La sala stampa è all’interno del bel MediaCenter, ma sta dal lato della strada e quindi del traffico, e gli effetti sonori sono …ingombranti.Datome non ha rivelato nessun mistero, ha fatto dichiarazioni abbastanza standard sull’impegno, eseguire le volontà del coach e il piano-partita, e ha avuto parole di neutralità quando la stampa israeliana, inviperita con la propria squadra, ha cercato di estrarre da lui critiche ai giocatori di casa. Ha anche affermato che secondo lui la pressione del giocare in casa può esistere, ma che alla fine si va 5 vs 5 in campo (lettura maliziosa del vostro cronista: con qualche eccezione ebbene sì, siete abbastanza tristanzuoli). Stessa sorte anche per Messina, che ha dovuto subito affrontare una domanda sul proprio collega Edelshtein, nella quale gli Israeliani venivano definiti “ridicoli”. Sbolliti i bollori locali, tanti complimenti per il coach, che ha ribadito la brillante applicazione e disciplina dei suoi, proteggendo nelle parole proprio i giocatori più criticabili, come Cusin, o meno in evidenza, come Biligha. Si è detto d’accordo con chi ha sottolineato la prova sostanziosa di Hackett e Melli anche al di là delle stats (e comunque Niccolò ha sfiorato la doppia-doppia, 9+10), e proprio alla fine, rispondendo alla mia domanda (la trovate nel “2”), ha riconosciuto che Filloy, ha avuto maggior efficienza come scorer che come point-man, perché quando gioca da play lascia un po’ da parte la propria aggressività, essendo troppo preoccupato di far girare i compagni, e quindi ha giocato meglio insieme ad Hackett, piuttosto che da suo cambio. Una cosa che dovrà migliorare, magari superata l’emozione di uno che, pur esperto, è una matricola nella Nazionale Maggiore e in una grande manifestazione.