“Imbarazzante”. Solo questo si sente dire fuori dal PalaDozza da visi attoniti ed altro non si potrebbe fare. La squadra del patron Zanetti fornisce una prestazione raccapricciante, con zero intensità, zero tecnica e, quel che e peggio, nessuna traccia di orgoglio. Vitucci ringrazia e sorridendo sornione, con in tasca una vittoria di 16 punti fuori casa, dopo aver tirato col 53% ai liberi.
Virtus Segafredo Bologna 61-77 Happy Casa Brindisi
Parziali (18-17, 12-21, 21-18, 10-21)
La Gara
Senza Punter e Moreira sacrificati al turn over, la Virtus parte con Kravic e Martin in quintetto cercando fisicità e dinamismo, mentre Brindisi conferma l’abituale starting five. L’avvio è uno stillicidio di perse ed errori anche banali da entrambe le parti, con un sostanziale equilibrio in fatto di punti e rimbalzi. Dopo oltre 7′ giocati il punteggio è di appena 8-9 con Vitucci che conferma le scelte iniziali, mentre Djordjevic inserisce Qvale per aver maggiore peso nel colorato. Due triple di Moraschini e Chappell provano a far scappare Brindisi ma due provvidenziali tap-in proprio di Qvale, permettono invecea ai padroni di casa di non perdere contatto. L’inefficacia dell’attacco Virtus del primo quarto è riassunto nei soli 2 falli spesi dalla difesa ospite, sintomo di difficoltà enormi ad attaccare il ferro per la Segafredo. L’equilibrio figlio degli orrori al tiro ed in impostazione delle due squadre, viene interrotto da un mini break ospite seguito da 30″ finali da incubo per Brindisi: 0/2 ai liberi, canestro di Qvale, persa sulla rimessa e canestro di Baldi Rossi per il 18-17 bianconero. Se l’attacco di casa non brilla, anche quello della Happy Casa non ride; prova ad accendersi Chappell ma senza Moraschini, in panchina a rifiatare, sono ancora le palle perse (4 Bologna, 8 Brindisi) a farla da padrone. Dopo 3 minuti abbondanti di secondo quarto il parziale segna un misero 3-3, con appoggi facili al tabellone mandati alle ortiche da entrambe le squadre. Retto comunque l’urto con le “seconde linee” Brindisi rispedisce in campo Brown e Moraschini, ma perde Rush per 3 falli molto ravvicinati. Dopo altri 3′ di nulla, Bologna ritrova il canestro ed il vantaggio con Aradori, a cui risponde immediatamente Brown: da notare come due canestri consecutivi siano merce talmente rara in questa partita da risultare eclatanti. Ancora Chapell (11 sin qui), Brown e tanta difesa per provare il break da parte brindisina. La Virtus, confusionaria in attacco e molle in difesa, vacilla e gli ospiti prendono un margine risicato ma già significativo in un match in cui si segna col contagocce: 26-31. L’Happy Casa gira bene e velocemente la palla per linee esterne, trovando tiri aperti ed allungando ulteriormente sul 28-38, mentre a nulla valgono le frenetiche rotazioni di Djordjevic, con la Segafredo che si incarta su palle perse e soluzioni estemporanee.
La Happy Casa corre a mille trovando incursioni fulminee nel colorato, mentre la Virtus continua ad aggrapparsi alle giocate dei singoli, in questo caso a due triple di M’Baye, per non affondare. Brown domina sotto canestro, mentre Moraschini e Chappell non vengono contenuti dalla statica difesa bolognese e Brindisi mantiene il vantaggio pur senza strafare. Djordjevic lancia allora nuovamente nella mischia Kravic ed il gioco in velocità porta qualche frutto, impattando a quota 42 e costringendo Vitucci a parlarci su. Chappell e Brown riprendono immediatamente a martellare (18 e 14 rispettivamente) mentre Bologna pesca il 4° personale di Taylor che deve accomodarsi in panchina. Il coach bolognese tenta allora un quintetto atipico con Chalmers, Cappelletti e Cournooh insieme, cedendo centimetri ma acquistando, teoricamente, velocità. Ecco, la teoria però appare quantomai distante dalla realtà e l’attacco Virtus rimane lento ed impacciato mentre in difesa la Segafredo si carica di falli. Brown giganteggia (19) mentre Chalmers arriva ad un metro dal ferro con l’ultimo tiro del periodo: fotografia precisa, quanto impietosa per i padroni di casa, del match. L’ex NBA continua lo show degli orrori con uno 0/4 ai liberi, preludio di 2′ zeppi di errori ma conclusi con la tripla di Chappell che riporta lontano Brindisi: 51-59. La Happy Casa fatica inizialmente, in maniera quasi inspiegabile, a chiudere la pratica, pur con la Segfaredo che non segna realmente mai. Gli uomini di Djordjevic sono molli, fuori ritmo e con la testa incredibilmente già negli spogliatoi ed allora Brown ringrazia: show personale con canestri (29 punti) e rimbalzi (10), mentre in casa bianconera serve il pallottoliere per tenere il conto delle palle perse. La tensione in casa Virtus diviene palpabile quando, richiamato in panchina, Aradori viene subissato di fischi e dalla curva si alzano a più riprese cori legati agli attributi di quelli sul parquet. Si apre un lungo garbage time dove i bianconeri non salvano nemmeno l’orgoglio ed ora si può svelare il segreto di pulcinella senza che chicchessia si offenda: il Re è nudo. Questa squadra zeppa di limiti tecnici e mentali, caricata di aspettative fuori portata e tenuta per amore su di un piedistallo dai tifosi, naufraga portando in cascina un risultato addirittura peggiore rispetto a quello dello scorso capionato. Brindisi ringrazia, portando a casa due punti pesantinssimi dopo una prestazione a lunghi tratti mediocre, ma con la convinzione di potersi togliere qualche soddisfazione in post season.
Magic Moment
In una partita zeppa di errori e con i padroni di casa non pervenuti, si può dire che lo strappo di 12-21 del secondo quarto abbia di fatto chiuso il match.
MVP
Brown 29 punti, 10 rimbalzi ma soprattutto uomo ovunque. Lui e Chappell producono la maggior parte del gioco Brindisino ma tanto basta per cancellare dal campo una Virtus ai minimi termini.
Numbers
Percentuali agghiaccianti per entrambe ai liberi: 10/18 (58%) Bologna, 10/19 (53%) Brindisi. Male anche le palle perse 15 Bologna, 13 Brindisi, la Virtus aggiunge però anche l’ennesima sconfitta a rimbalzo 33-40 ed un enigmatico 3/17 (18%) dall’arco.