Una prestazione di grande personalità ed energia quella della Virtus Roma, che sbanda pericolosamente a Trento prima di registrare la difesa e assestare così un colpo pesantissimo in ottica salvezza con ammiccamento, nemmeno troppo velato, alla zona final eight. Trento, probabilmente stanca per le fatiche di coppa, ha pagato dazio alla distanza, crollando dopo aver condotto una buona gara, fatta di ritmo e pressione difensiva, un’arma che per larghi tratti del secondo quarto lasciava presagire un’altra trasferta amara per i romani. Così non è stato e la Virtus può ora godersi il settimo sigillo stagionale e una classifica che in pochi avrebbero immaginato sotto il sole d’agosto.
LA GARA Percentuali alte su ambo i lati con Blackmon e Gentile a menare le danze tra le fila bianconere, mentre gli ospiti si aggrappavano al duo Dyson – Jefferson, (15 dei primi 30 punti segnati da Roma) per rintuzzare i piccoli strappi di Trento. Coach Bucchi, che aveva perso Rullo poco prima del riscaldamento pre-partita a causa di un attacco febbrile, gettava nella mischia anche Moore e proprio grazie ad un canestro con libero aggiuntivo del numero 3, Roma metteva il naso avanti (32-33), scatenando però la veemente reazione degli uomini di Brienza; il break di 10-0 in 4 minuti era favorito anche dalle tante palle perse dei capitolini (10) ma i guizzi di Buford e i passi di danza di Alibegovic nel pitturato erano importanti segnali di vita. Limitati i danni nel primo tempo, Roma non rientrava bene dagli spogliatoi e, in appena 150 secondi, l’Aquila volava sul +12. Nonostante il pesante svantaggio, gli ospiti avevano il pregio di non disunirsi e, complici anche i problemi di falli che affliggevano Craft e Forray, la Virtus non sprofondava, piazzando poi lo sprint vincente ad inizio dell’ultimo quarto, quando Trento rimaneva a secco per quasi 6 minuti, un digiuno rivelatosi poi letale.
MAGIC MOMENT Primi 20 secondi dell’ultimo periodo, con Trento avanti di 7 lunghezze e Rashard Kelly in lunetta; il suo 0/2 è l’evento che ribaltava l’inerzia della gara, tutta la Virtus saliva di livello mentre Dyson compensava le 8 palle perse con assist di prima qualità, convertite poi in punti dallo sgusciante Jefferson, imprendibile per i lunghi avversari.
MAN OF THE MATCH Lo straordinario Jerome Dyson dell’ultimo quarto, quello che ha preso per mano la propria squadra nel momento di difficoltà, che ha siglato il canestro del definitivo sorpasso (66-69) dopo una lunga rincorsa, che ha cancellato dal campo Craft, il cervello dei bianconeri. Quando si allena e sta bene fisicamente è un giocatore incontenibile, mentalmente superiore alla media.
NUMBERS Vincere in trasferta nonostante 22 palle perse è decisamente un buon segnale, così come l’abbondante 70% fatto registrare dai giallorossi nel tiro da 2. Ancora una doppia doppia, 17 punti e 11 rimbalzi, per Davon Jefferson, ormai candidato ad essere nuovamente il miglior lungo del campionato. In una gara così equilibrata, il pessimo 15/24 ai liberi di Trento diventa una chiave di lettura importante al pari dei 30 punti realizzati nei secondi venti minuti dai padroni di casa, tanti quanti ne avevano messi a referto nel solo primo quarto.