Roma riesce ad essere brutta,sporca e cattiva fino in fondo,conquistando al Pala Tiziano la semifinale scudetto con la terza vittoria in cinque giorni contro Cantù, piegata questa volta all’overtime 74-70 in una gara molto simile alle due precedenti di Cucciago dove l’equilibrio assoluto è stato deciso nel finale da episodi e dalla maggiore attitudine alla pugna di qualche protagonista. In assoluto tra Roma e Cantù sono stati 125 minuti di battaglia sportiva all’ultimo sangue, dove alla fine probabilmente il “cappotto” appare punizione troppo pesante per gli uomini di coach Sacripanti.Va però dato atto alla grandezza dell’impresa di Dalmonte e dei suoi coraggiosi guerrieri, soprattutto va sottolineato come tutti, e sottolineiamo tutti i giocatori della Virtus abbiano dato il loro contributo per la clamorosa vittoria finale.Non a caso anche questa sera è stata schiacciante la superiorità della panchina romana(31 punti a 15)rispetto a quella canturina, non a caso anche questa sera Sacripanti è stato tradito da Leunen(2 soli punti con 1/6 dal campo a cui va sommata la virgola di gara 2),da un evanescente Jenkins(9 con 3/9)e da un nervosissimo Stefano Gentile. Aradori(22 punti)e Ivan Buva(11)hanno spesso e volentieri tappato le falle in attacco, ma non c’e’stato nulla da fare ancora una volta contro un Mbakwe sontuoso sotto le plance(terza doppia/doppia in tre gare con 14+20)e Mayo(16)e Goss(17)capaci di prendere letteralmente per mano l’Acea nei momenti di difficoltà dei romani.
Partita caldissima, per la temperatura all’interno del Palazzetto ma anche per un tifo tornato ad essere coinvolgente come nelle serie playoff dello scorso anno.
Dalmonte preferisce ancora una volta Kalacevic a Szewczyk e parte con il solito quintetto con D’Ercole in marcatura su Ragland. Primo quarto teso e nervoso, Roma va subito sul 6-1 prima di un blackout offensivo di 5 minuti, interrotto dalle triple di Baron e Mayo che fissavano lo score sul 13-11 alla prima pausa. Con Hosley in panchina, Cantù trova ad inizio 2/4 un bel parziale di 8 punti a 0 per volare sul 14-19 al 12’14, con Buva che riesce a dare un apporto insperato e Aradori e Ragland finalmente precisi dall’arco. Roma riesce tuttavia a rientrare dal 25-31 del 18’30 fino al 31 pari dell’intervallo lungo grazie ai canestri di Goss e Baron e ad un alley-hoop di Mbakwe che proprio allo scadere riesce a mandare in visibilio anche i descamisados del parterre capitolino.
Partitaccia e grande equilibrio, ma da qui alla fine sarà battaglia vera,legittimata anche da un arbitraggio da playoff che alla fine scontenterà tutti per metro di valutazione utilizzato. Roma incomincia sparacchiando (Hosley subito uno 0/2 senza ritmo) il terzo quarto, Cantù no e difatti col fendente dai 6.75 ancora di Aradori passa avanti 35-38 al 24’30. Questa volta però è la squadra ospite a bloccarsi di colpo in quattro minuti con 0 punti a referto, in cui Roma approfitta per costruire il suo massimo vantaggio della gara. Quattro viaggi in lunetta di Baron,i canestri di Goss e Mbakwe ed un 2+1 di Mayo confezionano il +8(46-38),con Cantù che negli ultimi 5’30 del periodo segna soltanto 3 punti per il 46-41 dell’ultimo break. L’ultimo quarto è degno di quelli di gara 1 e gara 2. ossia orribile e da vietare ai minori per argomentazioni tecniche,da filmare e tenere invece in cineteca per intensità ed emozioni perchè succede davvero di tutto. Mayo segna il +7(48-41)al31’10 dopo di che la Virtus entra nel tunnel più buio di questa serie facendo anche temere il collasso.Kalacevic in serataccia commette in un amen quarto e quinto fallo salutando la compagnia, Hosley in serata ancora peggiore sbarella uno 0/4 dalla lunetta, in sostanza dopo quattro minuti e mezzo di gioco le due squadre, cotte dalla stanchezza e tensione,producono un incredibile parziale di 2-2(si due a due!). Roma però appare messa molto peggio, perchè per 5’30 non trova il canestro e poi perchè a 2’55 dalla fine Quintilio Hosley perde i lumi della ragione facendosi fischiare quarto fallo+tecnico lasciando la sua squadra in confusione e neanche poca. Senza strafare Cantù rosicchia punto su punto e si presenta addirittura avanti di 1 (50-51)con 1’30 sul tabellone. Una tripla di Goss ed un 2/2 di Mayo in lunetta sembrano chiuderla a 38″ sul 55-51, Jenkins da 3 la riapre per la milionesima volta e si arriva al 59-56 che diventa 59 pari a 4″ dalla fine con una tripla di Aradori(su cui Baron dimentica di far fallo)ai limiti dell’incredibile che manda tutti all’overtime. Bravissima Roma qui a vincerla sfruttando la maggior precisione in lunetta(7/8 contro il 276 canturino)ed a 6 punti del “Professore” Phil Goss, malgardo Kanacevic, Hosley e poi anche Mbakwe fuori causa per cinque falli.
Una serie così incredibile ed equilibrata non poteva avere un finale diverso.