Sessantasei a cinquantasei, esattamente come cinque giorni fa in Eurocup contro il Banvit. La Virtus Roma riserva a Reggio lo stesso trattamento dei turchi, ma questa volta la vittoria non conta soltanto per gli almanacchi, ma regala alla squadra di Dalmonte due punti che tolgono definitivamente Roma dalle sabbie mobili della zona retrocessione. In una serata la Virtus passa dal penultimo posto in graduatoria, ai margini della zona playoff distante ora soltanto quattro lunghezze a otto giornate dal termine. Quel cinquantasei è il numero da tener ben presente nella storia e narrazione di questo Roma-Reggio Emilia. Spuntata in attacco la Virtus è riuscita a portarla a casa nell’unico modo possibile, ossia difendendo con le unghie ed approfittando di una Reggio come al solito falcidiata dalla mala sorte, con Della Valle febbricitante , Cinciarini con poco nella gambe, ed un reparto lunghi sovrastato ( 42-25 ai rimbalzi ), da un Ejim sempre più Terminator ( 8+10 ), e da un Maxime DeZeeuw decisivo come non mai in questa stagione.

Il Diavolo Rosso, ben presto lanciato nella mischia da Dalmonte in luogo di un Jordan Morgan a cui non è neanche bastato l’ingresso nello starting five come scossa, è accorso al capezzale della Virtus siglando la tripla del 17-15 e diventando da quel momento un’autentica spina nel fianco della difesa di Menetti. Il belga ha indirizzato la gara verso Roma a cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo periodo, siglando 11 dei suoi 13 punti complessivi, e sbloccando una sfida molto incerta nei primi minuti. Come se non bastasse, suo il canestro dell’importante +8 ( 55-47 a 5’33 dalla fine ), ed il canestro dalla linea della carità che a 2’28 dava la mazzata finale agli emiliani sul 60-53, suggellando una prestazione da incorniciare con 5/5 dal campo.A dargli una grossa mano un Capitano più che mai coraggioso come Lorenzo D’Ercole, fomentato dalla sfida a distanza con un irritante Kaukenas, e protagonista di un 3/3 dall’arco di Calvaniana memoria, ed il solito Stipcevic ( 14+5 assist ).

Il malconcio Austin Freeman non ha brillato nelle conclusioni ( 2/9 ma con una triplissima da metà campo a fine primo quarto ), ma è stato comunque, con le sue penetrazioni, uno dei chiavistelli utili a scardinare l’arcigna 3-2 messa sul tavolo da Menetti, non appena il coach reggiano si è reso conto della brutta aria che tirava questa sera a Viale Tiziano. Roma è stata in difficoltà soltanto ad inizio del 3/4,quando ha subito un inverecondo 2-11 di parziale siglato in gran parte da Polonara, ma figlio soprattutto dell’incapacità romana di andare a canestro per sei lunghissimi minuti, eccezion fatta per 2 piazzati dalla lunetta di Ejim. E’stata allora prima rimessa in acque più tranquille da Stipcevic ( cinque punti di fila per il 44-43 dell’ultimo riposo ), e poi letteralmente condotta in porta dal Capitano, che all’inizio della frazione decisiva decide di fare bum-bum in qualsiasi modo e da qualsiasi posizione, e piazza otto punti di fila che fanno luccicare gli occhi a tutti quelli che hanno voluto e vogliono bene a questo ragazzo con tanti difetti, ma con un coraggio da leone. Che è poi in fondo quello che vogliono i tifosi della Virtus, ricompensati da una bella vittoria per aver sfidato intemperie atmosferiche e concomitanze calcistiche folli, proposte da chi di sport conosce poco. La schiacciata finale in contropiede di Bobby Jones ad un minuto dalla fine è il degno finale di un’altra serata da sessantasei a cinquantasei.