La Virtus Roma buca clamorosamente la gara di Treviglio sprecando la prima opportunità di portarsi ad un solo successo dal sospirato ritorno in serie A. La partita che avrebbe dovuto regalare risposte sulla crescita mentale della squadra capitolina, si trasforma, fin dalla palla a due, in una lenta agonia dall’amaro sapore del déjà vu. Tradita da quasi tutti i suoi senatori, la compagine romana si lascia travolgere dai padroni di casa che, quasi senza colpo ferire, trovano i 2 punti che non solo valgono la qualificazione ai playoff, ma consentono loro di agganciare in classifica Bergamo (con cui vantano il 2-0 negli scontri diretti) e Rieti, a cui proveranno a recuperare il -2 patito all’andata in un infuocato duello all’ultima giornata.
Per la Virtus una brutta prestazione, come sottolineato in sala stampa da coach Bucchi: «Sapevamo che Treviglio fosse una buona squadra ed eravamo consapevoli dell’ottimo momento di forma che sta vivendo. Siamo stati troppo nervosi sin dall’inizio, non abbiamo approcciato il match con serenità e questo ci ha portati a giocare una brutta partita».
Aritmeticamente questo brusco stop non cambia le prospettive della Virtus rispetto ad una settimana fa; ora come allora, infatti, servono due vittorie per essere padroni del proprio destino, basterà fare il proprio dovere nei prossimi impegni con Scafati, a caccia di un posto nei playoff, e Legnano, già condannata ai playout.
Il grosso punto interrogativo è rappresentato dalla reazione mentale che riuscirà ad avere la squadra giallorossa. Una sconfitta come questa, pesante per l’atteggiamento mostrato in campo ancor prima che per il passivo accumulato, lascia dubbi e macerie che l’esperto coach bolognese dovrà esser bravo a spazzar via, attingendo a piene mani dalla sua pluriennale esperienza di allenatore ma anche vestendo i difficili panni dello psicologo.
LA GARA Il piano tattico preparato da coach Vertemati è fedele al suo DNA. Solito diktat, correre riempendo gli spazi, e i biancoblu, guidati da un Caroti indiavolato, interpretavano alla perfezione le indicazioni del proprio coach affondando come lame roventi nella burrosa difesa ospite. Dopo appena 4′ di gioco il tabellone del PalaFacchetti recitava un impietoso quanto eloquente 16-4, punteggio che costringeva coach Bucchi a ridisegnare il quintetto, mandando in campo Baldasso, Saccaggi e Alibegovic in sostituzione di Moore, Santiangeli e Landi.
La mossa portava solo parziali benefici perché nessuno dei romani riusciva a tenere le penetrazioni dei padroni di casa. Di positivo c’era un attacco che sembrava destarsi e, grazie alle triple di Chessa e Moore, Roma ritornava a soli 4 punti di distacco, un margine che di lì a poco si sarebbe dilatato nuovamente grazie alla libertà concessa a Roberts sul perimetro.
Col trascorrere dei minuti e l’aumentare della stanchezza, complice anche la tensione per l’alta posta in palio, le percentuali di tiro calavano vertiginosamente ma, di contro, saliva la temperatura sul parquet di gioco, con scontri senza esclusione di colpi, soprattutto sotto canestro, dove Sims si lasciava innervosire dagli avversari, finendo con il giocare una delle sue peggiori partite della stagione.
I guizzi difensivi di Moore e Sandri, unici a strappare la sufficienza nel desolante pomeriggio bergamasco, valevano un insperato recupero sul tramonto del secondo periodo, chiuso dai capitolini con appena 5 punti di svantaggio. Come arrivare a casa quasi asciutti dopo aver camminato sotto il diluvio, di per sé un mezzo miracolo.
Borra e Sims aprivano il fuoco al rientro dagli spogliatoi, l’opaco Landi dava la sensazione di potersi sbloccare nel momento più importante con la tripla dell’illusorio -2 (43-41 al 22′), ma anche i falli cominciavano ad avere il loro peso (Sandri, Sims e Borra con 3 penalità al 25′). Roma non vedeva il canestro per 4 lunghissimi minuti, la tripla di Chessa riaccendeva la fiammella della speranza (50-46 al 26′), prontamente spenta dal 9-0 firmato in appena 57 secondi da Roberts, Caroti e Nikolic.
La Virtus vacillava come un pugile molle e svuotato, raggiunto improvvisamente dai ganci del proprio avversario, abbozzava una timida reazione con Sandri e Alibegovic ma proprio sulla sirena del terzo quarto Reati assestava il colpo del kappaò infilando una tripla da fantascienza scagliata con gli occhi chiusi da oltre 7 metri.
L’ultimo quarto, a quel punto, era utile soltanto per definire il punteggio finale (con Treviglio che per poco non ha ribaltato il -19 dell’andata), il numero degli assist serviti da Caroti (8) e le palle perse da Roma (19).
Remer Treviglio – Virtus Roma 85-68 (21-13; 41-36; 66-54)
Remer Treviglio: Pecchia 15, Nikolic 9, Reati 7, Caroti 19, Palumbo 6, D’almeida 5, Tourè ne, Tiberti, Roberts 14, Siciliano ne, Belotti, Borra 10. All. Vertemati.
Virtus Roma: Alibegovic 8, Lucarelli ne, Chessa 7, Moore 15, Sandri 5, Baldasso 8, Saccaggi, Landi 11, Sims 10, Santiangeli 4. All. Bucchi.
Arbitri: Brindisi, Materdomini e Nuara.
Note: Tiri Liberi: Treviglio 18/24 ; Roma 9/13 . Percentuali di tiro: Treviglio 28/57 (11/25 da 3); Roma 26/65 (7/20 da 3). Rimbalzi: Treviglio 32 (Rd 25, Ro 7); Roma 41 (Rd 25, Ro 16). Usciti per 5 falli: Sims.