Epifania non porta la neve a Roma, ma fortunatamente nemmeno il carbone e Legnano viene piegata grazie ad un’ottima prova corale, con Daniele Sandri fra i migliori in campo.

Daniele Sandri – Foto Domenico Cippitelli

Nemmeno il tempo di esultare che la Virtus incappa nello scivolone più clamoroso della stagione, un noir a tinte horror. Nella prima di ritorno, sul neutro di Frosinone, i giallorossi rendono visita al fanalino di coda Cassino, fin lì 1 vittoria e 14 sconfitte, appena rinforzatasi con l’arrivo da Ferrara di Mike Hall. Incredibile ma vero, la formazione rossoblu indovina la grande partita, il carneade Castelluccia firma il suo record stagionale di punti (18) con un clamoroso 5/6 da 3 (stagione regolare poi chiusa col 36% di media dall’arco) mentre l’esperta ala americana debutta con un 20+15 da urlo. Roma si arrende e per diverse settimane dovrà lottare con lo spettro di quei 2 punti sanguinosamente lasciati ad un’avversaria che non vincerà più una partita dopo quella sera dorata.

La squadra giallorossa è comunque viva e reagisce, il mese seguente è il periodo in cui, probabilmente, nella testa del gruppo matura definitivamente la consapevolezza di poter arrivare a dama. La Virtus disputa tre partite consecutive all’Eur liquidando nell’ordine Latina, Bergamo e Biella con Sims e Landi assoluti protagonisti, poi gioca e stravince il derby di ritorno con la Leonis, prima stracittadina della Capitale disputata a…Ferentino!

Aristide Landi – Foto Domenico Cippitelli

Gli orobici intanto danno segnali di cedimento e, dopo la sconfitta di Roma, perdono anche le successive gare con Legnano e Treviglio lasciando, di fatto, il testimone di antagonista nelle mani di Rieti, nel frattempo lanciatasi oltre le nuvole con 6 vittorie consecutive.

Nella seconda domenica di febbraio arriva il viaggio indimenticabile, la partita più complicata ed emozionante della stagione giallorossa; a Casale Monferrato i padroni di casa conducono meritatamente per quasi tutta la gara e sono avanti di 5 punti ad una quarantina di secondi dalla sirena. Sembra solo garbage time ma i piemontesi dimenticano di stare attenti a quei due, al secolo Marco Santiangeli e Andrea Saccaggi, che confezionano una rimonta da fantascienza coronata dalla tripla della vittoria scagliata a fil di sirena dall’ex guardia di Latina. Sono meravigliosi momenti di gloria!

Marco Santiangeli – Foto Domenico Cippitelli

La domenica successiva Rieti, falcidiata dagli infortuni, sprofonda a Latina e questo risultato per la Virtus sembra spalancare le porte del ritorno alla vita. Invece la sceneggiatura di questo splendido film riserva un altro colpo di scena perché un concreto Brandon Triche, contestatissimo ex di turno, permette a Capo d’Orlando di passare al PalaEur di un solo punto, nel terzo dei dieci successi consecutivi con cui i siciliani daranno del filo da torcere a Roma fino all’ultimo respiro.

Gli uomini di coach Bucchi accusano il colpo e la settimana seguente escono sconfitti ancora per mano di una siciliana, ancora di un solo punto. La Virtus vanifica un sostanzioso +12 ad 8 minuti dal termine contro un’avversaria peraltro priva del suo faro, il playmaker americano Rotnei Clarke. A Trapani è profondo rosso, anzi, profondo granata!

A marzo si vola a Porto San Giorgio per giocare le final eight di coppa Italia e Roma apre la kermesse marchigiana scatenando la tempesta perfetta sulla malcapitata Verona di Luca Dalmonte, ultimo coach ad aver guidato la Virtus in serie A; i capitolini si arrenderanno con l’onore delle armi in semifinale, il giorno successivo, al cospetto della Fortitudo Bologna, prima scivolata a -13 e poi capace di ruggire ribaltando completamente l’inerzia della gara nel secondo tempo.

E’ domenica 3 marzo quando, poco prima che la coppa Italia prenda la strada di Treviso, Rieti recupera e perde la partita casalinga con Legnano (ancora tu?) anche grazie all’apporto dell’ex virtussino Anthony Raffa.

Anthony Raffa – Foto Domenico Cippitelli

Ci si rituffa così in campionato per le ultime 7 fatiche, con Roma pronta ad approfittare dello scontro diretto che vede Rieti di scena a Capo d’Orlando; la vittoria dei padroni di casa segna l’ascesa definitiva dei siciliani al ruolo di co-protagonista al posto dei sabini. Roma ha sempre il proprio destino in mano e non sembra mostrare cedimenti anche se, dopo il netto successo casalingo ai danni di una spenta Tortona, compie un’altra prodezza al contrario sciupando un clamoroso +21 sul campo di Rieti, che vincerà la partita di 6 punti grazie all’Inferno scatenato nell’ultimo quarto.

La settimana successiva si apre con l’esclusione di Siena dal campionato, Roma e Orlandina sono fra le squadre che avrebbero dovuto ancora affrontarla nel girone di ritorno e, pertanto, sono attese entrambe da un turno di riposo forzato; la Virtus lo osserva subito e i biancoblu strapazzano la Leonis impattando a quota 34 in classifica. Sette giorni dopo i ruoli si invertono, coach Sodini e i suoi ragazzi rifiatano mentre Roma supera Agrigento risalendo a +2 quando mancano appena tre gare al traguardo. Ai giallorossi servono due vittorie per salire in serie A mentre i siciliani devono fare en plein e sperare nella caduta degli dei.

In un giorno di ordinaria follia, Roma crolla fragorosamente a Treviglio e l’Orlandina maltratta Tortona, il fantasma della beffa aleggia sulla Capitale mentre in Sicilia pregustano il sorpasso.

Alla penultima giornata Triche ne scrive 38 dominando anche sul campo di Latina ma i pontini sfiorano un’epica rimonta risalendo dal -13 al -3 negli ultimi 5 minuti; Roma scende in campo circa un’ora dopo con tutta la pressione addosso ma Scafati è come se non ci fosse e viene piallata senza via di scampo.

Brandon Triche – Foto Domenico Cippitelli

L’ultimo spettacolo porta Trapani, già certa dei playoff, a Capo d’Orlando e finisce come tutti pensano, mentre Roma va a giocarsi il match point a Legnano (alleata occulta di stagione avendo fermato Treviglio, Bergamo e due volte Rieti), già da tempo con la testa ai playout e con ben tre giocatori fuori per infortunio.

Axpo Legnano Knights – Virtus Roma Campionato LNP 2018/2019 Serie A2 / Ovest Ciamillo – Castoria // Foto Vincenzo Delnegro

Tutto facile? Nemmeno in un sogno. L’ex Raffa trascina per mano la sparuta ma indomita truppa biancorossa, i “knights” giocano sostanzialmente in 6 ma vendono cara la pelle prima di alzare bandiera bianca e restituire alla Virtus il Paradiso perduto, riconquistato quattro anni dopo l’autoretrocessione in serie A2.

All’ombra del Cupolone, l’alba del giorno dopo è dolcissima. Sono alti, grandi e grossi, vestiti di blu, giallo e rosso, i cavalieri che fecero l’impresa!

Axpo Legnano Knights – Virtus Roma Campionato LNP 2018/2019 Serie A2 / Ovest Ciamillo – Castoria // Foto Vincenzo Delnegro

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