Quali sono i migliori rookies 21/22?

La risposta in un articolo forse un po’ denso di cifre, ma sono necessarie. Nove giocatori più una bonus-track: hanno in comune il fatto di essere partiti in quintetto in tutte le gare in cui hanno giocato; le eccezioni verranno motivate.

EVAN MOBLEY. Il ROY è lui, the next Chris Bosh. 36 gare, 36 in quintetto per 34 mins/gara (36/36 x 34), con capacità notevoli di stoppatore (1.8/gara, settimo assoluto nella NBA) e jumper dalla media, proprio come CB1. Non ancora affidabile da 3 (29%), ma nemmeno battezzabile alla cieca. In totale 15 – 8 – 2.7 in una squadra da PO, una delle news (anche tattiche, coi 3 lunghi Markkanen, Mobley e Allen spesso in campo assieme) più rilevanti della stagione.

SCOTTIE BARNES. Quarto assoluto al Draft, eppure la maturità del ragazzo è sorprendente, perché gioca (33/33 x 35.5) con un allenatore defense-first e tatticamente severo come Nick Nurse. 14.5 – 8 – 3.5 con il 52% da 2 e un interessante 31% da 3, ottima base di partenza per sviluppare precisione esiziale dall’arco. Si fa notare anche perché, pur avendo fondamentali da sf, è in pratica lui a giocare centro nei Raptors dell’extra small-ball.

FRANZ WAGNER. 44/44 x 32, si resta impressionati dalla fibra: è uno dei pochissimi a non essersi né lievemente infortunato né contagiato. 15.5 – 4.7 – 2.9. Però: nemmeno 3 ass sono pochini per un giocatore del perimetro, e a ORL, peggior formazione NBA by far, quei numeri non sono difficili da mettere insieme. Giudizio più sospeso che positivo.

CADE CUNNINGHAM. La Prima Assoluta fatica nella difficile realtà di DET. Il tiro, soprattutto, manca: 39.7% dal campo, per colpa del 46% scarso da 2. Lo si credeva tatticamente più maturo, più capace di trascinare e guidare la squadra, anche con la scusante di un inizio di stagione ostacolato da guai fisici (fuori per quasi un quarto delle gare). Invece 3.7 perse/gara sono troppe, anche se le cifre per il resto reclamano solidità e completezza: 15.7 – 5.6 – 5.3.

JALEN GREEN. 30/30 x 30. La Seconda Assoluta ha problemi nella % e selezione dei tiri: 39.7% nonostante non sia orribile il 30.2% nelle triple. Il giocatore cui era da molti paragonato, la Prima Assoluta 2020 Anthony Edwards, è ad un altro livello, e superiore era stato anche il suo rookie-year. 15 – 2.3 – 3.2 le cifre, negativo vada in lunetta meno di 4 volte/gara, positivi gli istinti di anticipo sulle linee di passaggio. Non dimentichiamo che, anche se molto migliore e più organizzata dei Magic, HOU è la seconda peggiore della NBA.

JOSH GIDDEY. L’Australiano ha misure da sf ma è una pg naturale, con trattamento di palla da funambolo. Quello che impressiona è la naturalezza del suo gioco, la facilità. 37/37 x 31, con 11.7 – 7.4 – 6.3: a parte i lunghi di professione è il miglior rimbalzista tra i rookies, ed è anche l’assist-man più prolifico. Ha messo, in stagione, 3 doppie-doppie: occhio, però, che 2 di esse sono state a assists/rimbalzi. Ha di che far entusiasmare, davvero.

DAVION MITCHELL. La qualità del leader gli ha fruttato da subito il ruolo di back-up pg in una squadra, i Kings, che lotta per la post-season e proprio in pg ha la Stella: Fox. Inoltre la vice-Stella, Haliburton, può evoluire come point-man. Quindi i 24 mins/ gara di Mitchell sono ottima referenza. Meno brillante il tiro, ma ha un rapporto assists/perse superiore a 3, dato fondamentale per il ruolo. Ovviamente non può sedersi, perché a SAC è facile farsi trascinare nelle paludi. I Kings sono la squadra NBA/ABA che da più tempo manca come vincitrice finale, 71 anni (Rochester Royals 1951; peggio solo i Cardinals della NFL, 1947).

AYO DOSONMU. Solo 2 in quintetto per questo Chicago native che sta facendo impazzire, ultimamente, i fans dei Bulls. Le ultime 15 gare hanno segnato il suo decollo. Certo, un po’ il Covid è stato complice, ma i minuti sono passati da 14 a 26, e nelle partite in questione l’ex Illinois U. (davvero chicagoano fino al midollo) ha tirato 49/77 (63.6%), compreso un eccellente 12/25 da 3 (49%). La difesa era il motivo per cui giocava anche prima, quindi siamo di fronte a un ragazzo che pare in piena ascesa.

JONATHAN KUMINGA. Lo stesso discorso vale per Kuminga, solo che a GS lo spazio è pochissimo, ma lui è stato eccellente quando è riuscito a giocare più di 20 mins. Prima di lui ci sono Klay, Wiggins, Porter, Iggy, quindi è accaduto solo in 6 partite, ma guardate: 18.3 di media col 53.5 dal campo. Dando per scontata la difesa: a 204 cm difende e cambia su tutti. E’ capitato nello MIT del Gioco, ergo aspettiamoci grandi progressi: GS ha saputo rendere un quasi All-Star anche Andrew Wiggins, dato ormai per perso.

Infine la bonus-track, dedicata a un ragazzo scelto allo scorso Draft, ma in forza al Barcellona: ROKAS JOKUBAITIS. Ruolo: pg. Compagno di squadra: Calathes. Coach: Jasikevicius. Non ha fatto male a decidere di studiare in Catalogna, considerato che a OKC aveva davanti SGA. Il basket di EuroLega è opposto a quello NBA, quindi i numeri (8.3 – 2 – 3.5) vanno presi cum grano salis, resta il fatto che lui ha avuto da subito 19 mins di impiego, ha preso benissimo in mano la situazione dopo l’infortunio a Calathes, nei primi 9 quarti di EL della stagione aveva sbagliato 1 tiro su 10, e continua, dopo 20 gare, con il 56% sia da 2 che da 3. E’ un 21enne che vale come una Star affermata.

Molte cifre, lo so, ma, quando lette bene, In Stats Veritas.