Centrato il colpo contro una delle formazioni più in forma del campionato, Urania è chiamata
ad affrontare un altro banco di prova importante nel turno infrasettimanale che la vedrà nuovamente andare in scena sul parquet di casa dell’Allianz Cloud. Nella speranza che il trionfo contro l’OraSì Ravenna (il primo davanti al proprio pubblico) abbia definitivamente sbloccato la squadra sgravandola del blocco psicologico che sembrava attanagliarla, i Wildcats proveranno a prolungare il proprio momento positivo contendendo i due punti a una formazione che, seppur con qualche problema dettato dagli infortuni, ha tutte le carte in regola per sbancare il palasport milanese.
Piacenza infatti sta cavalcando una serie positiva di tre successi consecutivi che l’hanno portata ad occupare (assieme ad altre tre squadre) la seconda posizione del girone Est dietro alla capolista Verona ma soprattutto, dando uno sguardo al bilancio casalingo e a quello in trasferta, è l’unica compagine di tutta la Serie A2 ad essere ancora imbattuta in trasferta (tre successi in altrettante uscite finora). Questo rendimento esterno di rilievo e, più in generale, lo score di quattro vittorie e una sconfitta negli ultimi cinque incontri si spiegano in gran parte con la scelta piacentina di firmare e puntare su un giocatore in grado, a queste latitudini, di spostare ancora gli equilibri: Mike Hall.
Ingaggiato a gettone, l’americano classe 1984 (ex AJ Milano, l’anno scorso a Cassino per il finale di stagione) ha saputo subito calarsi nella realtà emiliana capendo come risultare decisivo (quarto miglior rimbalzista del raggruppamento assieme a 15,8 punti segnati ad allacciata di scarpe) ed essere utile alla causa di coach Ceccarelli. Con lui a roster Piacenza ha iniziato a volare a tal punto che, vista la defezione di Andy Ogyde e quella ancora più recente di un uomo chiave come Jazzmar Ferguson, la società del presidente Curioni ha deciso nelle ultime ore di prolungare la collaborazione con lui.
Pertanto, giovedì sera contro Urania, l’ala protagonista (dentro e fuori dal campo) di diversi anni in maglia Olimpia avrà modo di riabbracciare il pubblico di una città che ancora lo ricorda e dove ha potuto scrivere alcune delle pagine migliori della sua pallacanestro. Sarà lui quindi, animato da una carica emotiva extra, a guidare i suoi in una gara dove Piacenza dovrà forzatamente trovare alternative e risorse differenti rispetto al solito.
La perdita di Ferguson (quasi 20 punti di media, 4 rimbalzi e 4 assist in 35 minuti di utilizzo) per un guaio muscolare, come detto, rappresenta senza ombra di dubbio un handicap importante per l’UCC che, di conseguenza, dovrà trovare modo di ridistribuire minuti e responsabilità offensive tra i giocatori disponibili. In quest’ottica, molto probabilmente, verrà chiesto qualcosa in più agli elementi del quintetto composto da Marco Santiangeli, Lorenzo Molinaro e Giovanni Gasparin, tutti fini conoscitori della categoria e capaci in più modi di incidere. Dovranno poi portare ancor maggior incisività sia colui che verrà chiamato a sostituire l’ex Tezenis nello starting five sia coloro che, con grinta e voglia di farsi valere, si alzeranno di volta in volta dalla panchina: i nomi designati, in questo senso, sono quelli del capitano Francesco “Ike” Ihedioha, di una guardia pericolosa al tiro come Matteo Piccoli, di un play giovane come Eugenio Rota (esploso l’anno scorso alla Sangiorgese in B) e di un’ala classe 1998 che vuole ritagliarsi sempre più spazio come Lorenzo Turini (nel 2018/19 frenato dagli infortuni).
Con questi uomini l’Assigeco dovrà pareggiare l’intensità di Urania e cercare di non perdere quei tratti distintivi che nelle ultime settimane l’hanno resa una delle avversarie più vincenti e solide fra quelle in circolazione. Piacenza infatti, pur non avendo una media punti altissima (come Milano del resto) è una delle migliori difese del girone, perde meno palloni di tutte e concede pochissimo ai rivali a rimbalzo offensivo. Il rovescio della medaglia però è proprio nella metà campo avversaria, dove gli emiliani prediligono soluzioni individuali al coinvolgimento esteso dei propri uomini (terz’ultimi per assist a partita con 12,1) e conclusioni dalla distanza (primi per tentativi da tre punti) a quelle entro i 6,75 metri (terz’ultimi in questa voce per tentativi), scelte che contro un team come quello meneghino (tra i migliori a contenere la percentuali e le realizzazioni dall’arco) potrebbero rendere meno del previsto.
Trovandosi quindi di fronte un avversario (sulla carta) naturalmente portato a oscurare i propri punti di forza nonché dalle qualità speculari alle proprie (Urania preferisce attaccare più vicina al ferro e passandosi maggiormente la palla), non c’è da sorprendersi se l’UCC giovedì sera propendesse per cambiare più di un qualcosa nelle rotazioni e nel proprio stile di gioco con il duplice obiettivo di sorprendere i rivali milanesi e sopperire nel miglior modo possibile alle influenti assenze tra le proprie fila.