Prima delle analisi da cui deriva il titolo, una menzione doverosa.
1 – CORDINIER. Due cose accomunano le nazionali transalpine dei maggiori sport. O vanno molto avanti o vanno fuori in fretta; la seconda è che sono un’alchimia di spogliatoio spesso esplosiva. Le convocazioni non sono figlie del solo merito: importa di chi sei amico, in che club / campionato giochi, quanti intoccabili sono già presenti con la tua medesima origine. Se però, alle prossime Olimpiadi, Isaia Cordinier non dovesse essere convocato, o dovesse avere pochi minuti, sarei stupito&deluso. Si deve molto rispetto a un giocatore che ha saputo capovolgere la propria indole. Appena arrivato alla Virtus era la figura esatta della parabola nikoliciana mucca+secchio. Mezzi fisici, voglia, una discreta tecnica: ma anche propensione a distruggere il buono appena fatto, tanti falli sciocchi, troppi musi duri e cattivi anche vs i refs, perimetralità quasi nulla e tante forzature in penetrazione (o schiacciate sbagliate). Ora è un tipo da 55% da 2 e quasi 39% da 3, è a pochi decimali da 10-4-3 di media, recupera 1 pallone/gara e ha quasi 2 di pg-ratio, lui che pg non è.
2 – PARALLELI. La considero una buona notizia, un segno di progresso: la EL si sta avvicinando alla NBA per certe caratteristiche. Come un intagliatore pigro, si sta dando forma pianopiano, quasi senza fare accorgere chi la guarda. Ma ogni anno nella NBA un paio di squadre o tre fanno assolutamente schifo. Lo chiamano rebuilding: a volte lo è, altre volte sono le stesse squadre a fare gli stessi errori (soprattutto a Est: Washington, Charlotte..). Alba e ASVEL, una volta anche il Khimki poteva entrare nella lista, sono le cenerentole quasi perenni della EL: non hanno la medesima certezza di “impunità” che hanno nella NBA, ma questa condizione farà pensare sempre più alla formula del campionato chiuso, non appena raggiunto un numero adeguato. Che numero? Dipende anche dalle bombe, quelle vere. Qui si innesta un pensiero utopico che forse un giorno scriverò.
3 – 30+. Maggior numero di quarti con almeno 30 pti segnati da singola squadra: tra altri anche questo record nel round 27. Sono 8 (2 Maccabi e Fener, 1 Partizan, EFES, Baskonia e Pana), su 36 quindi non una % dominante ma di certo una tendenza che lentamente si modifica. Solo quelli del Maccabi vengono da partita senza storia: gli altri da match tirati e combattuti. Fener vs BKN, in particolare, terminata con divario di 15, a fine 3’Q era 78 pari ed era stata una delle gare EL più belle ed eccitanti di sempre: offense stratosferica, non difese molli. Nel 1’Q erano in ritmo per 130 ciascuno, nel 2’ per 110, poi 104 che sono stati mantenuti dai 207 pti finali, solo che BKN è scoppiato mentre il Fener no.
4 – NICK e CODI. Codi Miller-McIntyre, contro il Fener, era messo a confronto con uno dei 4 che, prima di lui, erano riusciti a mettere una tripla-doppia nella storia EL. Nick-no-quick Calathes ha raccolto e vinto la sfida anche personale: non tripla, ma doppia-doppia agli assists (11+12). Nelle stats anche il 5/5 (poi su 6) di Biberovic, il 4/4 (poi su 6) di Sestina e il 5/5 (senza poi) di Diez, tutti da 3. A Wilbekin (quasi 14 di media) mancavano 2 pti per i 3000 in EL: 1 con 0/6 dal campo.
5 – PANA vs REAL: PANA. L’ineffabile Ataman sta portando i suoi a regime. Abbiamo, nel corso dell’anno, provato a immaginare i punti deboli (forse) del Real: qualcuno ne abbiamo trovato, ma sempre equilibrato, se non altro, dai risultati. Lui ne ha trovati 3 in una sola gara, e l’ha vinta. Durante la rimonta del Real tra fine terzo periodo e prima metà del quarto, l’uomo determinante era Poirier, che nel frangente stava maciullando Lessort e catturando ogni pallone (reb o vagante): però Tavares era in giornata nera e il Francese costretto a straordinari. Con Madrid a -1 (7:40 dalla fine), coach A chiama TO e all’uscita il portatore di palla è Lessort: per Poirier significa più corsa, scatti, fatica e cambio forzato su una guardia bloccante. Risultato: Poirier rimane efficace ma non come prima, boccheggia, prende due canestri da Lessort, torna in campo Tavares che la seconda volta che si muove fa fallo in attacco. Seconda mossa: non siamo abituati a vedere il Real più piccolo (pg a parte) degli avversari, ma è accaduto anche questo giovedì sera. Mitoglou era più grande e veloce di Deck, più grandissimo e veloce di Hezonia. Terza: Sloukas era rientrante dopo 5 gare, Ataman lo ha dosato con cura, ma appena ha avuto (da 4:45 alla fine) la chance di buttare il Greco vs Campazzo, ha chiesto al suo giocatore di dimenticare la fatica. Risultato: 8 pti (matematicamente quelli dal +3 al +11 finale), 2 ass per il redivivo Lessort, 3 falli consecutivi (con se cu ti vi) di Campazzo per mettere il Real in bonus. Non è solo cervello di Ataman, non ha creato lui la stazza di Mitoglou e non paga lui lo stipendio a uno che ha vinto 3 volte la EL, però il coach ha annichilito il suo rivale e collega Mateo.
