Iniziamo a conoscere colui che sarà alla guida dei biancorossi per la stagione 2020-21. Emanuele Di Paolantonio, classe ‘81 di Teramo e con un passato da vice e da coach di club importanti. Giovane, energico, ambizioso e schietto.
Qual è stata motivazione che ti ha portato a scegliere Mantova?
«Mantova è una piazza ambita, dove sono passati tanti giocatori ed allenatori di altissimo livello. Per me è stato un onore essere la prima scelta del club e lavorerò per ripagare la società della fiducia».
Ho tanti ricordi legati ad Omegna e ad un giovanissimo assistant coach della Paffoni: era il 2014 e l’assistant coach eri tu. Com’è cambiato l’approccio con i giocatori?
«Si sono passati un po’ di anni da quando ero vice. Devo dire però che il mio approccio non è assolutamente cambiato, sono cambiati solo ruolo e responsabilità. Ma i miei trascorsi da assistente sono stati fondamentali per permettermi di intraprendere la carriera da head coach».
Ma veniamo agli Stings. Che caratteristiche deve avere la tua squadra?
«La squadra spesso la fa il mercato. Noi punteremo ad avere giocatori che abbiano il dna da combattente del nostro capitano. Poi cerchiamo giocatori disposti ad essere allenati e che stiano dentro le idee che ho ed abbiamo come staff tecnico».
Hai firmato un triennale, e questo ci da tante certezze, in primis che hai sposato il progetto Stings Academy. Quindi di alzerà il livello delle giovanili. Come ti sembra questo progetto?
«Speriamo che io possa nel mio piccolo contribuire ad alzare il livello! Penso che la crescita degli Stings sia stata esponenziale negli ultimi anni, anche con idee lungimiranti come quelle sullo sviluppo dei giovani. Io da formatore proverò anche a portare un contributo di idee per gli allenatori, che poi saranno quelli a più stretto contatto con i ragazzi».
Una tua caratteristica positiva e una negativa?
«Questo non posso dirlo io! È sempre difficile guardarsi dall’esterno».
Hai lavorato con Andrea Capobianco. Che ricordo hai di lui?
«Andrea è un maestro che ho avuto la fortuna di avere come capo allenatore a Teramo, ma anche come istruttore si corsi allenatore ed a quelli da formatore. Penso sia uno dei più grandi conoscitori e studiosi della pallacanestro, e per me è stato un pozzo dal quale attingere quotidianamente».
Buon lavoro coach !