Varese è tornata al successo dopo 5 sconfitte consecutive ma questa per coach Bulleri è l’unica buona notizia dell’umida serata di Masnago. A smorzare i sorrisi in casa biancorossa è stato l’infortunio capitato al povero Jalen Jones dopo appena 31 secondi dal suo ingresso in campo. Il neo acquisto varesino, all’esordio dopo 8 mesi di inattività, si è prodotto in una penetrazione dal lato debole con appoggio sbagliato al tabellone e, sulla ricaduta, si è procurato quella che apparentemente sembrava una distorsione alla caviglia. Zoppicante, il texano è rientrato negli spogliatoi ma dai primi accertamenti effettuati dallo staff medico del club è emersa una sospetta rottura del tendine d’Achille sinistro, una tegola che costringerà la società a tornare subito sul mercato, escludendo un reintegro dello svedese Andresson, ufficialmente non ancora tagliato.
La gara non è stata eccessivamente accesa dal punto di vista agonistico ma ha rapito gli occhi per l’impegno mostrato dei reduci visti in campo. Già, perché di reduci si può parlare visto che Varese ha dovuto far i conti anche con una distorsione alla caviglia occorsa a Ruzzier dopo appena 3′ di gioco ed il playmaker, rientrato stoicamente sul parquet poco più tardi, ha alzato bandiera bianca al 35′, dopo aver giocato comunque una gara molto positiva. Sul versante capitolino l’infermeria è affollata come un autobus nell’era pre-Covid e alle defezioni già note di Evans (tendine d’Achille) e Robinson (problemi alla schiena), in settimana si sono aggiunte quelle di Farley (lieve trauma cranico) e Hunt, non infortunato ma rifiutatosi di partire con la squadra e ormai ai ferri corti con il club per via del ritardo con cui è stato corrisposto il primo stipendio. Come se non bastasse, coach Bucchi ha dovuto far a meno anche di Cervi, che ha accusato un fastidio al ginocchio a pochi minuti dal via, e Biordi, spedito sulle tracce di Scola e costretto ad uscire dalla contesa dopo aver subito una botta al naso con copiosa perdita di sangue, un colpo che gli ha procurato qualche giramento di testa alcuni minuti dopo.
Con questo bollettino di guerra, diventa quasi difficile parlare del mero aspetto sportivo ma per i padroni di casa non si può non sottolineare la prova di Morse, mai così produttivo fin qui (18+11) e dominatore con Scola nel pitturato, dove Varese ha banchettato chiudendo il computo dei rimbalzi con un eloquente 50-28, di cui ben 20 catturati in attacco. Merita un plauso anche il duo léttone Strautins – Jakovics, firmatario di 6 delle 14 triple messe a segno dalla squadra di casa. Momento chiave del match sicuramente i 4′ scarsi del secondo periodo nei quali si è materializzato il break di 15-0 che ha indirizzato la partita. Pur piegandosi, Roma non si è spezzata e nonostante i mille problemi ha cercato in Baldasso il faro per provare ad illuminare una serata cupa.
Il regista torinese ha giocato 40′ così come Campogrande e Beane, gli altri due gladiatori giallorossi che hanno provato in ogni modo a ribaltare la contesa e se il Capitano ne ha messi 26 con 6 rimbalzi e altri 8 assist, la guardia romana ha firmato il suo nuovo career-high con 25 punti conditi da 3 recuperi, gli stessi prodotti dell’esterno statunitense, autore di 16 punti col 50% dal campo.
Nonostante il -17 recitato dal tabellone e la prematura uscita per falli di Wilson, un limite che si sta palesando in ogni uscita, la Virtus è risalita fino al -7 del 32′ dando la sensazione di poter approfittare del passaggio a vuoto di un’avversaria forse convintasi troppo presto di aver chiuso la pratica. Era solo un brivido, però, spazzato via da Douglas, Scola e Jakovics che in un amen confezionavano il decisivo parziale di 8-0.
Tra i romani, da segnalare l’esordio in Serie A dei giovani Ticic (11′) e Iannicelli (4′), entrambi autori dei loro primi punti in carriera, c’è da scommettere che non dimenticheranno facilmente questa domenica.