È un Dalmonte pragmatico e consapevole dell’importanza della vittoria quello che si presenta ai microfoni dopo il brutto ma fondamentale successo maturato con Cremona.
Il condottiero capitolino non si nasconde dietro un dito nè tira in ballo volentieri l’evidente fattore S, leggasi stanchezza, un dato evidente che sta contraddistinguendo l’ultimo periodo di un gruppo giovane che si sta abituando con fatica a vivere certi ritmi: “E’ fuor di dubbio che il calendario fin qui non ci ha aiutato ma, analizzando anche quel che ci aspetta, questa sfida era fondamentale e, come tutte le partite importanti, non poteva essere bella. Non è mancata l’applicazione, siamo riusciti a difendere bene su Vitali annullando lui e, di conseguenza, il pick&roll con Cusin ma, eccetto qualche giocata, direi che siamo stati mediocri”.
Il coach però bada al sodo e si tiene ben stretta una vittoria che inserisce la Virtus nel gruppetto di metà classifica, un lotto di squadre fra le quali usciranno due o tre partecipanti alla final eight di Desio: “Abbiamo vissuto serate migliori dal punto di vista estetico concluse però senza i due punti in più in classifica quindi, ogni tanto, va bene anche gioire e godersi il successo, comunque sia arrivato. Se non c’è energia da spendere infatti, puoi avere tutta l’abnegazione di questo mondo ma rischi di essere solo vapore; dovremo essere bravi a centellinare le forze mentali ancorché fisiche visto che, male che vada, fino a febbraio vivremo sempre su questi ritmi. La mia è una presa di coscienza, non stiamo subendo questo aspetto ma, anzi, ci stiamo lavorando”.
Anche Cesare Pancotto spende poche parole senza appellarsi nemmeno alla pesante assenza di Clark, uomo di punta di questa Vanoli: “Roma ha vinto con merito prendendo il ritmo giusto fin dall’inizio. Noi siamo stati generosi, ci abbiamo messo il cuore senza arrenderci mai ma non avevamo la necessaria freschezza mentale per opporci. Dal punto di vista tecnico direi che in difesa siamo stati bravini ma in attacco c’è mancato il cambio di passo, avremmo dovuto fare più passaggi e meno palleggi per muovere la loro difesa”.
L’ex allenatore della Virtus conclude poi con una punta di rammarico per quel che poteva essere e non è stato: “Peccato perché per ben tre volte siamo risaliti a -6 con palla in mano e potevamo realmente riaprire ogni discorso, tutte le volte però siamo stati imprecisi concedendo loro contropiede e punti facili che li hanno rimessi in fiducia”.