La Dinamo Sassari prosegue la sua marcia in campionato a punteggio pieno vincendo 75-84 al Palatiziano, contro una Virtus Roma a cui resta alla fine il rimpianto per una partita che forse gli uomini di Dalmonte avrebbero potuto portare a casa con un briciolo in più di esperienza ed attenzione nei momenti chiave della gara. Alla fine Roma manda in archivio, senza nulla di concreto in mano, una gara dove ha preso 18 tiri in più degli avversari e catturato ben 43 rimbalzi (a 39), peccando però di ingenuità nei due extra possessi offensivi che di fatto hanno consegnato la gara nelle mani dei sassaresi. In sostanza non conta quanto fai, ma il peso di ciò che fai. La Dinamo, dopo una partenza sparata paga nel terzo quarto e nel finale di partita le tossine della lunga trasferta di Eurolega di Kazan, trovando però al momento del bisogno la classe ed il coraggio di uno straordinario Logan (17 punti), e la presenza decisiva di Brooks sotto le plance (10 punti+11 rimbalzi) per portare a casa una vittoria dal peso specifico enorme, dopo una settimana faticosa ed il pesante ko in terra russa.
Quasi irreale il primo quarto della Dinamo da 29 punti messi a segno e 7/8 nelle triple, con la difesa romana tramortita dalle prodezze balistiche di uno scatenato Sanders (9 punti dall’arco nei primi dieci minuti), e degli esterni Dyson e Sosa, troppo spesso lasciati concludere liberamente piedi per terra da una difesa di Roma incapace di contestare le conclusioni dalla lunga in maniera adeguata. Come spesso accaduto in questa stagione, Roma pian pianino è riuscita a riorganizzarsi sul parquet per recuperare il pesante divario (-16 sul 28-44), fallendo però questa volta la zampata decisiva, in una serata dove sono mancati i punti di Triche (7 alla fine per lui con 3/12 dal campo), e dove Jones ci ha messo come sempre il cuore ma con poca lucidità al momento di finalizzare (10 punti con 4/10 al tiro). Troppo importanti questi due giocatori per e nell’economia del gioco di Dalmonte, assenti o quasi loro, il solo Gibson (22), un ottimo Stipcevic (10+9), e sprazzi di Morgan (15+9) hanno solo sfiorato l’impresa, dopo un intervallo lungo che vedeva Sassari avanti 34-46 con 10, leggasi dieci triple su sedici tentativi andati a segno per gli ospiti. L’inerzia della partita cambia clamorosamente ad inizio del terzo quarto, quando Dyson spende prematuramente due falli (salendo a 4 complessivi ed accomodandosi in panchina), ed una Dinamo visibilmente affaticata, dopo un paio di minuti, entra inopinatamente in bonus. E’ questo il momento migliore della Virtus, che attacca sistematicamente il ferro andando in lunetta ben 14 volte nella frazione e riesce a riportarsi, complice anche 8 palle perse della Dinamo, sul -1 a 1’24 dall’ultimo intervallo con due liberi di Stipcevic. Un doppio viaggio in lunetta fruttifero di Sacchetti e due punti di forza di Todic siglano il 54-59 con cui le due squadre si presentano all’inizio dell’ultimo tempo. Gibson fallisce a 5’59 il libero della parità sul 60-61, poi si vede incredibilmente sputata dal ferro una tripla decisiva sul 60-63. Sale in cattedra allora David Logan, uno che ha giocato a Vitoria, Panathinaikos e Maccabi, e che quando c’e’ da prendersi una responsabilità non si tira indietro. Suoi i sette punti di fila che ridanno il +8 sul 62-70, poi sul -6 (67-73), uno spento Melvin Ejim si addormenta colpevolmente in difesa concedendo a Sassari un rimbalzo offensivo per innescare la tripla mortifera di Dyson, imitato poco dopo da Morgan che si fa beffare nelle medesime circostanze da Brooks concedendo all’ex Caserta i due liberi della staffa.
L’inesperienza di due rookie costa a cara a Roma, ma la sconfitta non deve suonare come una bocciatura per una squadra che comunque ha dimostrato ancora una volta di avere una sua fisionomia, e che le sue carte se le giocherà fino in fondo contro squadre di pari livello. Questa Sassari per qualità e per come è stata costruita, è fuori portata, ma non è vergogna nè sminuire il lavoro di qualcuno sottolinearlo.