Il lupo di Irpinia è tornato ad azzannare. O meglio, a cercare di farlo il più possibile. Niente panico, si sta parlando ovviamente di palla a spicchi, con la ricomparsa sulla scena della serie B cestistica di quell’Avellino basket intitolata alla memoria di quel poliedrico personaggio che era Felice Scandone, giornalista, aviatore, calciatore, allenatore. La risalita degli irpini nel basket dove si comincia a sentire profumo di professionismo è stata relativamente celere. L’anno 2019, nel quale dovette rinunciare all’iscrizione in serie A per ripartire dalla cadetteria, sembra lontano anni luce. E lo sembra anche il 2021 quando arrivò addirittura  lo scioglimento. Ma ad Avellino non si sono pianti addosso, anzi, si sono rimboccati le maniche ed ecco, nell’anno di grazia 2023 la rinascita. Una ripartenza dalla B interregionale e, alla fine della scorsa stagione, ecco il botto: promozione in A2. Per ora per restarci, ca va sans dire. In una prospettiva di largo periodo, però, per cercare di prenotare un volo diretto verso la LBA, parrocchia che frequentava sino alla stagione 2018-2019. E che la vide, per ben due stagioni di fila, approdare alle semifinali dei playoff scudetto.  Era il periodo tra 2015 e 2017, si chiamava Sidigas e in panchina sedeva un “certo” Stefano, nonché Pino Sacripanti, presidente Giuseppe Sampietro, nel roster giocatori come Pierpaolo Zerini, Marco Cusin, Giovanni Severini. Chi, sotto il cielo di Avellino, si nutre di pane e basket, forse, si vedrà spuntare i goccioloni sugli occhi a rimembrare quella compagine che se la giocava anche in ambito europeo con squadre come Cibona Zagabria e Ostenda. E che a lungo coltivò il sogno di alloro sinchè Venezia non le mise il semaforo rosso in una  sfida fratricida tutta italiana.

Oggi, però, è serie A2. Con l’orgoglio di esserci e la voglia di provare a stupire. Sinora la classifica dice quattordicesimo posto con sei punti, frutto di tre vittorie, 519 punti fatti che ne fanno la squadra meno prolifica della categoria e 533 subiti che ne fanno, però, anche una delle meno perforate dalle avversarie. E Felice Scandone  pronto a guardare con un sorriso dalla sua nuvole l’evoluzione della squadra a lui intitolata e a cercare di darle man forte. Lui, che di volo se ne intendeva essendo anche aviatore, vorrebbe proprio che il roster irpino lo imitassse.

Il cecchino numero uno della compagnia allenata da Massimo Maffezzoli, tecnico di lungo corso reduce da un’esperienza cestistica in Cina,  si chiama al momento Marcellus Earlington e arrivare in doppia cifra è per lui una missione inderogabile. In otto giornate ci è già arrivato in cinque occasioni, arrivando a toccare il vertice dei 24 punti. L’altro che di due cifre ne sa molto e se le sa regalare sul campo ed è stato sinora autore di 109 punti è Federico Mussini, uno avvezzo alle grandi sfide anche al piano superiore con Reggio Emilia, Trieste e Pesaro, ma diventato anche sommo esperto di A2 grazie alle esperienze con Udine e Cento prima di approdare in terra irpina. Il tandem ha sinora saputo prendere per mano a dovere la squadra, certo non conducendola sempre alla vittoria ma  sicuramente dandole un apporto di personalità e determinazione in servizio permanente effettivo.  A bussare alla porta, adesso, per la giornata numero 9, è una cliente tutto pepe come Cantù che scenderà al Palasport Giacomo Del Mauro con l’intento di riscattare lo stop subito da Cividale dopo sei turni di vacche grasse. Anche Avellino vorrebbe scrivere lo stesso copione. Ed è pronta a mettersi il vestito migliore.