Altro giro, altra partita ed altra vittoria per la Virtus Roma, che per la terza volta quest’anno porta a casa i due punti grazie ad una gestione lucida di un finale di gara ancora una volta al cardiopalma. Al contrario delle precedenti cavalcate contro Agrigento e Casale, questa volta la Virtus però ha dovuto tirare fuori ogni stilla di energia in carniere, per rimontare una gara che dopo otto minuti sembrava segnata da un incredibile primo quarto della Viola di coach Paternoster. Bravissimo coach Corbani a cambiare il suo game plan in corsa, cancellando dalla lavagna tattica di metà partita nello spogliatoio quel gioco sugli e per gli esterni, che nei primi venti minuti aveva prodotto un agghiacciante 3/17 dall’arco. La tignosa ricerca sotto canestro di Brown dopo la pausa lunga si è rivelata una scelta vincente. Il resto lo hanno fatto poi le magie di “The Man” Raffa e di un “Danielino” Sandri a cinque stelle, in un ultimo quarto che ha rievocato all’infartuato pubblico del Palatiziano, gesta passate di mitiche sfide playoff contro la Cantù del “Poeta” Trinchieri.
La gara
Primo quarto da fantascienza della Viola, che sorretta da un Fabi perfetto e da un Legion non lontano da quello che qualche anno fa con la canotta di Roseto ne piazzava ventitre di media nella categoria, saleal dopo nove minuti a +18 sul 12-30. Roma fatica non poco a riprendersi dalla sberla da ko, ma dopo aver rosicchiato qualcosina a fine primo quarto con due liberi di Chessa ed una rubata di Brown, riesce a rientrare a -6 (26-35) a 3’22 dalla pausa caffè. Pausa a cui si arriva sul 39-47 reggino, con le ogive di Massimo Chessa che non sono più telecomandate come a Casale ( 1/ 8 da tre al ventesimo), e Roma che rientra nello spogliatoio riflettendo su un 11/41 complessivo dal campo troppo brutto per essere vero. Roma cavalca l’onda Brown ad inizio terzo quarto, ed il rookie ripaga allenatore, compagni e tifosi, siglando tutti i quindici punti romani dei primi sette minuti. Decisivi perchè tengono a galla una Virtus ancora non bellissima ma con l’occhio della tigre, capace però di chiudere addirittura la frazione in vantaggio (62-61) con cinque punti di fila di un “Capitan” Maresca non ancora al top, ma mai schivo a prendersi quelle iniziative richieste dal suo ruolo. Gli ultimi dieci minuti sono una meravigliosa altalena di emozioni, con Reggio che riesce ancora a rimettere il muso avanti sul +4 (66-70), malgrado una situazione falli al limite del tragico, ma Roma capace di rispondere colpo su colpo, guidata dall’urlo impressionante di un pubblico mai come questa volta incarnato perfettamente nel suo ruolo di sesto uomo. “Danielino” Sandri la decide con sette punti di fila di un peso specifico non descrivibile, che regalano alla Virtus il +3 sul 80-77 ad un minuto abbondante dalla sirena, ed indirizzano un finale concitato dove succede di tutto.Incluso un tecnico a Paternoster (che manda a quel paese il tavolo per un time out a suo dire non richesto), peraltro senza effetti gravi (errore di Chessa dalla lunetta), ed una strenua difesa del fortino di una Roma diventata magicamente cigno da anatroccolo.
Magic Moment
Il parziale di 11-0 negli ultimi due minuti nel terzo quarto con cui Roma riesce a chiudere avanti il tempo sul 62-61. Degna conclusione di dieci minuti dove la Virtus è rimasta a galla grazie al coraggio di Brown, ed ha completato l’incredibile rimonta con due prodezze di Capitan Maresca.
Man of the Match
Daniele Sandri. Giusto premio ad un giocatore che è uscito trasformato dallo spogliatoio di Casale domenica scorsa, e che dopo un primo tempo tempo disastroso in Piemonte, ha dimostrato di essersi ripresentato in maglia Virtus con una serenità ed una maturità che ne fanno di diritto uno dei leader della squadra. La lucidità, ed il coraggio con cui ha saputo prendere in mano la squadra negli ultimi minuti, sono quelle cose che mandano in un brodo di giuggiole i tifosi.
Numbers
81 i tiri presi dalla Virtus Roma in quaranta minuti di partita giocati ad una velocità da far impallidire le uscite dai blocchi di Bolt
55 i punti messi a segno dal trio delle meraviglie di Reggio formato da Fabi-Legion e Radic
21 i tiri presi dal campo da Massimo Chessa