Storica vittoria di Coppa Italia per la Scaligera basket Verona al tempo targata Glaxo in virtù del colosso farmaceutico che faceva da sponsor.
La Verona dei canestri scelse un giovedì per entrare di diritto nella storia della pallacanestro italiana. Il 21 febbraio di trent’anni fa infatti i gialloblu si aggiudicarono la Coppa Italia di serie A, impresa all’epoca consentita alle squadre di A2 in quanto tutte le sedici del campionato partecipavano alla manifestazione assieme a quelle di A1. Oggi giorno le due leghe organizzano competizioni separate non dando più la possibilità che ebbe la Glaxo Verona, unico team di A2 a centrare le final four e la vittoria.
Quella sera al Pala Dozza di Bologna c’erano ben duemila veronesi ad incitare capitan Savio e compagni che incontravano la Philips Milano, corazzata che poi arrivò anche in finale scudetto. C’è da ammettere che quella Glaxo era il frutto di un budget importante e schierava, pur nel campionato cadetto, giocatori di primissimo livello come Morandotti, Schoene, Brusamarello ed il golden boy Moretti. Era l’inizio del progetto del presidente Glaxo, Mario Fertorani e di un’abile team manager come Andrea Fadini che, assieme, portarono gli scaligeri a vincere successivamente anche una supercoppa italiana (1997) ed un’altrettanto storica Coppa Korac (1998) all’epoca secondo trofeo in ordine di importanza europea.
Quella Coppa Italia, che mise Verona sulla mappa del basket italiano, iniziò a settembre del 1990 con i sedicesimi di finale dove gli uomini di coach Bucci eliminarono Napoli di soli tre punti (95-90 andata, 70-72 al ritorno). Il primo miracolo risultò nell’eliminazione negli ottavi della Phonola Caserta, a maggio, laureatasi poi campione d’Italia (78-79 al palaolimpia e 78-99 al palamaggiò). Nei quarti di finale stessa sorte toccò alla Knorr Bologna tra le cui fila giocava forse uno dei più forti americani mai approdati nel belpaese, Michael Ray “Sugar” Richardson (doppia vittoria Verona per 91-82 e 88-110).
Si approdò così alle final four di Bologna, con le due semifinali: Verona contro Livorno (84-79) e Milano contro Reggio Emilia (81-67). La finalissima giocata solo 24 ore dopo fu un vero e proprio trionfo con una Verona sempre in controllo sospinta da un grande Russell Schoene (23 punti), Tim Kempton (20) e Paolo Moretti (15). Finì in gloria (97-85) con tutti i veronesi a referto e la schiacciata finale del rosso Schoene entrata per sempre nei ricordi gialloblu. Quella memorabile squadra era composta da Francesco Fischetto e Sandro Brusamarello in regia, Giampiero Savio (cap.) Ricky Morandotti, Paolo Moretti, Russ Schoene (guardie-ali), Roberto Dalla Vecchia e Tim Kempton (pivot). Un giovane Alessandro Frosini e Miklos Marsilli completavano il roster dalla panchina.
Quasi tutti hanno lasciato segni importanti nel basket italiano con i due americani poi ritiratisi negli States con ruoli da assistenti allenatori, Schoene per la squadra nazionale giamaicana mentre Kempton per i Phoenix Suns. Roby Dalla Vecchia attualmente allena le giovanili della Cestistica Verona dopo essere diventato la bandiera del basket gialloblu con oltre vent’anni di gloriosa carriera veronese. Paolo Moretti, dopo aver lasciato precocemente il basket per una leucemia diagnosticatagli, ha intrapreso con successo la carriera da allenatore arrivando anche in A1 e lasciando al figlio Davide (all’Armani Milano) i cromosomi del grande giocatore. Una doverosa menzione va anche in onore ad Alberto Bucci, a quasi due anni dalla sua scomparsa: è stato un grande allenatore con molti scudetti e coppe in attivo nel suo palmares ed in ultima anche la presidenza della Virtus Bologna.