6 – PANA vs REAL: REAL. Vogliamo preoccuparci come fossimo fans di Madrid? Preoccupiamoci. Della sconfitta arrivata in una specie di prima volta: questo Pana sorgente è diverso da ogni squadra incontrata in stagione, Pana prima versione incluso. Del gap delle guardie, che hanno totalizzato -49 di plus/minus con rapporto deficit/minuti per alcuni annichilente: -7 in 12’ il Chacho, Llull -16 in 7’, Musa -22 in 18’. Campazzo ha “solo” -4 in 28 mins, ma sono compresi gli ultimi 4:45 quando Sloukas lo ha irriso. Ci si può preoccupare del fatto che Hezonia sia sui giornali ormai quasi solo a proposito del suo non-rinnovo e della sua invece rinnovata tentazione NBA, o del fatto che Chus Mateo, coach validissimo e già titolato, contro i veri signori della panchina finisce in apnea. Ci si può domandare quanto davvero valga la nouvelle (non più ormai) vague argentina, giocatori come Campazzo e Deck che hanno vinto quando sono stati in compagnia della prima grande onda albiceleste, ma da soli mai, o poco, anche nei club. O della preparazione: Poirier a pezzi per 16 mins quasi consevutivi, ma 16 non 40 (vedi sotto). La gara del round 27 tra Pana e Real è stata un anticipo di F4, e ha mostrato il lato che i tifosi blancos non avevano mai visto quest’anno: una squadra sempre in difficoltà e con incertezze alla guida.
7 – ALEKSA. Per noi è prevalentemente una X, ma il nome di Avramovic viene riportato, a differenza di tanti suoi colleghi, con la esatta traslitterazione dal cirillico (KC). In ogni caso funziona così: Obradovic per tutta la sosta ha offerto dichiarazioni preoccupate, deluse, sconcertate, arrabbiate sul Partizan come squadra, ma non solo: come società, ma non solo: come sistema e futuro: in totale crisi. Prendendo colpe proprie e distribuendone tra giocatori e management. Poi arriva il round 27, entra nel locker e dice: Alexa? fammi 30 in 21 mins anche fregandotene di me e dei compagni. Avramovic esegue, in particolare con 21 negli ultimi 14’ soprattutto in penetrazione inventando l’impossibile e facendo mettere le mani in testa (per la disperazione, una scena molto divertente) al flemmatico LeDay. Al quale Obradovic ha detto: Zach, fammi 21+8 senza mai uscire dal campo. L’ex Milano (ops) ha eseguito, 40’ di campo filati. A subire gli esiti delle dichiarazioni del coach: Jaramaz (NE), Smith (NE), Smailagic (solo 2 mins, tempo di gioco perso a favore di Kaminsky e dei 40 di ZLD).
8 – INTOCCABILE. Messina è intoccabile: primo perché dovrebbe rimuovere sé stesso, secondo perché appena qualcuno prova a incidere la retorica usuale delle conferenze stampa viene mandato aff, con linguaggio diverso ma modi non molto distanti. Quindi sarebbe inutile fargli osservare che l’Olimpia sconfitta a Charlotte è stata la sola squadra che per tutto un primo quarto da 13 segnati NON ha fatto a strisce il vecchio DeColo, che ora ha una certa età ma non difendeva nemmeno da giovane. Nandò scrive il suo score solo quando è riposato, ormai: avvenga all’inizio o alla fine delle gare. Visto che era in campo nel 1’Q, è stato doppiamente grave non attaccarlo: perché non gli si è segnato in faccia e perché non lo si è stancato in fretta. Ah già: l’Olimpia è riuscita anche a fare mettere 4 a NDC nella casella Steals.
9 – FORMAT. Banchi dice che il format della stagione non gli piace: troppo pesante. Vero, e saranno le federazioni a ridursi, non la EL. Però l’infortunio a Shengelia nei primi minuti vs Valencia è derivato da una scavigliata non dall’usura. W in condizioni improvvisamente difficili, W importante che permette di guardare al big match vs OLY con le spalle coperte. Shengelia non è Mirotic, giocherà anche in lettiga.
10 – MANI. A proposito di allenatori. Prima o poi il Trinca (in ogni caso subentrato) doveva prendere una sberla, arrivata vs OLY, è però evidente che in cima alla classifica si stanno raggruppando non solo i roster migliori, ma anche le migliori guide. Dal 12 in su potremmo sospendere il giudizio su Grimau, Mumbru o Katash: troviamo però la nobiltà del coaching. La lotta per il Play-In vede coinvolti Jasi, Ivanovic, Katash, Mumbru, Obradovic, Laso. Con l’ultimo che, a mio parere, merita considerazione come CoY per come sta conducendo il Bayern.