In considerazione delle tante emozioni vissute sul parquet, della gioia condivisa con migliaia di tifosi per il ritorno di Torino in serie A e la partecipazione all’EuroCup, della soddisfazione di aver conquistato il primo storico trofeo dell’Auxilium, dell’orgoglio di aver promosso iniziative di utilità sociale che nobilitano lo Sport, per tutto questo e solo per questo ho disposto l’ultimo versamento nelle casse sociali, a copertura totale di quanto serviva per superare la verifica Comtec. Ho lasciato TORINO in serie A e senza punti di penalità. Ora non mi resta che rivolgere un sincero ringraziamento ed un grande “in bocca al lupo” a coloro che assicureranno la sopravvivenza della pallacanestro torinese ad alti livelli. Ed un invito a tutti i tifosi all’ottimismo. A crederci.
Cambia la scenografia, ma lo spettacolo va avanti. E’ scomparso dalla scena un mecenate, mosso unicamente dalla passione, per fare (giustamente) posto ad imprenditori che investono nello Sport, ma parimenti appassionati. Comprendo il rammarico cittadino per la scarsa risposta del mondo imprenditoriale torinese all’appello lanciato dall’Auxilium: io stesso sono rimasto stupito quando alla prima delle tre assemblee che hanno condotto alla totale ricapitalizzazione finale, ho constatato che il deposito a mani del notaio Montezemolo era di soli 35.000 € e non di 800.000 € come si favoleggiava. Mai prestare fede alle cifre senza conoscere la realtà. Ne sono circolate tante di pura fantasia. Anche con riferimento al disavanzo di gestione: nessuno ha sottolineato che sulla maglia quest’anno mancava qualche sponsor della scorsa stagione o che qualche altro ha dimezzato l’importo precedente, nonostante il passaggio al PalaVela e l’EuroCup; in compenso si è accentuato il costo dei giocatori, omettendo di dire che il nostro budget sportivo era comunque in linea con le altre realtà medio – piccole della serie A, molto distante per intenderci da piazze importanti che pure oggi sembrano lontane dai play-off. Questo lo dico solo per far chiarezza: nulla si può imputare a chi, con la stessa passione della proprietà, ha amministrato la Società, molto si può addebitare all’insufficiente risposta di sponsor ed investitori.
Ecco perché rivolgo al Pubblico del basket un invito all’ottimismo: nonostante la limitatezza della recente risposta del mondo imprenditoriale cittadino, abbiamo finalmente registrato un primo segnale positivo. Era impensabile continuare con un singolo appassionato che si faceva personalmente carico tutti gli anni della maggior parte del budget. Si doveva necessariamente cambiare, ma ogni cambiamento ha i suoi tempi e le sue procedure. Cerchiamo di rispettarli, senza seminare sconforto, dubbi e pregiudizi. L’unica cosa che conta è aver dato un futuro ad una realtà sportiva d’eccellenza del Piemonte ed una speranza concreta alle migliaia di appassionati in trepida attesa della continuazione del Sogno. Dovrei chiudere con la lista dei ringraziamenti, ma sarebbe interminabile…la limito a due soggetti.
Il primo è l’inventore del Sogno, mi ha contagiato l’amore per lo Sport più bello al mondo (ma che ignoravo del tutto), ha fatto del ritorno in serie A di Torino una missione ed il principale scopo della mia famiglia; e ad un certo punto ha accettato il ruolo di capro espiatorio, facendosi da parte ed accollandosi anche errori non suoi (chi conosce i fatti lo sa), fermo restando la colpa imperdonabile di aver vinto troppo giovane uno storico trofeo: mio figlio Francesco. Peccato che l’eccesso di odio nei suoi confronti, a priori e non dettato dalla conoscenza dei fatti e delle dinamiche societarie interne, ha fatalmente cambiato anche la mia visione e valutazione della realtà, incrinando il mio entusiasmo e rendendomi meno incline ad immolarmi sull’altare del tifo.
Il secondo soggetto assolutamente da ringraziare, non me ne vogliano gli altri, è un gigante dell’economia internazionale, eppure legato al nostro Territorio, il cui sostegno è stato indispensabile in questi anni e che ha dimostrato grande sensibilità ed attenzione alla nostra Comunità ed all’utilità sociale oltre che sportiva del nostro Progetto. E’ stato motivo di grande orgoglio per l’Auxilium assumere la denominazione “FIAT TORINO”. Non lo dimenticherò mai.
Chiudo scusandomi per gli errori commessi. Vero, per dirla con Theodore Roosevelt, che l’unico uomo che non commette mai errori è l’uomo che non fa mai niente, ma sento il dovere di scusarmi con il meraviglioso pubblico torinese, sia per alcune scelte rivelatesi oggettivamente sbagliate sia per l’eccesso di riservatezza da parte mia che ha reso altre scelte incomprensibili all’esterno. Mi scuso per gli errori commessi personalmente da me e per gli errori commessi dalle persone da me preposte. Sono sicuro che dalla consapevolezza degli errori la Società trarrà grande beneficio e potrà fare ancora meglio in futuro.
Antonio Forni
Queste le parole di Massimo Feira sull’operazione che ha salvato Torino.
Paura di non farcela
«In moltissimi momenti, ma non è mai mancata la determinazione. Il momento di sconforto c’è stato il martedì precedente, verificata in assemblea che la ricapitalizzazione non era possibile. È vero che grazie ad Antonio Forni e il pagamento degli stipendi di febbraio aveva dato quasi la garanzia di finire la stagione. I giocatori avrebbero comunque potuto lasciare, causa i ritardi. Ma la situazione era disperata».
I problemi di Gerasimenko
«Abbiamo chiesto, educatamente, della sua situazione e lui ci ha risposto che un problema era risolto e un altro in via di soluzione. Su Cantù non posso esprimere giudizi, non conosco il passato. Registro che fino ad ottobre dai controlli Comtec non era emerso nulla».
Reazione FIP-LBA
«Non amo esprimermi per comunicati, l’avevo detto in occasione della trattativa con Leonis. Non mi risulta però che ci siano provvedimenti inibitori per Gerasimenko. Credo che potrebbe anche rivestire la carica di presidente di un club. Sono sempre stato un sostenitore dei controlli, indispensabili, dunque considero i due comunicati un po’ fuori luogo. L’imprenditore russo ha accolto il nostro appello».
Il Contatto con Gerasimenko
«Gerasimenko aveva più volte dimostrato interesse per la piazza, ma non si era concretizzato nulla. Verificato con Giovanni Paolo Terzolo che non c’erano più possibilità, abbiamo chiamato l’agente Federico Paci che ci ha messo in contatto con Gerasimenko. Il quale, da grande appassionato, ha dimostrato subito interesse, ha detto che Torino non poteva scomparire. Non ha chiesto garanzie né ruoli. Ha semplicemente detto: “Quanto serve?” Poi ha detto di voler essere parte di una cordata. Ed è il nostro obiettivo perseguire la riunione di più forze locali.»
Gerasimenko al 75% di quote
«E’ disponibile a cederne una buona parte. A scendere di un bel po’ sotto il 50%. L’assemblea ha sottoscritto una ricapitalizzazione di due milioni di euro. Le quote versate subito permettono la ricomposizione di un patrimonio di circa un milione di euro che consente di arrivare a fine stagione e di adempiere agli impegni. Dopodiché è aperta la possibilità da parte di nuovi investitori, di sottoscrivere quote. Gerasimenko è disposto a cederle».