Tra una scatola e l’altra…Sembra che quando fai qualcosa, la stessa riverbera nelle cose che scrivi, che dici e nel tuo umore. Quando amici dicevano se odi una persona, auguragli un trasloco, non ci credevo… Ora ho cambiato idea è tutto vero e forse di più.

E la medesima impressione mi viene data da questo cambio (quasi inevitabile) al vertice delle classifiche di basket nazionali e non. Armi e bagagli Milano prende il posto di Siena, con in più un bagaglio (ed un peso) di tradizione che quest’ultima non ha mai avuto. Con una differenza purtroppo, che alle spalle non c’è nessuno: o meglio, ci sono Sassari, realtá meravigliosa ma poco accessibile, geograficamente e come impianti. C’è Brindisi, supportata da fior di sponsor ma limitata da un impianto adattato solo per i numeri (legali) e non per la visibilità umana e televisiva, Cantù rivale storica con l’ennesimo impianto incompiuto ed eterni e brianzolissimi problemi di dané.

Poi c’é la rivale decaduta, Siena, che in questo particolare momento di disperazione societaria si dimostra simpaticamente orgogliosa, cosa che mai gli era riuscito in tempi più fasti e ricchi, oltre a Roma, compiutamente incompiuta. Grande società con grandissimo presidente, costretta a giocare in un piccolo, intoccabile monumento storico quale il Palazzetto di viale Tiziano, dove sono più protagonisti i riflessi di finestre e luci che i giocatori in campo. E dire che Roma potrebbe avere una platea pari a quella che in questo felice momento ha Milano, basterebbe rimuovere qualcuno dei paletti che impediscono la crescita del movimento in un bacino d’utenza gigantesco qual’é l’Urbe…

E quindi si ha questa sensazione di deserto dietro l’unica realtà in vetrina: il resto sono scaffali da vuotare da ricordi misti a paccottiglia, esito di anni e anni di vita in comune. Sto parlando del mio trasloco? Non solo…