Siena, sempre Siena, fortissimamente Siena: per l’ottava stagione consecutiva la Mens Sana arriva all’atto finale dei playoff, conquista la finale scudetto e, siamo certi, lotterà anche stavolta con il coltello tra i denti per tenere cucito sulle canotte il triangolino tricolore. Roma, la storica, fiera ed acerrima rivale degli ultimi anni, deve arrendersi ancora una volta dinanzi ad una squadra che in queste cinque partite di semifinale ha confermato la sua superiorità. Ma sapendo l’uragano che a breve «dovrebbe cancellare» la Mens Sana, fa indubbiamente uno strano effetto vedere Crespi e i suoi uomini lottare come se la Siena di oggi fosse come quella di ieri e l’altro ieri ancora e nulla sia cambiato.
A questo punto è indispensabile un fondamentale distinguo tra quel che si vede sul parquet e… il resto! E’ sin troppo evidente che parliamo di una contrapposizione senza eguali, il giorno opposto alla notte, l’inverno all’estate…
Da un lato, infatti, c’è una squadra indomita, senza dubbio ancora forte nonostante non ci sia più il roster del recente passato, che va oltre tutto e tutti, guarda al domani come se ci potesse essere un… domani. Ma in realtà per capitan Ress e compagni conta solo l’attimo fuggente di questa stagione, quindi vincere e provare a continuare l’opera dei predecessori, il resto non appartiene al parquet e ognuno dei protagonisti senesi avrà un futuro altrove.
Dall’altro lato c’è lo sgomento nel vedere sul parquet una società che, da quanto sta emergendo dalle inchieste giudiziarie, neanche si sarebbe dovuta e potuta iscrivere al campionato… e non solo all’ultimo. Ci auguriamo che la giustizia sportiva faccia… giustizia, perché se verrà confermato tutto il castello accusatorio a carico di Minucci e company non si potrà far finta di nulla, non si potrà tenere nell’albo d’oro del basket italiano il nome di una squadra che ha vinto in maniera… «fraudolenta?». Sì perché diversamente molti, troppi campioni visti sul parquet del Palaestra neanche sarebbero arrivati nello Spaghetti Circuit.
Una riflessione la merita la tifoseria senese, l’unica incolpevole, vittima degli eventi, «derubata» della gioia e dell’orgoglio di vittorie che, al netto delle non risibili contestazioni arbitrali degli avversari, sono arrivate con comunque tanto merito… infangare quei successi è un colpo mortale per i tifosi.
Ultimo passaggio, una domanda forse banale che continua a fare capolino nella nostra testa… ma se Siena vincerà il campionato quale sarà il livello di credibilità della pallacanestro italiana? Ai posteri l’ardua sentenza!