Altro giro ed altra vittoria per la Virtus Roma, che dopo aver schiantato Agropoli domenica al Palazzetto, si ripete dopo tre giorni contro una Reggio Calabria falcidiata impietosamente dagli strascichi del terribile overtime perso contro Siena. Senza Spinelli, e con Crosariol e Mordente praticamente inutilizzabili ( 15 minuti in totale sul parquet per i due ex ), Reggio riesce a restare in partita fino al 50 pari, tenuta a galla dall’estro di Brackins (26 ) e Dobbins (15), che son pur sempre una ex scelta numero 21 del draft 2010 ed un fresco vincitore di Coppa di Francia, e dalle zingarate di Adegboye , prima di venire letteralmente stritolata dai tentacoli di un Piovra Nera mai come questa volta immarcabile ed incontenibile. Ventotto punti con 12/16 dal campo e 6 rimbalzi per un ex Pepinster che per trenta minuti, ricorda agli appassionati tifosi romani ( 1262 ) le gesta che furono, neanche poi troppo tempo fa, di Gani Lawal e Trevor Mbakwe. In un pomeriggio dove il Putto Biondo non segna ( 9 con 3/13 ) ma fa segnare i compagni ( 8 assist), il Tenente esplode nel secondo tempo (18), ma tutto la pattuglia dell’Artiglio mette il suo mattoncino nella costruzione di una vittoria che potrebbe finalmente dare un senso diverso alla stagione. Con i due americani e Robertino Rullo in panchina a rifiatare,prima del collasso nell’acquario tropicale di Viale Tiziano, Reggio prende il parziale del de profundis con Callahan, Benetti, Bonfiglio e Leonzio in campo. Molta panchina di Roma, quella che non giocava mai fino al quarto finale con Agropoli, ma che nei momenti importanti di una partita importante, porta un contributo pazzesco alla causa. Dodici punti a zero pro Roma, recita lo scout dei due pini, con Leonzio che si prende il lusso di siglare allo scadere del terzo quarto la tripla pazzesca dall’angolo del 61-53, su scarico al bacio di un Bonfiglio che ,quando carica a testa alta tutto fa fuorchè palleggiarsi sui piedi come ai vecchi tempi. Bonfiglio che si merita la regia del quintetto nei due minuti finali decisivi , che Roma inizia avanti con dieci punti di vantaggio di bottino (76-66) e conserva grazie ancora alle giocate dei tarantolati Olasewere e Callahan. In un pomeriggio dove la partita gira quando Roma inizia a segnare qualcosina dall’arco e quando sotto canestro il gattino Benetti incomincia a picchiare sotto le ascelle Brackins, e a tirar fuori quegli artigli che pian pianino sta limando con il lavoro in palestra. Tutto nel segno di una Piovra Nera sempre più degna di Roma, e di una squadra che mostra quel cuore e quelle palle richieste dagli aficionados della Capitale.